E’ RIPARTITA IN GRANDE STILE L’ INVASIONE-SOSTITUZIONE ETNICA IN CHIAVE “SMART”, E LA PUNGENTE IRONIA DI ALESSANDRO BERTIROTTI LA SVERGOGNA.

Mentre palazzo Madama si accinge a dare il via libera al processo contro Matteo Salvini per aver osato negare l’ ingresso in Italia alla nave di una ONG quando era ministro dell’ Interno e Conte presiedeva un governo di alleanza tra grillini e non la sinistra immigrazionista ma la Lega (la genesi in estrema sintesi dell’ affaire è questa); e dopo aver graziosamente concesso all’ avvocato garganico la proroga dello stato di emergenza cioè il consolidamento del regime tecnosanitario, menti libere, vivaci e “muscolose” riescono a scorgere il nesso tra le due cose. Come, stiamo per vederlo, il nostro illustre amico prof. Alessandro Bertirotti.

Cioè, che questo “stato di emergenza”, tra le sue emergenze, comprende quella di farci recuperare (si fa per dire) il tempo perduto nell’ invasione e sostituzione etnica. Risposta scontata: ma quale invasione..! Qui nessuno si presenta a mano armata (tanto, pure se lo facessero i buonisti riuscirebbero a giustificarli). E infatti, ecco la sua caratteristica smart.

Sta di fatto però, che una cambiale di Di Maio prossima a scadenza è lo smantellamento del “decreto sicurezza” salviniano; e che “il fratello del commissario Montalbano” ha esortato a smetterla con queste lungaggini burocratiche quando arrivano le navi delle ONG. E sta di fatto anche che la povera, splendida, Sicilia, in piena e alta stagione turistica, invece che recuperare qualcosa sulla disastrosa serrata primaverile da pandemia, è invasa da torme di clandestini forse tutti “tamponati” o forse no, ma comunque assai tendenti a scappare dai centri di raccolta. Sta di fatto che la “mia ministra” dell’ Interno inizia a riconoscere la “complessità e straordinarietà” della situazione; preoccupazioni d’ altronde di facciata, perché l’ importante è che il business dell’ accoglienza non si fermi e recuperi il tempo perduto tra Salvini e inevitabili restrizioni obbligate per un minimo di coerenza con l’ emergenza sanitaria che d’ altronde, proprio loro proclamano (inevitabili contraddizioni e discrasie del mondialismo). E sta di fatto che lo “stato di emergenza” la emergenza la vede in pratica, riguardo all’ immigrazione, tutta dal punto di vista delle ONG e delle loro flottiglie.

E allora, invece che roderci per l’ ennesima volta il fegato, ben venga l’ ironia (o sarcasmo, non saprei, il confine è sempre incerto) colti di Alessandro Bertirotti che ci permettiamo di estrarre dal fantastico articolo “Viva l’ Africa!” sul suo blog del 30 luglio su Il Giornale:

“…….Fate un regalo ai vostri figli, di circa tremila euro. Dovrebbero essere sufficienti. Invitateli a prendere un Ryanair (che sembra essere ancora abbordabile economicamente), diretti in qualche amena cittadina nordafricana della Libia, Algeria oppure Tunisia, a loro piacimento. Una volta giunti, è necessario vadano al mare tutti i giorni, almeno per otto ore, si divertano, facciano il bagno nelle meravigliose acque del mare nostrum, e socializzino il più possibile con gli autoctoni. A tempo debito, sapranno loro stessi, in quanto giovani preparati ma frustrati, trovare il modo di imbarcarsi in qualche carretta del mare, diretti verso le coste italiane (meglio della Sicilia, rispetto alle altre). Mi raccomando: è fondamentale che portino in vacanza il loro smartphone, per inviare qualche fotografia, postabile su Instagram alla crucca Karola Rackete e alla evoluta Gretina nordica, della traversata avventurosa. In questo modo, avranno quasi assicurata una ulteriore ridondanza nel main stream, tanto cara, per esempio, alla nostra Europa amica.

Certo, durante il viaggio possono rischiare di morire, ma almeno potranno dire di averlo fatto divertendosi come se fossero in un film di Sergio Leone.

Una volta sbarcati, se si sono abbronzati bene, si saranno talmente mimetizzati con gli altri colleghi africani autoctoni che saranno prontamente inviati in qualche centro di accoglienza, e dunque spediti in qualche parte d’Italia, mantenuti a vita.

Ecco, trovato il lavoro: fisso ed assicurato.

Buone vacanze.”

A.Martino

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