CONSORTE: << IL COLOSSEO, IN REALTA', FU' EDIFICATO COME TEMPIO DEL SOLE INVICTUS >>

Molto lentamente, ma da anni ormai, sta prendendo piede una nuova tecnica per datare gli edifici e studiarne gli utilizzi più reconditi: è la cosiddetta “archeoastronomia”.

Essa è una nuova disciplina che utilizza una varietà di metodi diversi tra loro, infatti tra gli insegnamenti contemplati possiamo trovare materie come l’archeologia, l’antropologia, l’astronomia, la storia, la statistica e il calcolo delle probabilità, quindi, tutte dottrine senz’altro diverse ma che se messe a sistema possono spiegare le cosiddette questioni irrisolte della storia.

Ma chi sono coloro che usano questo approccio scientifico per spiegare il divenire storico?

Senz’altro studiosi non “ortodossi”, che non disdegnano il fatto di mettersi in gioco e in discussione, quindi “scienziati” dotati di una mente particolarmente aperta e quando non si è in possesso di un vero e proprio titolo accademico – come, l’ottimo video maker, Alessio Consorte, mio caro amico impegnato nella realizzazione del suo docufilm intitolato “Decumano Maximo” – si è senz’altro in presenza di persone ricche di acume, curiosità e spirito di osservazione.

E si, perché il segreto dell’archeoastronomia sta proprio nell’osservare attentamente le cose per quelle che sono e non per quelle che vorremmo che fossero, e quindi nel non aver neanche paura di dichiarare che il “Re è nudo!”, se tale è.

E così, dopo una buona dove di osservazione, calcoli ed esperimenti empirici, l’archeostronomia è capace anche di mettere alla berlina tanti accademici, che dopo anni ed anni di laudi stipendi a suon di cattedra, nulla hanno scoperto non perché non si siano imbattuti in ritrovamenti straordinari ma semplicemente perché, tali manufatti risultavano inspiegabili alla luce delle teorie vigenti e quindi, per dirla in maniera ancor più chiara, questi studiosi non hanno voluto correre il rischio di rendersi in qualche modo ridicoli agli occhi della comunità scientifica internazionale.

Così il nostro Alessio, libero da ogni superfetazione, aguzzando semplicemente lo sguardo ha notato, a ragione, che nella data del 21 giugno di ogni anno, giorno del solstizio d’estate, l’asse del sole, a Roma, si allinea perpendicolare al centro del Colosseo, per poi tramontare in direzione del Tempio di Venere e Roma, nel punto dove probabilmente era collocata la gigantesca statua del “Colosso di Nerone”.

I raggi solari, irradiati e riflessi sulla scultura di bronzo, dovevano certamente diffondere un effetto prismatico spettacolare nel vestibolo della Domus Aurea.

A tal riguardo  vi sono anche dei precisi riferimenti sulle monete dell’epoca.

Il particolare orientamento del Colosseo dunque, costruito laddove un tempo vi era un laghetto che venne in seguito prosciugato, è frutto di una progettualità ben precisa.

Del resto anche il Pantheon funzionava come una gigantesca meridiana sferica, con cerchi luminosi che variano in altezza a seconda del periodo dell’anno.

Anche Verona e Vicenza sono città orientate secondo il solstizio d’estate nella loro struttura viaria e architettonica, con chiari fenomeni di illuminazione.

In altri termini gli antichi sapevano riconoscere segni e simboli che oggi solo pochi uomini sono ancora in grado di percepire.

Il cielo e le pietre sono li che ci parlano da millenni e forse, più che cercare segni di vita e segnali da altri mondi, sarebbe più utile, per il genere umano, tornare ad ascoltare e comprendere queste pietre e queste sfere celesti.

Lorenzo Valloreja

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