LA FANTASIA DISTRUGGERÀ IL POTERE, ED UNA RISATA VI SEPPELLIRÀ … INTANTO, PERÒ, A CASAMICCIOLA, AD ESSERE SEPOLTI SOTTO UNA VALANGA DI FANGO SONO SOLO I CITTADINI, REI O INNOCENTI.

Casamicciola, Ischia, meglio conosciuta come l’isola verde, qui sabato scorso si è consumata l’ennesima tragedia legata al dissesto idrogeologico del nostro Paese: 8 morti, 4 dispersi, 230 gli sfollati, migliaia di metri cubi di fango e detriti, venuti giù dal monte Epomeo che hanno travolto case, macchine, alberi e vite; il tutto incanalandosi per quattro vie, una delle quali, non a caso, è denominata Via della Lava.

Infatti, gli antichi abitanti di Ischia sapevano molto bene che la loro isola è di origine vulcanica e in conseguenza di questo il terreno della montagna non è diventato improvvisamente argilloso negli ultimi vent’anni, lo è sempre stato!

D’altronde se non fosse così non si capirebbe il perché, ad esempio, Ischia, nel 1910, fu già colpita da una tremenda alluvione che causò:

  • La morte di ben 12 persone;
  • La scomparsa di  altri 20 individui;
  • La totale distruzione dei rioni San Severino e Umberto I, mentre, come si legge sui giornali d’epoca, il rione Traversa San Felice aveva tutte le case sfondate, ripiene di fango e di suppellettili.

Tra il XIII al XIX secolo, poi, qui si sono registrati ben 15 terremoti, 12 dei quali con epicentro proprio a Casamicciola ed il più terribile sembra essere stato quello del 28 luglio 1883 quando, la magnitudo registrata arrivò a toccare quota 5,8 e, persero la vita, 2.313 persone.

In quel frangente, tra i sopravvissuti al terremoto, c’era anche il futuro membro dell’Assemblea Costituente della Repubblica italiana, Benedetto Croce che, all’epoca dei fatti, aveva solo 17 anni. Suo padre, sua madre e sua sorella, invece, persero la vita, lasciando così, per sempre orfano, il famosissimo filosofo.

Eppure, nonostante tutto questo clamore, l’uomo sembra non aver imparato la lezione e così, incurante del pericolo, ha ripreso a cementificare come se non ci fosse un domani.

Ma cosa lo ha spinto a farlo?

Forse il bisogno? Forse l’ingordigia e la superficialità? Forse l’ignoranza?

Certamente vi è stato un mix di tutte queste cose.

Totò, negli anni 50 del secolo scorso definì << Ischia, paraviso ‘e giuventù >>, ma prima di lui la più grande delle isole flegree era stata scelta, come propria dimora temporanea, da Vittoria Colonna e Re Ferdinando II.

Quest’ultimo intuì le potenzialità dell’isola e fece costruire, nel 1852, lo stabilimento termale più antico ed ancora funzionante. Nomi illustri quindi, così come tutti gli altri industriali, letterati e artisti, che scelsero di passare qui parte del proprio tempo libero.

Tra di essi non possiamo fare a meno di citare: Angelo Rizzoli, Luchino Visconti, William Turner Walton, Agostino Lauro, Wystan Hugh Auden, Vilhelm Bergsoe, Giorgio Buchner, Henrik Ibsen, Ernst Bursche.

Di sicuro tutti questi signori non edificarono abusivamente sull’isola verde, anche perché, non ne avevano bisogno.

Di certo, però, anche con le loro opere, non fecero altro che sfruttare questo delicatissimo ecosistema.

Le loro edificazioni erano guidate certamente alla ricerca del bello, della pace, dell’armonia, diritti, questi ultimi, certamente naturali e quindi imprescindibili per ognuno di noi; dunque, sotto questo punto di vista, non si capisce come certe esigenze se possano essere considerate inviolabili per taluni individui non lo siano altrettanto per altri.

Infatti, se abusi sono stati realizzati ad Ischia, con molta probabilità essi sono stati realizzati da chi, vivendo li, ha cercato di garantirsi un tetto per se e la propria famiglia.

Ed è forse qui l’intoppo, il nodo gordiano.

Il diritto alla casa che, oggettivamente, in zone come la Campania, è precluso a molti, in quanto la situazione che troviamo ad Ischia, cioè dei terrazzi verandati che diventano stanze, dei garage o bassi che diventano case, non è solo dell’isola verde, ma è male comune.

Poi ci si può anche accapigliare, così come accoltellare, in questi giorni e queste ore, per vedere se il Decreto dell’allora Governo Giallo/Verde, in quel del post sisma del 2017, si è mosso nel solco dei condoni Craxi e Berlusconi, sta di fatto, però, che mentre molte persone, troppe, ancora non hanno accesso ad una casa di proprietà, questo si altro diritto naturale e stranamente negato – tante altre, come ad Ischia, sono morte.

Sono morte per:

  • La mancanza di manutenzione che, nel caso di Casamicciola, in barba a ciò che sostengono scrittori come  Antonio Scurati, era stata fatta solo da Ferdinando II e Benito Mussolini, due personaggi non proprio democratici ma che, fino a prova contraria, non abbandonavano i territori;
  • L’ingordigia degli abbienti, cioè di chi si era fatto la casa ad Ischia solo per schiribizzo e non per un progetto di vita;
  • Il bisogno dei più poveri che ha portato questi ultimi a sfruttare ogni vano tecnico a proprio uso e consumo;
  • La superficialità e la mancanza di memoria di ognuno di noi.

Questa è l’amara verità!

E chi è senza peccato scagli la prima pietra.

Lorenzo Valloreja

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *