FORZA KAZAKISTAN! L’ORTIS È CON TE

L’occidente e gli Stati Uniti nel dettaglio dovrebbero solo vergognarsi: guarda caso, le proteste, le rivoluzioni, in determinate parti del mondo, avvengono sempre ad orologeria, cioè quando bisogna mettere in difficoltà l’avversario.

Per la cronaca:

  • Il 10 di Gennaio 2022, a Ginevra, inizieranno i colloqui tra Federazione Russa e gli USA circa la questione Ucraina e questo vertice avverrà dopo che il blocco NATO ha pienamente compreso di non essere riuscita a cavare un ragno dal buco in Ucraina.

Infatti:

  • In tanti mesi di provocazioni e pressioni internazionali Putin, anche questa volta non ha perso la testa, e la Russia, al di là del posizionamento preventivo delle proprie truppe a 300 km dal confine, non ha sferrato nessun attacco;
  • La dimostrazione di lancio, del temutissimo missile ipersonico Zircon, da parte dell’Armata Rossa, ha dimostrato agli occidentali che se bene i russi siano numericamente inferiori le loro armi sono di gran lunga più potenti ed invincibili.

Dunque cosa si è pensato di fare?

Semplice, si è deciso di fomentare ad arte i dissidenti Kazaki con la scusa dei rincari del gas, aumenti che, detto tra noi, in quella parte del mondo dovrebbero essere veramente risibili giacché il Paese in questione detiene il primato economico dell’Asia Centrale e risulta essere il principale produttore di Petrolio tra gli stati della cosiddetta CSI (Comunità degli Stati Indipendenti che raggruppa, in un’unica organizzazione, la stragrande maggioranza dei Paesi ex URSS), nonché il detentore del 60% delle risorse minerarie dell’ex Unione Sovietica tra le quali anche le rarissime terre rare.

Ora il 07 Gennaio 2022 in Russia si festeggerà il Natale Ortodosso e questa crisi – scoppiata proprio nel clou dei festeggiamenti – ha creato non pochi disagi ai militari russi i quali, già impegnati sul confine ucraino, in fretta e furia, hanno dovuto mobilitare altre truppe da inviare in Kazakistan.

A riprova di questa scarsità di uomini si tenga presente  che a Nursultan Mosca non ha inviato non solo i propri uomini, ma ha chiesto ed ottenuto dai propri alleati anche altre truppe tra le quali, spiccano per numero di soldati, gli armeni.

Insomma, la NATO, con questa operazione, vuole far comprendere a Putin che non può dormire sonni tranquilli e che, se anche il 10 Gennaio le cose per Washington dovessero mettersi male, l’occidente è perfettamente in grado di aprire un ulteriore fronte lungo il confine meridionale della Federazione Russa che, in questa occasione, si potrebbe ritrovare ad avere non pochi danni sotto il profilo degli approvvigionamenti strategici.

Ma, a dirla tutta, se malauguratamente la NATO dovesse aver ragione della Russia, ad avere danni, tanto per cambiare, saremmo anche noi italiani.

Pochi infatti sanno che l’ENI in Kazakistan ha una concessione petrolifera di 450 kmq che scadrà esattamente nel 2037 e l’Unicredit è proprietaria della Astana Bank, terzo istituto di credito del Paese.

Perciò, Forza Kazakistan! L’Ortis è con te e con Putin … sperando che, come al solito, lo Zar sappia tirare fuori dal cappello un coniglio, salvando così, contro ogni previsione, la situazione.

Lorenzo Valloreja

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *