GIORGIA MELONI E IL COMMEMORAZIONISMO CORRETTO E UTILE

Ieri nove novembre 2022, è ricorso “Il giorno della Libertà”, misconosciuta giornata commemorativa ma non festiva della categoria di quella delle più sentite sulle Foibe o sull’ Olocausto, ricordante essa l’anniversario della caduta del Muro di Berlino.

Curiosamente, il nove novembre è anche l’anniversario dell’abdicazione dell’imperatore (kaiser) tedesco Guglielmo II, presupposto (più politico per gli alleati che logico) della fine della prima guerra mondiale; e presupposto anche di tutto quello che seguì, Muro appunto compreso. Insomma, una data proprio cruciale per la Germania in particolare, anche se quest’ultimo evento non è ricordato nei bignamini ad uso dei nostri politici.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha ritenuto di dover solennizzare la ricorrenza dedicandole un videomessaggio diffuso sui suoi canali social. Dobbiamo riconoscerle una grande fantasia comunicativa, e un notevole sintesi storico-ideologica: Muro di Berlino, Jan Palach col sacrificio suo e dei suoi amici, il valore della Libertà, la caduta del Muro come fine dei totalitarismi….tutte cose belle, lodevoli ne sono ricordo e riflessione su di essi. Figurati se non condivido io, che scrissi il 24 gennaio 2019 per questa testata CINQUANTA ANNI FA IL TERRIBILE SACRIFICIO DI JAN PALACH E DEI SUOI AMICI. LA DISPERAZIONE DEI LIBERI.

Ma alimentare così il commemorazionismo a buon mercato, su tematiche sulle quali ormai a sinistra postcomunista e addomesticata a capitalismo e globalismo, è praticamente impossibile trovare oppositori, che senso ha? Ma è così importante ricordare con commozione un capitolo di storia tedesca, in un momento storico così cruciale?

La premier pare rubare il mestiere al coltissimo ministro, appunto, della cultura Gennaro Sangiuliano, divulgatore di storia moderna di razza.

Forse ci si vuole sdoganare al cento per cento con affrancatura espresso, e con una fiera delle ovvietà a sfumatura (dico sfumatura) destrorsa, purché in limiti accettabili a un convegno a Cernobbio o a una tavola rotonda organizzata dal Lions club. Ma avremmo preferito (se ne era presentata una ottima occasione con la sua presenza in Egitto) che la presidente del Consiglio integrasse la sua sintesi del Novecento con una visita al sacrario dei nostri eroi ad El Alamein dove in passato, ne sono sicuro, non può essere mancata.

A. Martino

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