A PARIGI IL DITTATORE SANITARIO MACRON FA IL SALTO DI QUALITA’ E INDICA LA VIA: CITTADINI “INFERIORI” I NON VACCINATI.

I fatti mi amareggiano e oggettivamente scoraggiano, ma non mi sorprendono.

Ma purtroppo a volte, si preferirebbe aver torto.

Lo stato di emergenza che verrà ulteriormente prorogato: lo avevamo previsto e anticipato.

Le varianti, che pian piano ci riporteranno a lockdown, coprifuoco o giù di lì: lo avevamo previsto e anticipato.

Forme stabilmente restrittive di libertà personale e diritti costituzionali (quelli seri e di tutti, non i famosi “diritti” LGBT): lo avevamo previsto e anticipato.

Meno avevamo previsto e anticipato che nella “grande” Francia, nello spazio di una giornata sola, un milione di cittadini si precipitassero a prenotare il vaccino, terrorizzati dal sempre più orwelliano Emmanuel Macron circa le loro vacanze, cene in ristorante, ecc. Ma anche dall’ evocato spettro della perdita del lavoro per gli appartenenti a diverse categorie, che dovessero in autunno ancora risultare “no vax”.

Il vaccino, in Francia, è ormai obbligatorio. Veramente il capo della Republique più giovane di Francia dopo Bonaparte Primo Console (nonostante l’età della consorte) non lo ha detto, ma il senso è quello: niente vaccino niente green pass (o tesserino dell’obbedienza) con relativa emarginazione sociale, e privazione dei mezzi di trasporto pubblici.

Ricordate che in Francia, nello scorso autunno, riesumarono il coprifuoco, prontamente seguiti dagli altri eurovassalli Italia per prima?

La Francia è terra di sperimentazione e avanguardia totalitaria mascherata di baggianate sulla gloriosa Rivoluzione e i diritti dell’Uomo e la repubblica, non vi è quindi nulla di strano. E’ una delle compagini statali a maggior tasso di massonicità, storicamente e concretamente. Sono ben attrezzati a livello di apparato repressivo e di vigilanza, per potersi permettere monitoraggi di massa sui passi della dittatura sanitaria, e mostrare la Fiaccola, come la statua della Libertà, che in effetti la Francia donò agli USA. Sono stati sempre all’ avanguardia didattica, Restaurazione e Napoleone III a parte, nelle tecniche di scristianizzazione.

E non vi è nulla di strano che in Italia già giochino a fare i pensierosi, con i vari Speranza e Burioni e nani e ballerine pidioti semplicemente entusiasti, e gli altri che, come da gioco delle parti della migliore commedia all’ italiana, “ci devono pensare”, “devono valutare” ecc.

Prevedo una identica misura in Italia, dove però la classe politica euroatlantista è più melliflua e meno autoritaria: spero che almeno per agosto il dado non sia tratto. Ma è in discussione solo il “quando”, non il “se”.

Godiamoci forse l’ultima estate quasi da liberi, gli sgoccioli dell’ allargamento delle maglie delle “limitazioni” a fini turistico-commerciali. Perché anche chi si fregerà e pregerà del suo bel “green pass” sarà pur sempre un sottomesso e un “inginocchiato”: egli, certo, premiato e ben visto; e gli ultimi renitenti (sovversivi e attenzionati 2.0), disprezzati ed emarginati.

Hanno vinto, ammettiamolo. Che poi sia una battaglia e non la vittoria finale, di ciò si può parlare. Ma a Parigi Macron ha dimostrato che il fischietto funziona, e che i cani obbediscono.

Scusate la brutalità, e senza disprezzo per i “cani” che traggono le loro ragioni dalla quotidiana fatica di vivere. Sono pur sempre nostri fratelli e sorelle.

A. Martino 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *