L’ITALIA COME LA GERMANIA CHE PORTO’ AL NAZISMO O COME L’URSS O LA CINA?

A molti non piacciono certe similitudini storiche, specialmente quando si evidenziano certe somiglianze molto scomode.

Ancor di più quando le ideologie contrapposte sembra che utilizzino le stesse tecniche per raggiungere degli obiettivi di sottomissione, spacciandoli per fini umanistico/sanitari.

Così fece Hitler, che riuscì a convincere i tedeschi, ma anche al di fuori della Germania, delle sue scelte scellerate.

Guai a credere che i tedeschi e non solo, fossero dei pazzi criminali.

Lo stesso fece Stalin, nella Russia ex zarista, denominata URSS.

Circa 10 milioni di morti assassinati dal regime Nazista, circa 80milioni, se non più, dal regime comunista dell’URSS, senza parlare di ciò che accadde in Italia nei nostri territori, oramai ex, dopo la depurazione etnica voluta da Tito.

Tecniche di convincimento che da sempre furono utilizzate dai gestori del potere, per imporre le loro volontà indiscusse.

Certo condanniamo il nazismo, ma … perché non viene condannato il comunismo, almeno in Italia, dal momento che in Europa lo si è fatto?

Certo deve indurci a riflettere il fatto che oggi, proprio in Italia, gli stessi che condannano, precisiamo giustamente, il nazismo, non condannino il comunismo?

Eppure, sono gli stessi che attraverso delle imposizioni mediatiche, hanno convinto gli italiani a sottoporsi ad un trattamento sanitario, reso obbligatorio, attraverso sistemi sovrapponibili a quelli imposti da Hitler e… molto simili a quelli cinesi.

Sistemi spacciati per salvare il popolo da una pandemia e, cosa strana mavera, imposti solo in Italia, dal momento che siamo gli unici a percorrere una strada che fin troppi lascia perplessi.

Sistemi imposti da un governo dove non esiste nessuna opposizione?

Sistemi che violano ogni libertà e dignità individuale?

Costringere un popolo a sottomettersi ad un trattamento sanitario con farmaci sperimentali, nonostante il numero imprecisato di devastanti effetti collaterali, deve indurci a riflettere? e pure …

Ettore Lembo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *