L’ECONOMIA AMERICANA AFFONDA SPERANDO DI SOPRAVVIVERE SOLO GRAZIE A UN DEFICIT ASTRONOMICO, E LA CINA CRESCE IN PRODUTTIVITA’ E SURPLUS COMMERCIALE. NULLA DI IMPREVEDIBILE O DI STRANO.

Viva la matematica. Quando le cifre non sono taroccate, ovviamente.

Noi de L’ Ortis saremmo i soliti “profeti di sventura sovranisti”, dei Bastian Contrario patologici e irritanti.

Peccato che i puri e semplici dati macroeconomici globali confermino in pieno le nostre letture delle prospettive economiche. Gli USA declinano inarrestabilmente, grazie anche o soprattutto alle misure “comuniste” di Biden come definite dai repubblicani duri (massicci sussidi ai cui confronti l’italico reddito di cittadinanza è un ridicolo “pensierino”, e aumento selvaggio delle tasse sui redditi più alti); e ai dogmi delle chiusure di tutto. La Cina invece (oggettiva beneficiaria economica della pandemia, se in buona o mala fede qui non interessa) da tutto questo disastro esce vincente ed oggettivamente rafforzata.

Ma andiamo appunto, ai numeri.

Il presidente Biden, sbandierando la positiva campagna vaccinale e la riapertura delle attività economiche (com’è umano lei, sussurrerebbe Fantozzi rag. Ugo), aveva “sparato” un milione di assunzioni nel mese di aprile. E gli analisti gli erano andati dietro, anche perché categoria di solito politicamente corretta e quindi tendenzialmente dem.

Con loro sorpresa e amarezza, sono mancate all’ appello ben 734.000 assunzioni e il tasso di disoccupazione, celebrando la restaurazione post trumpiana, è schizzato al 6,1%. Ma anche marzo e febbraio hanno dati sull’ occupazione rivisti al ribasso. Insomma, dall’ inizio della pandemia fino a oggi, negli States sono scomparsi 8.200.000 posti di lavoro.

Non è una malignità faziosa pensare che chi si ritrova un sussidio da oltre millecinquecento dollari non sia motivatissimo nella ricerca di un nuovo posto di lavoro, e che mesi di inattività hanno semplicemente ucciso tante imprese, le quali altrettanto semplicemente non sono risorte solo perché così auspicherebbe l’amministrazione dem. Un perfetto scenario assistenziale da Venezuela o Argentina.

Si conferma la sensatezza, se non altro dal punto di vista economico e con spiccia mentalità imprenditoriale, di Donald Trump che fece il possibile per arginare non tanto le chiusure quanto la mentalità stessa del lockdown, certo arrivando a infettare sé stesso e la signora Melania. Ovviamente, anche qui la lettura è divisiva: irresponsabilità per gli uni, eroismo di un leader per altri.

Non resta quindi da sperare, per i democratici, nell’ effetto dei finanziamenti quantitativamente mostruosi (quattromila miliardi di dollari) a infrastrutture e “transizione ecologica”.

Discorso totalmente diverso riguarda la Cina, guarda caso proprio origine geografica della maledetta pandemia detta scandalosamente da The Donald “chinese virus”. Dalle parti del Dragone, infatti, ogni grafico andamentale tende in alto: domanda interna, export, indici manifatturieri ecc.

Sempre in aprile l’export della Bandiera rossa è cresciuto di un impressionante 32,3 %, e le importazioni (anch’esse segno di vitalità economica) del 43,1 %. Il surplus commerciale comunque e risaputamente, è tutto pro Cina attestandosi a 42,85 miliardi di dollari (se ne stimavano “appena” 28,1).

Nella nostra povera Italia invece, ci si trastulla con le disquisizioni su un’ora in meno o no di “coprifuoco” cioè di arresti domiciliari di massa notturni. E ci si consola col fatto che la crescita spaventosa del nostro debito sarà a beneficio della dea Europa, che tanto ci vuole bene.

A. Martino

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