LE “SPADE LASER” DI PUTIN SONO LA DIMOSTRAZIONE CHE LE SANZIONI DI AMERICANI ED EUROPEI HANNO UN IMPATTO MINIMO, ALMENO MILITARMENTE

Zelensky ci ha ironizzato sopra, ma forse ne è in realtà preoccupato.

Il vice primo ministro russo Yuri Borisov, ha riferito pochi giorni fa la Tass, ha informato che la Russia disporrebbe di una nuova arma a raggi laser dal raggio anzi “invisibile” quindi ben diverso dai soliti fasci verdi o rossi, che dovrebbe incenerire in pochi secondi obiettivi, soprattutto volanti e anche ad altezze elevatissime. L’arma è così nuova da essere in gran parte coperta da segreto militare, ma se ne può conoscere almeno il nome, magari convenzionale e non ufficiale e tecnico, di solito fatto di sigle: lo chiamano Zadira. Le forze impiegate nell’ “operazione speciale” in Donbass e sud Ucraina dovrebbero esserne dotate, anche con una certa urgenza.

“I nostri fisici hanno sviluppato sistemi laser molto potenti, che possono incenerire vari obiettivi, e li stanno costruendo, pronti per una produzione di massa”, ha infatti affermato Borisov.

Il nuovo sistema – ha spiegato l’altissimo esponente della Federazione russa – ha una portata di 5 km e può distruggere quindi droni fino a quell’altezza. Yuri Borisov ha affermato che il nuovo laser è stato testato proprio più o meno a metà del mese in corso e addirittura “ha ridotto in cenere un drone in 5 secondi”. Il vice premier afferma inoltre che qualche prototipo già fa il suo lavoro (evidentemente bene), e ammette che il laser fa risparmiare costosissimi missili (tra l’altro più neutralizzabili, e a questo punto il laser può essere anche contraereo, direi).

Ma Borisov ha parlato anche un’altra arma laser made in Russia, chiamata Peresvet: un dispositivo capace di “accecare satelliti e mezzi di ricognizione ad una distanza di 1500 km”.

Il laser Peresvet può servire ad annientare i soliti droni, ma anche missili tipo Cruise e altri velivoli a bassa quota. Peresvet però, ha un tallone di Achille nelle condizioni atmosferiche avverse (nebbia, pioggia etc.) che gli “confondono la vista”.

L’ industria militare russa, figuriamoci poi i suoi settori a più sofisticata tecnologia, è soggetta ormai dal 2014, a parte il picco di questi mesi, a sanzioni euroatlantiste, che, se avessero colpito noi, avrebbero reso semplicemente impossibile lavorare su simili targets entro, credo, non oltre una settimana.

E’ evidente che produzioni del genere, sanno trovare strade economiche, finanziarie e di infrastrutture tecnologiche, non intercettabili , anzi insospettabili e inconcepibili, dall’ Occidente.

A. Martino

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *