SE…

Nel 1895 il noto poeta inglese Rudyard Kipling vergò uno dei suoi poemi più celebri. Lo intitolò “If” (Se) e volle dedicarlo al suo giovane figlio. In quest’opera Kipling vuole dare una serie di consigli ad un giovane uomo che si appresta ad affrontare la vita e che si affaccia al mondo privo di qualsiasi esperienza. Il poema non è brevissimo e quindi non posso riportarlo per intero però consiglio a tutti di scaricarlo dal web perchè ne vale la pena e soprattutto perchè lascerà tutti stupiti per la sua incredibile attualità! In poche parole l’autore afferma che il proprio figlio potrà ritenersi un Uomo  SE riuscirà a mantenere la calma in mezzo a gente isterica, SE sarà fiducioso in mezzo uomini disperati, SE riuscirà ad essere essere odiato e calunniato senza scomporsi e SE rimarrà impassibile quando amici e nemici cercheranno di ferirlo….

Non vi sembrano queste le dinamiche che stiamo vivendo quotidianamente in Italia da qualche annetto? Tra l’altro il sottoscritto si sente profondamente tirato in ballo da questo poema poiché padre di 4 figli. Ebbene fino a poco tempo fa i 2 più piccoli, pre adolescenti, hanno sempre giocato con dedizione e passione nella squadra del quartiere. Allenandosi duramente e affrontando talvolta gravose trasferte. Poi, come un fulmine a ciel sereno, dall’oggi al domani, tutto è finito. Poiché Mario Draghi ha deciso arbitrariamente, senza alcun presupposto logico o scientifico, che per praticare gli sport all’aperto non basta dimostrare di essere sano o negativo al tampone ma devi essere plurivaccinato per forza (e con la forza…). Grazie a Dio i miei figli hanno compreso immediatamente l’odioso sopruso messo in atto e hanno realizzato che comunque nessuno gli potrà vietare di andare a giocare al parco con gli amici. Mi ha lasciato basito, invece, l’immediato appecoronamento di quei genitori che hanno deciso di far vaccinare i propri figli senza batter ciglio, solo per potergli permettere di indossare una maglia con i colori della squadra e un numero stampigliato sulla schiena. Ma si sa che da tempo, ormai, una buona fetta della popolazione italiana è totalmente scollata dal mondo reale e si nutre quotidianamente di menzogne veicolate dai media mainstream. E in seguito a questo brainwashing massivo la popolazione di cui sopra è stata portata a credere che un grigio banchiere, posto a capo del governo da poteri sovranazionali, possa avere a cuore le sorti dell’Italia tutta. Infatti mi sento di sfondare una porta aperta nell’affermare che Mario Draghi sia un personaggio abietto, senza scrupoli e intrinsecamente malvagio. Egli nutre un malcelato disprezzo nei confronti del genere umano e in particolar modo per le nuove generazioni, come abbiamo già avuto modo di constatare. Certe volte vien da pensare che egli non sia umano ma un rettile a sangue freddo. Draghi è capace di snocciolare all’interno di uno stesso discorso una sequela incredibile di palesi menzogne senza battere ciglio. Ma anche se il valletto di Goldman Sachs è stato posto alla guida della Nazione dall’alto, egli non proviene da un altra galassia. Infatti il Nostro è nato a Roma nel 1947. Primogenito di una famiglia dell’alta borghesia rimane ahimè orfano di padre all’età di 15 anni e, purtroppo, 4 anni dopo anche orfano di madre.

Ora, la stima che il sottoscritto nutre nei confronti del primo ministro italiano è pari a meno di zero, però per onestà intellettuale non si può non riconoscere che egli non abbia passato un’adolescenza felice, pur circondato dagli agi. Infatti le biografie ufficiali ci narrano di un giovane Draghi che si fece carico dei propri fratelli minori, assieme alla di lui zia paterna, cercando di compensare, per quanto possibile, la mancanza fisica di un padre e di una madre. E tutto ciò può spiegare come mai la personalità del banchiere capitolino risulti insensibile e anafettiva. Poiché indurito dalla vita. Ma proviamo a immaginare come sarebbe stata la sua vita con una famiglia solida alle spalle. E chiediamoci: “SE Mario Draghi in gioventù avesse preso robuste dosi di schiaffi e calci in c..o dal padre, l’Italia sarebbe ancora un paese democratico?” 

Alessio Paolo Morrone

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