ITALEXIT, MA CHI LA VUOLE DAVVERO?

Cerchiamo di capirci qualcosa : sul Corriere della sera  del 14 febbraio (San Valentino), in una specie di dichiarazione d’amore all’ eurocrazia, Giancarlo Giorgetti, presunta eminenza grigia di Matteo Salvini, avrebbe sancito l’ irreversibilità tanto della presenza italiana nell’ Unione europea quanto della rinuncia all’ indipendenza e sovranità monetaria (giacché questo è in fondo l’ Euro).

Ovvii tonfi al cuore per sovranisti e dintorni, amarezze, disorientamenti : va bene, sappiamo benissimo come in certi ambienti si faccia di tutto per ottenere “certificati di conformità” per il Capitano, ma una presa di posizione così secca e definitiva sembra davvero troppo.

Il giorno dopo, si fa sentire dalla Lombardia tra Milano e Bergamo  lo stesso Matteo Salvini, tra diretta Facebook e interviste al volo : “o  l’Europa cambia o muore. È quello che dice anche Giorgetti, stiamo lavorando come matti per cambiare alcune regole europee a partire dal prossimo bilancio che tutti riconoscono come dannoso per l’Italia e italiani. Se queste regole europee cambiano, bene. Altrimenti non si può morire soffocati in una gabbia».

«Voglio uscire dall’Europa? No. Io sto lavorando per stare meglio come Italia dentro l’Europa. Ma se dovessi scegliere con la pistola puntata alla tempia chi salvi, l’Unione Europea o l’Italia e gli italiani? Tutta la vita l’Italia e gli italiani». Dal palco della festa della Lega a Palazzago (Bergamo), utilizzando una metafora Salvini ha poi aggiunto: «Oggi ho detto: siamo in Europa per cambiare le regole. Se però dobbiamo stare in Europa, pagar le spese del condominio Europa e poi sulla mia scala il riscaldamento non funziona, l’ascensore non funziona e i rifiuti non li recuperano mai, allora posso anche dire, a un certo punto, o cambia l’amministratore del condomino o sono io che cambio appartamento». «Se pago – ha concluso – ho diritto ad aver i servizi per cui pago. Non è che l’Italia deve pagare per aiutare gli altri».

«Continuiamo a dire testardamente da anni le stesse cose: lavoriamo per cambiare l’Europa da dentro, per cambiare le regole europee sull’immigrazione, le tasse, il commercio e l’agricoltura. O l’Europa cambia o non ha più senso. Gli inglesi hanno fatto la loro scelta, noi stiamo cercando di cambiare le regole, pare che testardamente a Bruxelles nessuno voglia cambiarle, poi i popoli scelgono», ha detto Salvini. «Non stiamo chiedendo un privilegio per l’Italia, ma pari dignità. Se uno ti dice no e ti prende a pernacchie, poi il popolo fa le sue scelte», ha concluso.

«In questo momento stiamo lavorando per il Conte-exit, che è l’emergenza per il Paese», ha ribadito il Capitano con una punta di umorismo.

Insomma, a nostro modo di vedere : i cosiddetti sovranismo ed euroscetticismo continuano ad avere una buona sponda (ma vivamente contrastata) in quel della Lega e forse, di Fratelli d’ Italia. Quello che manca sono la determinazione ad andare davvero sino in fondo, il coraggio nella sfida aperta al tabù-dogma dell’ europeismo : ovviamente non “uscendo” tra la mattina e la sera o rimettendosi a coniare moneta come se fosse il giornale del mattino, ma almeno paventando un iter di messa in discussione ed osandone la aperta spendibilità elettorale.

Certo, non è questo il momento, stando all’opposizione, di andare in collisione frontale con l’eurocrazia e i suoi potentissimi, egemoni alleati-pedine sullo scacchiere italiano: il biglietto del lunapark per l’ autoscontro sarebbe dal costo enorme. Ma la questione suprema è : questa ambiguità è strumentale e prudenziale, o reale (cioè mirante a un puro e semplice serbatoio di voti antisistema, più che maturamente sovranisti e indipendentisti) ?

A.Martino  

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