VIVA IL POPOLO FRANCESE!

C’è poco da fare, al netto di invidie o antipatie reciproche, il popolo francese è proprio un gran popolo!

Lo dico non perché io sia un particolare estimatore della violenza o dell’anarchia, anzi, le aborro entrambi, ma semplicemente perché i nostri cugini, per lo meno, hanno il coraggio di ribellarsi su questioni pregnanti per la società nazionale come il caro benzina o la pensione e non per la sconfitta della propria squadra del cuore.

Insomma i francesi non vivono come dei pecoroni cosa che, ahimè, facciamo troppo spesso noi italiani e se lo ammettiamo noi de l’Ortis, che siamo profondamente sovranisti ed innamorati fino allo spasmo della nostra Patria, vuol dire che è vero.

Vedete cari lettori, i giureconsulti, nel XVII secolo, elaborarono la teoria del contratto sociale (un ragionamento che spiega la nascita della cosiddetta “società”, ossia di quella forma di vita in comune che sostituisce lo stato di natura, in cui gli esseri umani vivono in una condizione di instabilità e insicurezza per la mancanza di regole riguardo quelli che sono i loro diritti e doveri) e tra di essi il più grande è stato senz’altro Thomas Hobbes.

Questi infatti amava dire che. << per il fatto che la condizione dell’uomoè una condizione di guerra di ogni uomo contro ogni altro uomo (homo homini lupus), e, in questo caso, ognuno è governato dalla propria ragione e non c’è niente di cui egli può far uso che non possa essergli di aiuto nel preservare la sua vita contro i suoi nemici, ne segue che in una tale condizione ogni uomo ha diritto ad ogni cosa, anche al corpo di un altro uomo. Perciò, finché dura questo diritto naturale di ogni uomo ad ogni cosa, non ci può essere sicurezza per alcunodi vivere per tutto il tempo che la natura ordinariamente concede agli uomini di vivere … Da questa fondamentale legge di natura che comanda agli uomini di sforzarsi alla pace, deriva … che un uomo, sia disposto, quando anche altri lo sono, per quanto egli penserà necessario per la propria pace e difesa, a deporre questo diritto a tutte le cose; e che si accontenti di avere tanta libertà contro gli altri uomini, quanta egli ne concederebbe ad altri uomini contro di luiQuesta è la legge del Vangelo: tutto ciò che tu richiedi che gli altri ti facciano, fallo a loro; e la legge di tutti gli uomini: quod tibi fieri non vis, alteri ne feceris … il motivo e il fine per cui questa rinunzia e questo trasferimento di diritto vengono introdotti non è altro che la sicurezza personale di un uomo nella sua vita e nei mezzi per preservare la sua vita, in modo tale che essa non gli sia di peso … Il mutuo trasferimento del diritto è ciò che gli uomini chiamano CONTRATTO >>.

Da ciò ne consegue che noi cediamo parte dei nostri diritti allo Stato, il quale plasticamente è presente attraverso il suo corpo politico, affinché ci difenda e ci tuteli, dalle minacce interne ed esterne, ma ciò obbliga anche i rappresentanti dello Stato (parlamentari, ministri, ecc. ecc.) a rispettare questo contratto perché se essi fossero inadempienti tale accordo potrà ritenersi risolto, nel senso che noi non siamo più obbligati verso questi signori!

In tal senso, un altro grande pensatore, John Locke, ci viene ancor più incontro, infatti, qualche decennio dopo Hobbes, egli affermò che contro: <<l’esercizio del potere oltre il diritto >> è sempre e comunque giusto ribellarsi, infatti << là dove la legge finisce, comincia la tirannide …
ciò consiste nel far uso del potere che uno ha nelle mani non per il bene di quelli che vi sottostanno, ma per il suo distinto vantaggio … e i suoi comandi e le sue azioni sono dirette non alla conservazione delle proprietà del suo popolo, ma alla soddisfazione delle proprie ambizioni, vendette, cupidigie o altre passioni sregolate
>> e se Locke non fosse vissuto nel XVII secolo potremmo quasi pensare che quando scrisse queste pagine, molto probabilmente, stava pensando proprio a Macron.

Perciò viva il popolo francese, viva i gilets jaunes, perché consapevoli o meno, sono gli unici veri eredi di Thomas Hobbes e John Locke, altro che facinorosi …

Lorenzo Valloreja

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