LA GUERRA IN DONBASS DIVENTA UN LIBRO

Vittorio Nicola Rangeloni, di Lecco, si trova nel Donbass dal momento del colpo di stato del 2014. I suoi articoli e video sono laconici e coincisi, privi dell’eccessiva emozionalita’ che non serve nel raccontare la tragedia e l’eroismo della gente di Donbass, martoriata da 7 anni dagli assassini dell’esercito ucraino e vergognosamente ignorata dal mondo occidentale.

Vittorio ha presentato in Italia in varie città e regioni il suo libro ” Donbass. Le mie cronache di guerra”.

Qui di seguito vi propongo una mia intervista alla “Voce del Donbass”, Voce pacata e contenuta, ma che trasmette una  forza incredibile. 

Ioulia Makarova Liakh:  Vittorio, innanzitutto ti ringrazio per il tuo tempo e per il tuo libro “Donbass. Le mie cronache di guerra”. Raccontami per favore come nasce l’idea di scrivere il libro, è la voglia di portare all’attenzione del lettore italiano quello che sta succedendo nel Donbass, la guerra che dura da più di sette anni, vergognosamente ommessa e taciuta dall’Occidente oppure è anche  la tua necessità di esorcizzare le tensioni? Vivi da qualche anno nel Donbass, e immagino di tensioni ce ne siano state.


Vittorio Nicola Rangeloni: << Il libro era in cantiere da diversi anni, ma non sempre ho avuto tempo da dedicargli. Avevo diverse storie chiuse in un cassetto, mai raccontate e pubblicate che per me erano importanti. In questi anni ho scritto articoli, pubblicato video reportage e fotografie del conflitto, ma ormai era arrivato il tempo di fermarsi, tirare le somme, riordinare il tutto e proporre qualcosa di nuovo: il libro. Purtroppo con il tempo la guerra del Donbass ha perso progressivamente quel poco interesse che aveva, entrando nel dimenticatoio. Anche chi ha seguito lo sviluppo degli eventi nei primi anni, da tempo ha iniziato a prestare meno attenzione. Eppure sul fronte è cambiato ben poco. Continuate a parlarne è doveroso e spero che la mia opera possa aiutare a far parlare dell’argomento >>.


Ioulia Makarova Liakh: Quando torni in Italia che differenza “ti salta all’occhio” per prima? Intendo – a livello energetico,  a livello spirituale, d’aria, se vogliamo. Conosco degli italiani che dopo il viaggio a Donetsk mi dicevano: ” Porca miseria, li c’è la guerra ma si è più liberi rispetto a qui!” Cosa ne dici?


Vittorio Nicola Rangeloni: << Questo senso di libertà raccontato da altre persone l’ho percepito il primo giorno in cui ho messo piede in quella regione, nel lontano 2015. Questa sensazione l’ho provata constatando la forza della popolazione martoriata di quella regione. La solidarietà reciproca, l’attaccamento verso la propria terra, la forza delle idee applicate nella vita quotidiana e la capacità di trovare cenni di normalità e positività in mezzo alle rovine sono cose che mi hanno colpito, insegnandomi molto. Tornando in Italia ciò si nota perché, purtroppo, qui si diventa sempre più individualisti, spesso non notiamo quanto di buono ci possa essere nei piccoli gesti e nelle piccole cose >>.


Ioulia Makarova Liakh: Sono felice di averti visto di persona anche se mi sembra di conoscerti da sempre, grazie anche a non poca espressività dei miei connazionali,  tutto il nostro mondo russo ti conosce, ti ammira, sei un mito, un personaggio, il figlio di una nostra amica e il motivo di orgoglio per tutti noi. Perché affettuosamente ti chiamano Vinka? Non mi hanno dato le spiegazioni, dando per scontatoche lo sapessi?



Vittorio Nicola Rangeloni: << In realtà il nomignolo è creazione di mia madre quando ancora ero piccolissimo. Esso nasce come un mix dei miei nomi di battesimo (Vittorio Nicola). Mi è sempre appartenuto fino a quando sono cresciuto, anche a scuola diverse insegnanti mi chiamavano così, molti addirittura nemmeno sapevano il mio nome di battesimo! >


Ioulia Makarova Liakh: Grazie ancora, non resta che augurare il futuro di quiete a Donbass e il risveglio al mondo che ha attorno.

I. M. Liakh

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