CLAMOROSA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI CHIETI

Clamorosa e piuttosto imprevedibile (considerati i tempi, ma di innegabile rigore logico e istituzionale) la sentenza del Tribunale civile di Chieti che condanna uno dei principali social network  al pagamento di una somma non proprio irrisoria (quindicimila euro nonché le spese legali) nei confronti di un professionista che aveva postato fotografie di Benito Mussolini e una bandiera della Repubblica sociale italiana, e pubblicato commenti in tema, di intuibile scorrettezza politica e non conformi. 

Il colosso informatico-digitale aveva inoltre sospeso l’account dell’avvocato teatino.  

Assolutamente interessante l’ ordinanza, che qui riportiamo letteralmente come da pagina di Chieti dell’ appendice regionale abruzzese de il Messaggero del primo febbraio. 

“  Benito Mussolini è stato Capo di governo dello stato italiano e come tale è stato riconosciuto nella comunità giuridica internazionale e , fatto storico , non è stato oggetto , come persona fisica , di alcuna sentenza di condanna per attività illecita ( la decisione della sua fucilazione non è certo ascrivibile a rango di pronuncia giurisdizionale , nemmeno di autorità di fatto ) , le sue condotte non sono state ritenute difformi dal diritto internazionale dell’ epoca , sia generale sia pattizio . La bandiera della RSI è propria di un soggetto che non ha trovato ovviamente riconoscimento nel diritto internazionale pattizio , ma che tale ( cioè soggetto giuridico di diritto internazionale ) si è manifestato nel diritto internazionale generale , come noto connotato dalla effettività della sovranità , nel caso specie, ahimè , esistente”. 

La lettura storica suggerita da questa pronuncia è, nei confronti di certe logiche da Pensiero unico, potenzialmente devastante , a prescindere da quello che avverrà nell’ iter del triplice grado di giudizio. Basti pensare al passaggio in cui si adombra una totale illegittimità del CNL in tutte le sue istanze (che ne direbbe Sandro Pertini?). 

Vediamo se chi proclama che le sentenze “non si discutono”, riuscirà ad essere coerente. 

A.Martino  

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