“SIAMO FUORI DI TESTA MA DIVERSI DA LORO”. QUINDI, IL CORO DI LAMENTI FUNEBRI PER DAVID SASSOLI NON CI RIGUARDA

L’ Ortis è un giornale fortemente connotato ideologicamente, i nostri lettori conoscono benissimo le nostre posizioni critiche, anzi nettamente critiche, sull’Unione Europea e ogni sua logica e atto.

Avrei voluto, e così avrebbe voluto il nostro Direttore Lorenzo Valloreja, sorvolare sulla notizia della scomparsa del dott. Davide Sassoli, Presidente del Parlamento europeo. La sua scomparsa così repentina lascia di sicuro attoniti e pensosi, inducendo a riflessioni ben poco incoraggianti sulla caducità delle cose umane in genere, anzi della stessa natura umana. Siamo sicuri che egli si trovi presso quel Dio Uno e Trino in cui egli credeva; magari, anzi indubbiamente, in modo postcattolico e modernista, ma fermamente credeva. Ma a parte il credere in Gesù Cristo, con Sassoli non avevamo proprio nulla in comune, quindi non avremmo saputo cosa dire, anche perché queste ipocrisie non ce le impone nessuna carica istituzionale o balletto politico. E poi, lo abbiamo così attaccato in vita, che un elogio funebre sarebbe stato semplicemente grottesco.

Però la Messa cantata dei media main stream, e in particolare la mezz’ora circa del TG1, che ha confuso il cordoglio umano verso l’ex collega (che per anni da mezzo busto del tg entrò con gradimento e simpatia nelle nostre case ponendo le fondamenta di una rapida carriera politica) con l’omaggio al politico e soprattutto all’europeista, hanno passato il segno. Così fornendoci una buona rinfrescata di principi cattobellaciao e pensierounicisti, di antisovranismo e antipopulismo, di fede nella dea Europa e via dicendo a reti unificate, e tirandoci per i capelli a eccepire che David Sassoli era un uomo con idee, progetti, azioni ed esternazioni politiche non da tutti condivisibili. E lo scrivente almeno, è tra questi.

Anche se Sassoli non aveva certo la provocatorietà del suo compagno e leader di partito Enrico Letta, che sentite come oggi ha descritto i suoi pessimi rapporti con Vladimir Putin: “Nel campo dell’impegno a favore dei diritti e della democrazia, Putin lo considerò persona non grata, una medaglia“.

Queste alcune delle sue posizioni, in ordine temporale, che denotano la sua assoluta rigidità ideologica e geopolitica.

3 maggio 2021: David Sassoli accusa il Cremlino di rispondere con tensioni, violenze e intrusione nei sistemi democratici di fronte a richieste di collaborazione, senza dimenticare «intensificazione delle attività di spionaggio, fake news, movimenti di truppe alle frontiere orientali, sconfinamenti aerei».

25 aprile 2021. Afferma che “la Resistenza italiana è stata un fatto di popolo, si sviluppò condivisione civile e umana. Nella forza della Resistenza l’Europa si è unita. Fascismo e nazismo non sono opinioni ma crimini”.

8.10.2021. A La Repubblica, sulla crisi nei rapporti tra Polonia ed eurocrazia: “La decisione della Corte polacca è preoccupante. La supremazia dei trattati europei è indiscutibile. Mi auguro che vi sia ancora la possibilità di evitare una crisi irreversibile. Tuttavia dev’essere chiaro che il primato del diritto europeo sul diritto nazionale non può essere messo in discussione“.

Operare queste distinzioni e rimarcare, contrariamente al solito buonismo ipocrita, ciò che divide invece di ciò che unisce, non è “odio” come i soliti lobotomizzati più o meno con laurea in tasca potrebbero gridare, ma una operazione di verità e sincerità che forse rende davvero omaggio a David Sassoli.

A. Martino

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