OBSOLESCENZA, IL MALE PRIMARIO DELLE NOSTRE FORZE DELL’ORDINE.

In queste ore, a seguito della morte dei due agenti di Pubblica Sicurezza, Pierluigi Rota e Matteo Demenego, in quel di Trieste, non si placano le polemiche innescate a seguito del botta e risposta via twitter tra Chef Rubio, il fratello di una delle due vittime, Matteo Salvini, Rita Dalla Chiesa e Giorgia Meloni.

Ma prima di tutto veniamo a cosa è successo venerdì 04 ottobre intorno alle ore 16:50.

Alejandro Augusto Stephan Meran, un 29enne di Santo Domingo, ha compiuto un furto ma pentitosi contatta il fratello, Carlysle Stephan Meran, di 32 anni, il quale, a sua volta, avverte la polizia. I due costituitisi si recano in volante in Questura. Qui si stanno facendo gli accertamenti del caso quando, non si sa ancora bene come, Alejandro – benché sembra essere afflitto da problemi psichici è ben addestrato al maneggio delle armi – riesce ad impadronirsi della pistola di servizio dell’agente Rotta scaricando su quest’ultimo diversi colpi e quindi uccidendolo. Fatto ciò, finito di scaricare il caricatore su Matteo Demenego che, uditi gli spari, gli era intanto venuto incontro,  è riuscito ugualmente ad appropriarsi della Beretta di Demenego, strappandola letteralmente dal cinturone di quest’ultimo, e recandosi armato verso l’uscita è stato intercettato e ferito, da una poliziotta che prontamente ha risposto al fuoco, impedendo così che il domenicano continuasse a mietere vittime.

A questo punto, messe a tacere le pistole, è iniziato il “fuoco di copertura” dai social.

Il primo a cinguettare su questa drammatica vicenda è stato Chef Rubio che si è così espresso: << Per servire il Paese (i cittadini, no i coglioni che vi mandano a morire), bisogna essere dei virtuosi, viverla come missione e non come lavoro, essere impeccabili, colti, preparati fisicamente e mentalmente così da gestire qualsiasi imprevisto. I colpevoli sono sopra non sotto >> e subito dopo sono cominciati i commenti in ordine sparso:

  • Gianluca Demenego (fratello di Matteo): << sono il fratello del poliziotto impreparato! Beh, tieni sempre la guardia alta quando giri perché se colgo impreparato pure te fai la fine di mio fratello! Uomo di m***a! Ti auguro di perdere un tuo caro! A presto! >>;
  • Matteo Salvini: << A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio. Non sei uno “chef”, sei uno stupido” >>;  
  • Rita della Chiesa: << Allora, adesso basta con questa storia della mancanza di preparazione dei nostri ragazzi delle #Forze Dell’Ordine. @rubio_chef, se mai ti capiterà di essere minacciato pesantemente da qualcuno,difenditi da solo, visto che di loro non ti fidi. Vergognati per la tua immensa pochezza >>
  • Giorgia Meloni: << Odio dover dare spazio a questo individuo in cerca di visibilità. Ma questa volta è davvero troppo. Insulta la Polizia nel giorno in cui vengono uccisi due agenti. E questo miserabile ce lo ritroviamo in televisione. Insultano le divise quando muoiono. Le insultano quando si difendono. Le insultano quando lavorano per la sicurezza di tutti noi. E nessun politico o giornalista di sinistra che spenda mezza parola per condannare parole agghiaccianti come queste. Le condividono? >>.

Ora, come è abitudine de l’Ortis, facendo una giusta tara tra ciò che è accaduto, quanto si è dichiarato e lo stato dell’arte delle forze dell’ordine, mi sento in dovere, in primis, di esprimere le mie più sentite condoglianze ai parenti delle vittime, i quali hanno perso prematuramente i loro cari solo perché, questi ultimi, per un misero stipendio, stavano adempiendo ai loro doveri di servitori dello Stato, ma subito dopo mi sento in dovere di raccogliere la provocazione di Chef Rubio, perché, anche se posta male, (e quindi rende anche legittima e comprensibile la reazione del fratello della vittima) va a denunciare una situazione di inappropriatezza delle forze dell’ordine che è realmente presente in larghe fasce delle stesse.

E si badi bene che ciò è palese a chiunque abbia un po’ di dimestichezza riguardo i temi della sicurezza, degli armamenti e delle normative di applicazione delle stesse.

Su queste tematiche poi, cari lettori, posso tranquillamente autocertificare la mia competenza, ma andiamo al dunque:

NEL 2019 LE NOSTRE FORZE DELL’ORDINE HANNO NELLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEI CASI, ARMAMENTI, ABBIGLIAMENTO E BUFFETTERIA, COMPLETAMENTE INADEGUATI!

Infatti, riguardo il vestiario e l’armamentario, a voi sembra normale che nel III millennio degli agenti di sicurezza:

  1. Debbano ancora calzare, nella stragrande maggioranza dei casi, anche per mansioni fuori ufficio, delle scarpe stringate con le suola di pelle? Roba che, un altro po’, non si usano più neanche nelle balere!;
  2. Nella stragrande maggioranza dei casi indossino, anche per mansioni operative, giacca e cravatta? Questione critica, tra l’altro, evidenziata già durante la II Guerra Mondiale dove, il Regio Esercito era l’unico al mondo a combattere come se stesse andando ad un matrimonio!;
  3. Non abbiano tutti in dotazione “giubbotti sottocamicia antiproiettile della tipologia IIIA”, cioè, leggerissimi, in grado di resistere a proiettili calibro 7,62? Se i nostri due agenti li avessero avuti addosso ora sarebbero ancora qui con noi!
  4. Debbano portare a spasso pistole che pesano, compreso i 15 colpi del caricatore, 1 kg (un ferro da stiro insomma), quando, la stessa Beretta produce pistole che non superano gli 8 etti?;
  5. Non debbano ancora avere un Taser a testa?.

Certo che no, e se questo già vi fa comprendere come i nostri agenti siano costretti a lavorare male che cosa mai pensereste se vi dicessi che un poliziotto o un carabiniere:

  1. In media, durante l’anno, non può sparare, in poligono, più di 240 colpi, cioè si recherà al tiro n°4 volte, gli extra tiri, infatti, dovrà pagarseli lui;
  2. Nella stragrande maggioranza dei casi si esercita su sagome fisse e non con la tecnica del tiro dinamico difensivo/reattivo come invece dovrebbe dati i mutevoli scenari;
  3. Spesso e volentieri, a meno che non abbia provveduto da se stesso, volontariamente, non ha nessuna preparazione seria riguardo il “Krav Maga”.

Ora con questo non voglio dire che dobbiamo fare come in Cina dove i futuri agenti vengono selezionati tra i monaci laici dell’ordine Shaolin, ma di sicuro dobbiamo far si che le tecniche di combattimento corpo a corpo impartite ai Tuscania, piuttosto che ai NOCS, siano pane quotidiano anche per il più semplice tra gli agenti.

Anche la normativa va completamente riformata.

È mai possibile che vi siano problemi nel tenere ammanettata, sempre e comunque, una persona durante un’interrogatorio o un accertamento?

Se, quel dannato pomeriggio, i fratelli Meran lo fossero stati, oggi, certamente, non saremmo qui a piangere la scomparsa di due onesti cittadini.

Questa è l’amara e triste verità e chi ha il coraggio di affermare il contrario, magari gridando: << va tutto bene madama la marchesa … >>  o è folle o è in malafede!

Lorenzo Valloreja

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