UNA VOLTA ERANO FEROCI MAFIOSI, QUELLI CHE SCIOGLIEVANO I CADAVERI NELL’ACIDO. ORA LO PRETENDE LA “TRANSIZIONE ECOLOGICA”: DESMOND TUTU TESTIMONIAL POST MORTEM

Desmond Mpilo Tutu, arcivescovo anglicano della confessione anglicana, è stato uno dei principali oppositori del regime di apartheid (segregazione della società per settori razziali) vigente nella sua patria (il Sudafrica) fino ai primi anni Novanta.

Assieme a Nelson Mandela (primo presidente di colore), era considerabile un vero padre della patria della nuova, multirazziale Repubblica sudafricana. Si era relativamente eclissato in un Sudafrica dalla difficile vita sociale e politica, ma il suo prestigio era intatto. E’ però macabramente bizzarro, che faccia da testimonial post mortem dell’ultima moda funerea, che sicuramente presto verrà predicata dal main stream: la “liquefazione” (termine garbato per non parlare di scioglimento nell’acido) della salma. Il che, tra l’altro, non ha proprio nulla di cristiano come ci si potrebbe attendere riguardo un vescovo, cattolico o non.

Sì, avete letto bene, e non sono in vena di umorismo macabro. Questa nuova funebre procedura è ritenuta alternativa alla cremazione, in quanto non produce emissioni e usa meno energia.  Secondo tale “tecnica” (di smaltimento di rifiuti organici? E dai, diciamolo…), il corpo viene “sciolto” in una soluzione di idrossido di potassio a una temperatura di di 93° con un processo di idrosi alcalina durante alcune ore. Al termine restano le ossa, poi ridotte in polvere, e il liquido derivante dalla liquefazione del “caro estinto” viene smaltito come una qualunque acqua reflua.

Unica concessione a una visione più o meno spirituale e non totalmente transumanista della Morte, un’urna con le polveri ossee di Tutu è stata inumata dietro il pulpito della cattedrale, che egli servì come arcivescovo per oltre trenta anni.   

A. Martino

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