CRISI PROFONDA DEL COMMERCIO TRADIZIONALE, E IRRESISTIBILE ASCESA DI AMAZON E JEFF BEZOS.

Un classico esempio per cui la moneta (o meglio la ricchezza) né “si brucia” né “si crea”, ma semplicemente, come in un sistema di vasi comunicanti, fluisce da una parte all’altra.

Amazon ha pubblicato giovedì sorso la sua ultima trimestrale, rimpinguata dallo shopping natalizio che ha ulteriormente gonfiato le vele. I profitti sono quasi raddoppiati rispetto all’anno precedente passando dai 7,2 miliardi di dollari a 14,32 e ricavi per 137,41 con un aumento su base annuale del 9%. L’azione Amazon è stata premiata da Wall Street con un rialzo del 14% in una giornata sola.

Jeff Bezos, creatore di Amazon (sembra l’uomo più ricco del mondo o comunque tra i due o tre più ricchi) non può che esultare, anche perché il suo principale cruccio (si fa per dire) è la richiesta di demolizione di un ponte di Rotterdam che impedisce il passaggio del suo favoloso yacht (ma ci tiene così tanto, a passare lì)?

E’ chiaro che questi dati sono una diretta conseguenza della pandemia, in cui i governi stessi hanno vivamente esortato (se non costretto) ad acquisti on line. E’ tuttora in corso un vero bagno di sangue per il piccolo commercio o comunque per quello a contatto fisico venditore-acquirente, dato che anche enormi centri commerciali ne stanno uscendo con le ossa rotte (ammesso che alla fine della “danza macabra” sopravvivano).

In ogni specifica realtà locale italiana, possiamo constatare un bilancio fondamentalmente amaro del primo mese di saldi stagionali autunno-inverno. Fanno eccezione, con una resa decente, solo i settori calzaturiero e sportivo. E’ chiaro che, tra utenze domestiche e imprenditoriali alle stelle, quarantene e green pass vari, ammesso che vi sia la teorica possibilità di comprarsi il vestito o giaccone nuovo, spesso passa proprio la voglia di andare in giro a far shopping. Tra le 19,30 e le 20 le strade si svuotano come nelle piccole città di provincia senza locali notturni di cento anni fa.

Passata la voglia pure del cinema, come prevedevamo già più di un anno fa? Nessun problema, c’è il divano di casa con Amazon Prime.

A. Martino   

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