FACEBOOK SILENZIA LA VERSIONE ARABA DI SPUTNIK … NIENTE DI NUOVO SOTTO IL SOLE …

La limitazione della libertà d’informazione decisa da Meta – Facebook ai danni della versione in lingua araba del gruppo Sputnik News è certamente grave ma in linea con quando sta accadendo in questi ultimi giorni. Infatti gli Stati Uniti stanno forzando la mano verso tutti i propri partner occidentali affinché vi sia una stretta ulteriore nei confronti della Russia di Putin.

Ciò è senza dubbio da addebitare alla debolezza di Biden il quale, se non riuscirà a raddrizzare il tiro vedrà il proprio consenso interno letteralmente ai minimi storici, alle ormai prossime elezioni di medio termine sarà letteralmente asfaltato dai repubblicani. Così, in maniera del tutto ingiustificata, la NATO continua ad accusare Mosca di espansionismo e quindi la minaccia di immotivate rappresaglie.

In tale contesto non deve passare inosservata le dimissioni imposte al Capo della Marina Tedesca, Achim Kay Schoenbach, il quale, in una riunione in India, ha affermato che: “Putin merita rispetto … Davvero Putin vuole incorporare una parte dell’Ucraina? … Questo è un nonsenso … la Russia ci serve contro la Cina“.

Tanto è bastato per fargli perdere il posto!

Allo stesso modo è da collegare a questo schema di pressioni, l’assalto degli islamisti ad una prigione in Siria.

Gli Stati Uniti hanno bisogno che la partita si riapra anche lì per fare l’ennesima pressione verso la Russia.

Ora Meta – facebook che è si un’azienda, è però pienamente collocata nel contesto sociale e strategico dell’occidente, quindi, volente o no, non può sottrarsi alle esigenze di Washington che in queste fase stanno preparando, come detto, qualcosa in Siria e in tutto il Medio Oriente.

A questo punto è il caso di considerare il fatto che, forse, abbia fatto bene la Cina a non consentire a Facebook di interagire nelle terre del “Celeste Impero“, ergo, la Russia dovrebbe iniziare a considerare l’idea – così come tanti altri Paesi che non sono sottoposti alla Casa Bianca – di dotarsi di una propria piattaforma alternativa.

In questo modo si creerebbe un danno economico a questi gruppi che, per spirito di sopravvivenza, certamente opporrebbero maggiore resistenza alle pressioni politiche in atto.

Lorenzo Valloreja

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