CHI SI VACCINERA’ TENGA PRESENTE CHE “NON E’ POSSIBILE AL MOMENTO PREVEDERE DANNI A LUNGA DISTANZA”. E NON LO DICE QUALCHE FOLLE NO VAX O NEGAZIONISTA, LO DICE LO STATO.

Ne stanno facendo un atto di fede individuale e intimo nella nuova religione scientista e sanitaria esaltata nel modo più esplicito anche da Mattarella nel discorso a reti unificare della fine dell’ anno, di ricatto morale collettivo (“per non essere irresponsabili” e per questo la TV di stato ha mobilitato anche a Domenica In condotta da Mara Venier la ottantaseienne Giovanna Ralli, antica protagonista di Cinecittà), ma la Ragione (per me superiore alla stessa Scienza di cui questa è figlia) imporrebbe qualche riflessione, qualche distinguo, qualche ragionamento (appunto). Naturalmente ciò basta a essere etichettato come “negazionista” e “no vax”; ma anche nel Medio Evo, eccepire a qualche dettaglio di dottrine teologiche ritenute autorevoli e definitive, poteva bastare a essere catalogato come empio ed eretico.

Vorrei quindi semplicemente evidenziare tre assiomii per nulla rassicuranti della vulgata sui vaccini, le risposte ai quali dovrebbero imporre sia cautela nel singolo cittadino che sano scetticismo nei confronti delle contraddizioni che il main stream in un martellamento davvero senza precedenti, sta operando.

1) Il vaccino è l’unica e certa via di uscita da tutto questo.

Ebbene, ricordiamo ancora una faq (nuova sbrigativa fonte giuridico-interpretativa del ministero della Salute) per nulla rassicurante: “ Anche se l’ efficacia è molto alta (oltre il 90 %) vi sarà sempre una porzione di vaccinati che non svilupperà la difesa immunitaria, inoltre, ancora non sappiamo in materia definitiva se la vaccinazione impedisce solo la manifestazione della malattia o anche il trasmettersi dell’ infezione. Ecco perché essere vaccinati non conferisce un “certificato di libertà” ma occorre continuare ad adottare comportamenti corretti e misure di contenimento del rischio di infezione”. Insomma, non vi è alcuna conseguenzialità fra obbedienza vaccinale di massa e liberazione dalla pandemia (o più malignamente se si preferisce, dalla dittatura sanitaria).

2) Farsi vaccinare è un atto di fiducia nella scienza, dovuto e da persona sensata, razionale e responsabile: non ha senso avere il minimo dubbio.

Vorrei far notare che nelle immagini e nei filmati di propaganda vaccinale sono visibili sempre e solo gli attimi in cui, con fiducia anche se spesso con una certa trepidazione, ci si abbandona alla inoculazione e alla apposizione immediatamente successiva di un cerotto sulla parte punta del braccio. Nessuno vi fa vedere il momento della firma (anzi delle firme) che il personale sanitario provvede a doverosamente raccogliere. Mi pare particolarmente interessante il punto 10 di tale protocollo (allegato 1 pag.11), che recita testualmente: “Non è possibile al momento prevedere danni a lunga distanza”. E brava la Dea Scienza: se a causa dello scombussolamento del mio DNA tra cinque o sei anni mi beccherò una orticaria cronica, o una stipsi da occlusione intestinale, o un cancro ai polmoni, peggio per me; ho firmato!

3) Tutte chiacchiere, il vaccino sarà tra poco o pochissimo, obbligatorio.

Non è vero, non conviene in modo assoluto al Sistema nella sua globalità, e in Italia anche per un motivo specifico. Innanzitutto la obbligatorietà comporterebbe l’ assoluto obbligo statale a favore di ogni cittadino italiano, magari solo di determinate categorie, di somministrare il vaccino: una eventuale positività, fosse pure per semplice ritardo nella inoculazione, comporterebbe rilevanti responsabilità della sanità pubblica esperibili anche da eventuali eredi.

Ma la obbligatorietà, e veniamo al punto più scabroso , comporterebbe un salto nel buio per lo stato italiano come per tutti gli altri: e qui torniamo a quel “Non è possibile al momento prevedere danni a lunga distanza” che dà un certo brivido alla schiena. Se mi si obbliga, con tutti i miei cari, vuol dire che, in alternativa: a) i dubbi sulla “lunga distanza” si sono chiariti ; b) pur di frenare questa pandemia, il benamato stato è pronto a fare tutto il suo dovere sanitario, assistenziale, sociale ed economico verso esiti nefasti su di me o sulla mia famiglia. Questa è anche la posizione di Mario Giordano contrapposta a quella del suo direttore Maurizio Belpietro su La verità: Belpietro si oppone alla obbligatorietà per liberalismo classico, Giordano provocatoriamente la chiede

Ovviamente, però, c’ è la via di mezzo ricattatoria, ben più economica e funzionale al loro “gran reset”, decrescita felice e controllo di massa alla cinese compresi: dato che sono stato così irresponsabile e irrazionale da non consentire il vaccino su di me e i miei figli con la famosa firma, posso scordarmi ( se vi saranno di nuovo) viaggi in treno o aereo, visite a musei, scuole, forse pure accesso a locali commerciali. Una soluzione di straordinaria perfidia giuridica senz’ altro funzionale all’ immane ipocrisia e mala fede che ormai regola ogni piega del Sistema.

Se tutto ciò significa essere no vax o negazionista, non lo credo ma francamente mi importa ben poco quanto pensino lorsignori: in tutta questa spaventosa distopia l’uso della Ragione è una delle poche consolazioni di natura umana. E non significa nemmeno invitare a diffidare del vaccino: ma semplicemente, a decidere tenendo conto della situazione reale, soppesando i pro e i contro che in ogni persona e in ogni famiglia variano.

Con buona pace di “zia Mara” col suo pop-trash pomeridiano  e di una vecchia gloria del cinema spaventata e pateticamente implorante la puntura, che il viale del Tramonto l’ha già abbondantemente percorso.

A. Martino     

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