SOLDI RUSSI ALLA LEGA? E’ SOLO UNA OPERAZIONE RUSSOFOBICA PER STRONCARE LA RINASCITA ITALIANA , E UNA ARMA DI DISTRAZIONE DI MASSA.

No, Matteo Salvini non farà la fine di Bettino Craxi. Innanzitutto perché il Capitano rappresenta un consenso elettorale forse presente solo nei più megalomani sogni del leader socialista; costui invece, come accade a certi grandi artisti, ha visto crescere le proprie valutazioni non essendoci più o quanto meno scomparso di scena nell’ esilio di Hammamet ( che con astio legalistico Antonio Di Pietro ancora tiene a definire “latitanza”). Però mentre nel mercato dell’arte ciò fa la fortuna dei detentori delle opere dell’estinto, in politica non serve a un bel nulla .

Eppure le analogie seppur tirate per i capelli sembrano esserci almeno nella retoriche giornalistiche di segno opposto : lo spaghetti Russiagate ancora più inconsistente e forzato dell’originale statunitense come Tangentopoli, il ricondurre all’ordine mondialista ed euroatlantista come con la caduta del Muro di Berlino con relativo regolamento di conti verso i vassalli scomodi e “poco allineati”( non dimentichiamo Andreotti e una pletora di valvassini e valvassori).  Piuttosto, diciamo qualcosa di più concreto e politicamente anzi storicamente scorretto : in Italia, a partire dall’ otto settembre 1943, chi fa sul serio nel difendere l’interesse degli italiani e gioca duro, non solo nelle interviste e nei comizi e oggi sui socials, ma anche in atti di governo e lavoro imprenditoriale statalmente partecipato o non ( Enrico Mattei che ci è tanto caro, dove lo mettiamo?), rischia grosso .

Oggi però Matteo Salvini rappresenta la speranza di una Italie insoumise , della liberazione dal Pensiero Unico e dallo “stato profondo”. La Lega novello Lazzaro, è risorta con lui fino a riscuotere il trentotto per cento alle ultime elezioni europee. E parliamo di un risultato di nemmeno due mesi fa.

Di contro dove è un nuovo Antonio Di Pietro, o un pool di Mani Pulite? In qualche cena di tardissima sera “alla carbonara” tra una seduta di CSM e un’altra?

E dove sarebbe Tangentopoli? In un minuto e mezzo di file audio, degli aspiranti nuovi Assange che col loro sito Buzz Feed già hanno provato ( con pessimi risultati) a confezionare non so che prova maestra per cui Donald Trump sarebbe un pupazzo di Vladimir Putin ?

Ma dai, ma come si può pensare che tre marpioni italiani e tre russi al bar dell’ Hotel Metropole (probabilmente un luogo tra i più dotati al mondo di “cimici”) abbiano concordato un mostruoso movimento di sessantacinque milioni di euro e tre milioni di tonnellate di petrolio complice addirittura ENI, che lo avrebbe dovuto comprare a prezzi gonfiati per poi consentire al produttore russo di stornare la plusvalenza a favore del Capitano?

E a fronte di tutta questa immensa manna caduta dal cielo, la Russia, finora, cosa avrebbe ottenuto? La rimozione delle sanzioni? La minaccia di porre il veto in sede europea, magari “la prossima volta”? No, neanche per sogno : invece, le sanzioni hanno continuato a essere rinnovate come una specie di abbonamento in palestra o a una rivista periodica.  Anzi se prima l’ “abbonamento” era semestrale,  ora è annuale.

Questo maldestro, improbabile, artificioso ma in fondo scontato spaghetti Russiagate  sicuramente graditissimo al maestrino Di Maio che ritiene di aver buon gioco a proclamare che i 5 Stelle “sono diversi” vorrebbe prendere due piccioni con una fava : rovinare la apparentemente irresistibile ascesa di Matteo Salvini, e danneggiare ogni tentativo di dialogo e amicizia italo-russo, di cui noi de L’ Ortis siamo, ormai possiamo ben dirlo, modesti ma determinati e riconosciuti protagonisti ( in primis il Direttore Lorenzo Valloreja) .

La russofobia di cui la neo Presidente di Commissione europea Ursula von der Leyen è insigne rappresentante, è una malattia senile di un sistema “occidentale” che non sa capacitarsi del distacco sempre maggiore dai propri sudditi, e dell’ interesse con cui molti di essi guardano al carisma e alla leadership di Vladimir Putin nonché all’ affascinante alternativa ideologica e geopolitica rappresentata da una Russia che i neocons americani e i loro reggicoda europei non sono riusciti a comprarsi per un piatto di lenticchie attorno al 2000, proprio grazie al provvidenziale astro nascente di Vladimir Putin.

Questo intrigo degno di un rotocalco scandalistico scopertamente simile alla macchinazione contro il leader sovranista austriaco, finirà come una bolla di sapone; ma purtroppo tra l’altro, sarà servito come “arma di distrazione di massa” dalle atrocità del nostro sistema socioassistenziale (vedi i poveri bambini emiliani, con relative famiglie).

La Sinistra manipolatrice e portatrice di valori degenerati e omologati con il suo sistema mediatico manipolatore e falsario, venduta alla finanza apolide, è la vera testa del serpente che soffoca l’ Italia.

ANTONIO MARTINO  

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