LA RESA (O QUASI) DEL BATTAGLIONE AZOV, FRA DOMANDE E MISTERI.

Sembra quindi che (consentitemi il cinismo militare forse di cattivo gusto) la telenovela bellica di quelli dell’Azov volga al termine.

La stampa main stream drammatizza questo epilogo più del dovuto, sofferenze umane a parte: sarebbe un grave colpo dell’ Ucraina perché si incrinerebbe il mito della “resistenza ucraina”. E’una chiara sciocchezza che può nascere nella mente solo di chi, come i grillini, fino a qualche anno fa voleva trasformare l’esercito in una grande struttura di protezione civile e vede i picchetti d’onore scattanti sull’attenti come patetico folclorismo. La resa fa parte della dinamica dell’attività militare che arte è più che scienza, come saggiamente affermato proprio dal comandante dell’ Azov, Denis Prokopenko: non esistono reggimenti o battaglioni che “non si arrenderanno mai” come non esistono navi “inaffondabili” o uomini, oppure donne, fedelissimi. Oggi i tuoi si arrendono, ma domani potresti vincere: guarda i britannici a Singapore nel 1942.

Tutto ciò premesso, abbiamo l’ennesima conferma che in questa guerra si riesce a conoscere ben pochi fatti (il più da inviati onesti sul campo, almeno prima che la pubblicità tolga loro la parola). D’altronde, emblematica è la minuziosa conta di caduti e feriti russi da parte ucraina, oltre che di ogni cannone o mortaio distrutto ecc., accompagnata però dal totale silenzio sulle perdite proprie: cosa non ridicola ma tragica, dato che vi sono di mezzo migliaia di vite umane.

Dicevo della telenovela sì, perché al suo epilogo (apparente almeno), le domande restano, e sono tante.

Il battaglione Azov sarebbe neonazista o no? Il buon “vespone” ha fatto di tutto, ospitando più volte mogli e fidanzate degli assediati, per collaborare all’operazione simpatia, ma quella dichiarazione sull’agognato Walhalla (ma come facevano, ad avere ancora campo sotto terra e sotto una poggia di bombe terrificanti?), è abbastanza univoca. E poi, quella bandiera reggimentale..ma dai, ma avete mai visto un filmato d’epoca sulle SS?

Finora non sono sbucati in superficie il comandante e gli ufficiali superiori. Verranno mai fuori, o hanno avuto ordine di lasciarsi morire, o uccidersi, lì dentro?

Che fine faranno, le centinaia di uomini ormai in mano russa? Prigionieri di guerra? Pedine di scambio? Imputati di tribunali russi o di separatisti filorussi?

Vedremo mai una immagine vera degli immensi sotterranei dell’acciaieria di Mariupol, dato che finora ci hanno propinato quelle di uomini nell’oscurità, o come in un angolo di cantina? Ma cosa c’ è davvero, lì sotto? Chissà se le mitiche serre o i tremendi laboratori esistono veramente….   

E’ vero che sono emersi anche ufficiali della NATO, sembra finora americani e britannici ?    

Pare che non sia nemmeno concesso di spiare attraverso il buco della serratura, ma di nutrire la propria immaginazione con un fumetto che si rifà in qualche modo alla realtà.

A. Martino

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