HAI DIECIMILA EURO SUL CONTO IN BANCA ? IN GERMANIA VORREBBERO PRENDERTENE DUEMILA!

Se fossi uno psicologo, diagnosticherei  con un termine professionale e ormai di uso comune, l’atteggiamento delle cosiddette elites italiane verso l’ex Deutsches Reich . Parlerei cioè, con riferimento alla celebre rapina in una banca di Stoccolma con annessa presa di ostaggi, durante la quale costoro svilupparono sentimenti  progressivamente per nulla ostili verso i criminali anzi persino di innamoramento da parte di qualche donna, di “sindrome di Stoccolma”.

Occorrerebbe un saggio ad hoc sul ripercorrere le spoliazioni cui siamo stati sottoposti, sotto l’egida della dea Europa e a beneficio soprattutto dei  nostri cugini di secondo o terzo grado germanici, e secondariamente dei cugini di primo grado francesi  : dal reale panfilo Britannia allo smantellamento dell’ IRI, all’accanita difesa, da parte del Governatore Ciampi,  della lira sotto attacco del “filantropo “ Soros oltre la soglia di rischio della dilapidazione delle riserve in valuta pregiata (bisognava presentarsi ben vestiti, profumati di acqua di Colonia e con la barba ben rasata, sul patibolo dell’ Euro cui già si pensava), passando per lo sciagurato concambio Lira-Euro a 1936,237 che fece esultare il suddetto assieme a Prodi con la moneta da un euro fresca di zecca portata in trionfo come il sospirato erede ; fino ad arrivare al micidiale autunno 2011 del sostanziale golpe eurofinanziario contro un Berlusconi ostaggio dei suoi stessi interessi  imprenditoriali quotati sul mercato , irriso dai suoi “amici “ Merkel e Sarkozy e trascinato nel fango di tutte le possibili e immaginabili conseguenze della condizione di “pregiudicato”.

Ma non voglio rubare il lavoro, e l’ultima fatica letteraria, dell’amico Lorenzo nostro Direttore, che su questo e dintorni ci ha scritto un magnifico libro, vademecum e bignamino di sovranismo e geopolitica alternativa. Veniamo a più stretta attualità. Alla fine di ottobre, il capo economista della banca centrale tedesca Karsten Wendorff  torna a consigliare ( o minacciare) la patrimoniale in Italia. Un tema che la Bundesbank indica spesso come soluzione finale (non aveva già parlato qualcuno da quelle parti, di Endeloesung ? )  per sistemare la nostra finanza pubblica. Wendorff, che dice di parlare a titolo personale, propone una specie di consolidamento di una parte del nostro debito pubblico attraverso l’emissione di “titoli di solidarietà” alimentati con il 20% del patrimonio netto degli italiani. Ma il consolidamento del debito sarebbe parziale sia nell’ammontare (Wendorff parla di metà del debito pubblico italiano) sia nel tempo: tre anni o cinque nel malaugurato  caso di default. Prima o poi però i “titoli di solidarietà”, andrebbero rimborsati e quindi il problema sarebbe solo stoltamente procrastinato. Ebbene, calibrando le parole e non lasciandomi andare al dire quello che penso per intuibili ragioni, questa proposta è semplicemente predatoria e finanziariamente parlando, una bomba atomica concepibile solo in ambienti e formae mentis estremistiche quali il Pensiero Unico euroatlantista in tutte le sue declinazioni è, assolutamente non esclusa quella economico-finanziaria. Oltretutto, Wendorff parla di “patrimonio netto degli italiani”.

Mi auguro che questa definizione escluda gli immobili, perché sarebbe voler provocare davvero una rivoluzione antieuropea in Italia.

Dunque bisogna concentrarsi sulla ricchezza finanziaria che, secondo i calcoli di Banca d’Italia ammonta a 3.800 miliardi. Il 20% in titoli di solidarietà equivarrebbe a 760 miliardi.

Come impossessarsene? Duecentottanta miliardi potrebbero arrivare drenando i conti correnti che ammontano a oltre 1400 miliardi (fonte: Abi Monthly Outlook di ottobre 2018, n.d.R.). Ma le banche private come reagirebbero? Restano 480 miliardi che andrebbero prelevati dal portafoglio titoli: obbligazioni italiane ed estere, BTp, azioni e via elencando. Ma qualcuno ha idea di quello che succederebbe sul mercato a fronte di una ondata di vendite così massiccia? Le quotazioni crollerebbero di colpo e si provocherebbe un gigantesco panic selling.

Intervistato da Il Sole 24 ore, l’ex Ministro Giulio Tremonti ha rilasciato uno dei suoi magistrali commenti, frutto di grande cultura non solo economica e finanziaria, di cui riportiamo un breve stralcio. Anche se a mio sommesso avviso, il punto focale è un altro, e neanche il professor Tremonti ancora, ha il coraggio di dirlo oltre che sicuramente pensarlo : ma come si permettono, i mangiacrauti, di decidere la sorte dei risparmi nostri, o che i nostri avi ci hanno lasciato?

“Torniamo alla Weltanschauung… È quella che fa immaginare al capo economista della Bundesbank una forma impositiva forzosa sull’Italia come se la proiettasse dalla Germania e senza minimamente considerare il punto di arrivo, cioè l’ Italia. Come diceva Benedetto Croce, i tedeschi tendono all’ideologia pedagogica. La struttura economica e sociale dell’ Italia non è certo quella della Germania. Lì c’ è lo Stato come forte entità fiduciaria riconosciuta, le mutue, il maggiorascato, e la struttura economica porta ad avere poca proprietà immobiliare. Da noi è l’ opposto: lo Stato non riveste il ruolo di rappresentazione fiduciaria così marcata e i risparmi sono il risultato di una atavica virtù, ma anche di una atavica diffidenza e sono, alla fine, una forma di difesa”.

Insomma, la  pingue aquila che campeggia sulle monete da uno e due euro, dagli artigli smussati per politicamente corretta ipocrisia, ci volteggia attorno più come un avvoltoio, che come il fiero simbolo imperiale del Barbarossa caduto nella polvere della disfatta cento anni fa, e poi di nuovo ma senza corona e con una svastica tra le zampe.

Noi de L’ Ortis siamo perfettamente consapevoli che, in questo momento, uscire dall’Euro sarebbe pericolosissimo, ma non perche l’Euro sia cosa buona e giusta: per l’Italia è stato una colossale truffa, non bisognava semplicemente farsi abbindolare e cedere, cosa gravissima quanto o più di una guerra persa, la sovranità monetaria;ed ora temo che siamo proprio in trappola.

L’ipotesi del Signor Wensdorff, comunque, è così finanziariamente sgangherata e violenta, che dovrebbe suscitare poca preoccupazione . E’ purtroppo anche vero che si può legittimamente temere che in “Buba” o in un altro effettivo e nevralgico centro decisionale eurocratico o dell’asse franco-tedesco, qualcosa di meno irrazionale e drastico sia messo a punto, e lo si tenti di propinare come il solito “sacrificio per rimanere in Europa, altrimenti cadiamo nel baratro” ecc. E’ parimenti probabile che provocazioni del genere siano un semplice ballon d’essai per testare la sensibilità e vigilanza di opinione pubblica e politica su simili deliranti idee: e ahimé, la reazione di media e opinione pubblica è stata distratta e fiacca.

Dunque e però, speriamo vivamente che questo governo duri cinque anni, e che sappia tutelare i nostri soldi (quindi, il nostro presente e il futuro dei nostri figli) se da rapaci o da avvoltoi, fate voi. In questo senso, e non nell’obbedienza all’eurocrazia e ai suoi dubbi calcoli di bilancio, riteniamo che stia la “tutela del risparmio” spesso invocata dal Presidente Mattarella.

Antonio Martino

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