LA GIORNATA DELLA MEMORIA (CORTA)

Tutti coloro che vincono una guerra si scrivono la Storia da sé. E’ sempre stato così e così sarà nei secoli a venire. Questa è una premessa importante se si vogliono leggere le vicende storiche con occhi imparziali e non offuscati dal conformismo, dalle ideologie e dal pregiudizio.

A tal riguardo il sottoscritto ritiene che tutta la letteratura prodotta a ridosso della seconda guerra mondiale, e in special modo riguardante la shoah, non vada presa in blocco acriticamente. Penso infatti che alcuni dettagli storici siano stati ingigantiti o sminuiti all’occorrenza per rendere la narrazione più congeniale al pensiero dei vincitori di cui sopra. Detto ciò chi scrive non nega assolutamente che il popolo ebraico sia stato vessato e perseguitato con ogni mezzo a cavallo degli anni ’30 e ’40.

Ma per onestà intellettuale non si può non prendere atto che nel corso dei secoli milioni e milioni di uomini siano stati perseguitati e uccisi per ragioni razziali, culturali e religiose. E che tanti popoli hanno subito atrocità equivalenti o molto peggiori di quelle inflitte al popolo ebraico nel XX° secolo. Eppure la shoah è assurtaal rango di simbolo assoluto della cattiveria e della malvagità umana. E in virtù di ciò è stata istituita addirittura una Giornata Della Memoria il cui scopo sarebbe quello di non dimenticare come tutto ciò è potuto avvenire e quindi, facendo memoria degli errori del passato, impedire a chiunque di replicare le atrocità commesse nel secolo scorso.

Chi di noi non è stato letteralmente bombardato da foto, filmati, interviste, convegni riguardanti la persecuzione degli ebrei nella Germania nazista? Chi di noi, come tutti, non si è chiesto il fatidico “Come è potuto accadere?”. Come è stato possibile che almeno tre quarti della popolazione germanica sia stata complice, direttamente o indirettamente, di un crimine contro l’umanità? Ebbene grazie a questa Giornata Della Memoria abbiamo tutti imparato a menadito le dinamiche che hanno portato a poco a poco il nazismo al potere e all’instaurazione delle leggi razziali. E quindi forti di tale bagaglio culturale si dovrebbe partire dal presupposto che chiunque sia in grado di percepire l’instaurazione di un regime molto prima che questo accada. Proprio perchè, come detto prima, il nazismo si è imposto in Germania lentamente, passo dopo passo (o pass dopo pass…). Però clamorosamente chiunque provi a dimostrare analogie tra la Germania degli anni ’30 e l’Italia del 2021 viene bollato come complottista o visionario. Ma come? Ci hanno letteralmente polverizzato gli zebedei per quasi ottant’anni, stigmatizzando il popolo tedesco che faceva finta di non vedere i soprusi dei nazisti e quando questi soprusi si ripresentano prepotentemente nei tempi attuali non li vede quasi nessuno? E anzi risulta inspiegabile il silenzio delle comunità ebraiche italiane riguardo questa dittatura socio sanitaria. Proprio loro che dovrebbero fiutare la puzza di persecuzione lontano un miglio. E questo silenzio è così assordante che siamo costretti a tapparci le orecchie.

Alessio Paolo Morrone

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