MA IL CITTADINO A CHI DOVRA’ CREDERE?

Brunetta: “la crisi non c’è, Pil va verso +3%“.

Questo il titolo di una notizia ANSA del 4 giugno 2022 che prosegue con le dichiarazioni del Ministro a riguardo: “Dopo il Pil del primo trimestre dello 0,1% molto probabilmente il prossimo sarà anche positivo, con qualcuno che sostiene che dovrebbe essere di gran lunga migliore rispetto al precedente, dunque andiamo verso un +3% sull’anno”.

Ciò, Brunetta, lo ha dichiarato durante il Festival dell’Economia di Trento, organizzato dalla Provincia Autonoma e dal Gruppo 24 Ore.

Notizia, questa, che, proprio perché detta da un Ministro, dovrebbe far ben sperare, tuttavia sono molti gli italiani ad essere perplessi per queste dichiarazioni, infatti il percepito della stragrande maggioranza dei cittadini sembra andare nella direzione opposta.

Aziende che chiudono, posti di lavoro che mancano, inflazione che cresce, bollette energetiche stratosferiche e chi più ne ha più ne metta, eppure le parole del Ministro sono quelle, non ci siamo confusi noi.

Parole riportate, tra l’altro, dalla più importante agenzia di stampa italiana, e quindi non possiamo certamente metterle in dubbio, ma non possiamo neanche mettere in dubbio ciò che scrive “Il Sole 24 Ore”, altro autorevole organo di stampa, che, lo stesso giorno, a margine della stessa manifestazione, ha redatto un articolo, di segno completamente opposto, dal titolo: “Nuova frenata della produzione industriale: a maggio -1,4%, sul futuro ancora incertezze“.

Il pezzo poi continua con il seguente tono: “La produzione industriale italiana continua a soffrire e il periodo negativo continuerà fino a tutto il secondo semestre. A maggio è stimata infatti una flessione di -1,4%, dopo l’arretramento in aprile. Nel secondo trimestre 2022 si avrebbe così una contrazione già acquisita di -0,6% della produzione industriale, dovuta in particolare al rialzo dei costi dell’energia e alle difficoltà di approvvigionamento, acuiti dalle operazioni militari russe in Ucraina“.

Per il resto vi rimandiamo a leggere gli articoli nella loro versione originale.

Ma l’essenza delle due notizie devono far riflettere su come l’informazione possa essere offerta al “cittadino semplice”.

Il quale avrà forse qualche difficoltà a comprendere, se si trova davanti ad entrambe le informazioni, opposte e contrarie.

Cosa assai difficile, dal momento che, probabilmente si evidenzia solo una delle notizie, facendola diventare … L’unica.

Un sistema assai diffuso, specialmente negli ultimi anni.

Le informazioni sulla pandemia, uniche solo in Italia, sono il contributo più evidente di come sono state rese disponibili solo una parte dell’informazione, omettendo le altre o additandoli come false.

Anche la guerra Russo Ucraina, sta dando il suo contributo alla più irreale contrapposizione di notizie contrarie e contrastanti.

Significativo che un noto quotidiano, sembra abbia pubblicato una lista  di coloro che, giornalisti, docenti universitari, opinionisti o altro, utilizzando fonti diverse e contrarie, informano l’opinione pubblica in maniera opposta.

A chi potrà credere il cittadino?

Una situazione che in Italia sta diventando sempre più evidente e tangibile, dove chi fa informazione, o dovrebbe farla, da solo una versione dei fatti, preoccupandosi di smentire o fare considerare falsa, chi offre notizie opposte e contrarie.

Ecco che così come la lista di circa 200 nominativi che scrivono o pensano in maniera opposta alla tesi “omologata”, possono diventare delle pericolose “liste di proscrizione” di romanica memoria.

Un tempo tesi diverse servivano per dare al cittadino l’idea di ciò che accade, oggi invece si vuol dare una visione unica dei fatti.

Regime o propaganda?

Sarebbe questa la libertà di informazione di cui parlano alcuni dei nostri parlamentari, stranamente tutti al governo?

Ettore Lembo

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