DATO CHE NESSUNO IN ITALIA HA RICORDATO LA GLORIOSA DATA, L’ORTIS SI FA CUSTODE NAZIONALE DELLA GLORIA DI CRISTOFORO COLOMBO.

Qualcuno potrebbe pensare: ma con tutto quello che bolle in pentola, questo riesce ad occuparsi (anche) di roba di circa cinque secoli e un quarto fa?

Parlavo della scoperta dell’America. Un 12 ottobre (mentre scrivo ricorre il cinquecentoventinovesimo anniversario) una esigua flottiglia partita da un porto spagnolo, al comando di un ammiraglio genovese ma al soldo dei sovrani di una Spagna appena liberata dall’ occupante arabo nella sua completezza e unita matrimonialmente nelle corone di Castiglia e Aragona, sbarca su un’isola al largo di quella che verrà chiamata America centrale. Può anche essere che nei secoli precedenti altri uomini di mare abbiano compiuto imprese simili navigando da Oriente (i vichinghi in Groenlandia di sicuro), ma quella fu una cosa completamente diversa: non erano lembi di terre misteriose in cui ci si imbatteva a bocca aperta, l’ ammiraglio Cristoforo Colombo sapeva benissimo dove era arrivato anzi no (pensava che fosse la Cina). E toccherà ancora a un grande italiano (Amerigo Vespucci) dimostrare che non si trattava affatto della Cina, ma del Nuovo Mondo. Ma poco conta, in fondo: sia gloria al genio di Cristoforo Colombo che trascorse anni e anni a dimostrare la sua grande intuizione con una infinità di calcoli astronomici e disquisizioni scientifiche e teologiche. E cioè che la Terra era ed è rotonda, che era semplicemente ridicolo che a un certo punto oltre le Colonne d’ Ercole il mare collassasse come una specie di fontanone; dinanzi a questa novità, cosa volete che conti tutto il resto?

E come fanno i migliori italiani, Colombo non fece tutto questo per una bella cattedra a Salamanca o qualche prebenda di cortigiano, ma come Filippo Tommaso Marinetti o Gabriele D’ Annunzio che si arruolano volontari nel 1915 o Giuseppe Garibaldi il quale, che piaccia o no, andava a cavallo in prima linea, comandò egli stesso la incertissima spedizione. In chi ci si sarebbe imbattuti a destinazione? Le provviste sarebbero bastate? E se si fosse incontrato qualcuno di quei mega mostri marini favoleggiati già dagli antichi greci? Anche se il peggior rischio provenne non da inesistenti draghi di mare, ma da una molto più banale rivolta dell’equipaggio timoroso di perdersi in quel mare apparentemente infinito come il cielo.

Insomma: Cristoforo Colombo è uno di quei pochissimi uomini che la Storia non l’hanno fatta (troppo semplice) ma l’hanno cambiata con apparentemente folle determinazione e santa fortuna. Sia sempre gloria a Cristoforo Colombo. Punto e basta, senza se e senza ma. E non è la prima volta che ve lo facciamo notare, come nell’ articolo di Lorenzo Vallorejia W CRISTOFORO COLOMBO! ʍ CHI SOSTIENE IL CONTRARIO! del 12 ottobre 2020.

Fu l’apripista di genocidi e immensi saccheggi? Potrebbe persino essere, ma del tutto involontariamente: egli concepì l’Impresa non ignorando certo il suo tornaconto personale in termini di ricchezza e onore imperituro, ma anche (a sentir lui, e perdoniamogli la santa ipocrisia) di conquista di quelle terre non solo alle Loro cattoliche maestà, bensì pure alla Divina Redenzione (e ignorava i sacrifici umani di Aztechi e Incas). Hanno un bel dire le nazioni ispanoamericane con la loro monotona sequela in stile Black Lives Matter: grazie a Cristoforo Colombo hanno scoperto l’uso della ruota, l’esistenza del cavallo, della scrittura di tipo letterario, la possibilità della misericordia se non la sua pratica, gli orrendi sacrifici umani sono cessati (fenomeni degenerativi della Tradizione, dice Evola). Solo questo, sembra poco?

Un papa più che discutibile, il borgiano Alessandro VI, non perse letteralmente giorni per mandare le prime missioni evangelizzatrici. Fosse stato ora, qualcuno direbbe che “il proselitismo è una enorme sciocchezza”, e che bisogna “rispettare ogni cultura”.

Duecento anni di indipendenza (fomentata dalle Logge anglosassoni) sono un fallimento: corruzione, tirannie varie al momento più o meno quiescenti, narcotrafficanti al governo, delinquenza istituzionalizzata. Il Columbus day è stato trasmesso nel primo anno della presidenza di Joe Biden, più o meno uomo di paglia di Obama con un’ assurda bipartizione dello schermo tv tra festa dei nativi “pellerossa” e il tradizionale Columbus day: non se la sono sentita, almeno finora, di dare uno schiaffo troppo sonoro alla comunità italoamericana cui in fondo appartiene il sindaco Di Blasio (non il primo sindaco newyorchese di origini italiane).

Ma l’Italia prossima a dissolversi nell’ “Europa” non onora Cristoforo Colombo. Salvo una certa scritta di epoca stupidamente innominabile (non per paura, ma perché potrebbe venire voglia a qualche cretino che non sapeva che esistesse, di cancellarla), e due banconote da 5000 lire degli anni Settanta del secolo scorso, non chiede nemmeno che non vengano abbattute le sue statue dai vandali a stelle e strisce. Se una autolesionista memoria storica è così carente e distorta, è normale che qualcuno ancora minimizzi o addirittura neghi le foibe.

A. Martino

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