PRIMA DEL 24 FEBBRAIO 2022 LA STAMPA POTEVA DIRE “BRUTTE COSE” DEL BATTAGLIONE AZOV…ORA SONO EROI SENZA SE E SENZA MA

Vi propongo un breve articolo di Matteo Carnieletto su “ Il Giornale” del 30.7.2015 segnalato sul suo blog dall’amico Copertino. Apparve su una rubrica di politica estera, con particolare attenzione alle aree “calde” del mondo, che ora si chiama Inside over.

Ma non mi interessa qui, il rogo delle icone in sé e per sé (potrebbe persino essere, per quanto mi riguarda, una fake news), bensì notare che questo articolo, scritto ben sette anni fa, ora non sarebbe più scrivibile. Infatti, Il Giornale è un po’ la “continuazione della politica con altri mezzi” del berlusconismo: ricordo che all’epoca del famoso Patto del Nazareno martellava Matteo Renzi un giorno sì e l’altro pure, come a ricordargli che l’appoggio del Cavaliere doveva quotidianamente sudarselo e non darlo per scontato.

E in politica estera, fino al fatale 24 febbraio in cui la Russia ha iniziato la “operazione speciale” in Ucraina, era il volto più o meno putiniano del berlusconismo. Ma ora, contrordine compagni (scusate, volevo dire amici): rientro nei ranghi più ortodossi dell’euroatlantismo, e divieto di qualunque articolo non filoucraino.

Il Battaglione Azov è ormai per il main stream una specie di ong o onlus in armi, le mogli di quanti ne rimangono, asserragliati sotto l’acciaieria di Mariupol, sono personificazione dell’ostentazione universale del dolore provocato dall’esecrata Russia e dal suo mai abbastanza esecrato leader. Si contraddicono da un lato esaltando l’indomita resistenza dei loro uomini (che è un dato di fatto, intendiamoci e tanto di cappello), dall’altro chiedendo che “vengano salvati” assieme ai civili che misteriosamente non vogliono distaccarsene. E qui, qualcosa non quadra: se un militare non vuole arrendersi, al posto loro, uscirebbe dai sotterranei e perirebbe armi in pugno; o no? E perché questi civili non vogliono riemergere da quei sotterranei; non mi risulta che i russi sterminino tutti gli ucraini che incontrano; o no?

O, quanto meno: che cosa induce tutta questa gente a ritenersi morta, non appena nelle mani dei russi? Forse, qualcosa commesso nel passato?

E ho un’altra osservazione da fare, dopo la trascrizione dell’articolo in materia.

“Sono pagano, per me il cristianesimo è la feccia del mondo“. Queste le parole pronunciate da un volontario italiano del Battaglione Azov a chi scrive. Ora queste parole sono tornate alla mente a causa di alcune foto, diffuse da LNR Today, che mostrano i volontari nazisti di Azov impilare icone ortodosse e Bibbieper darle alle fiamme. Non ci sorprende quindi un’azione simile. Azov, infatti, ha rispolverato tutta la follia del nazismo esoterico con le sue rune e i loro presunti poteri magici. Che differenza c’è tra i volontari di Azov e gli uomini dell’Isis? Perché l’Europa tratta con il governo di Kiev che, di fatto, fiancheggia i nazisti di Azov?

Questo battaglione, inoltre, sta anche vivendo un periodo di crisi. Due giorni fa Iaroslav Babich, uno dei comandanti del battaglione, è stato trovato impiccato, come riporta TicinoOnline, “nel suo appartamento a Bucha, non lontano da Kiev“. Vorrebbe agire, Azov, ma non può (almeno ufficialmente). Ed è sempre più insofferente nei confronti di Kiev. Fino a quando durerà la debole alleanza tra Poroshenko e Azov?

La mia ulteriore osservazione riguarda il “nazismo” di cui la Russia accusa l’Ucraina.

Ebbene, non credo che la Ucraina sia considerabile uno stato “neonazista”, non fosse altro per il fatto che un ebreo (Zelensky) ne è a capo. E’ però molto probabile che la penetrazione atlantista dal colpo di stato atlantista del 2014, si sia pragmaticamente appoggiata anche a questo tipo di russofobia ideologica, all’apparenza così distante dal Pensiero Unico ma di cui si intuiva l’utilità in un frangente come l’attuale. Se poi questo neonazismo si colori anche di anticristianesimo e di antireligiosità in generale (con tracce sataniste, ma di ciò magari parleremo un’altra volta), ben venga nel grande laboratorio mondialista che è diventata l’Ucraina (pillola del giorno dopo a fiumi compresa, con la scusa del rischio di stupro).

E’ però allora non incomprensibile, il grido “Allah akbar” dei miliziani ceceni.

A. Martino

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