ESCALATION

È scritto in tutti i libri di Storia che il Primo Conflitto mondiale, meglio noto come “Grande Guerra”, ebbe inizio in seguito ad un attentato terroristico. Ovvero l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono austroungarico, avvenuto a Sarajevo per mano di un nazionalista serbo.
E, come spesso accade, le guerre non incominciano mai dall’oggi al domani ma sono sempre il culmine di una concatenazione di fatti. E infatti l’attentato di Sarajevo fu la classica goccia che fa traboccare il vaso. La minuscola scintilla che fa esplodere un edificio saturo di gas.
I rapporti tra le nazioni che si affrontarono sul campo di battaglia erano tesi da tempo. Inoltre le rispettive corse agli armamenti avevano ulteriormente esasperato gli animi.
E se noi contempliamo i prodromi della Prima Guerra mondiale noteremo di come ci siano inquietanti attinenze con i tempi che stiamo vivendo attualmente.
Infatti è indubbio che la Federazione Russa abbia vinto sul campo, e in modo inequivocabile, il conflitto contro la NATO per “interposta persona” dell’Ucraina. Però la NATO non può e non vuole ammettere la sconfitta poiché cesserebbe di essere, agli occhi del Mondo, quella formidabile e invincibile macchina da guerra grande esportatrice di “democrazia”.
E piuttosto che rivelarsi come una tigre di carta la force de frappe a trazione anglosassone preferisce accanirsi terapeuticamente mantenendo in vita una nazione fallita come l’Ucraina e il suo leader decaduto Volodimir Zelensky. In attesa che capiti qualcosa che possa togliere la NATO dal pantano ucraino nel quale essa stessa si infilò tre anni fa.
E quel “qualcosa” potrebbe essere un’escalation del conflitto.
Infatti piuttosto che cercare la Pace è evidente che NATO ed Unione Europea stiano quotidianamente gettando benzina sul fuoco della guerra in corso. Aumentando la tensione con la Russia e promuovendo imponenti campagne di riarmo. Praticamente lo stesso terreno di coltura del 15-18, come abbiamo visto prima. E per la deflagrazione della terza guerra mondiale potrebbe pensarci lo stesso Zelensky. Infatti egli ha recentemente minacciato la Russia paventando, neanche troppo velatamente, un sanguinoso attentato durante la parata del 9 Maggio. Quest’ultima è una ricorrenza fondamentale per la Storia e la Cultura russa alla quale partecipano, oltre ai russi, anche Capi di Stato di altri Paesi. Infatti in questo giorno, chiamato “Giorno della Vittoria”, si festeggia la sconfitta della Germania nazista da parte dell’Unione Sovietica avvenuta nel 1945. E proprio il 9 Maggio 2025 si ricordano esattamente 80 anni dalla fine della Grande Guerra Patriottica che costò almeno 27 milioni di morti sovietici, tra militari e civili. Quindi si capisce bene che se la parata annuale del 9 Maggio è importantissima a prescindere, quella del 2025 acquista un valore aggiunto.
Perciò proviamo a immaginare cosa accadrebbe se davvero in quest’occasione si dovesse consumare un attentato dalla portata tragica e storica come quello commesso a Sarajevo più di un secolo fa.
Secondo lo “stratega” Zelensky un sanguinoso atto terroristico perpetrato durante la Festa del 9 Maggio costringerebbe Putin a sedersi a un Tavolo di Pace piegandosi a sottoscrivere un cessate il fuoco alle condizioni dettate dai cosiddetti “volenterosi”, ovvero il leader francese Macron e quello britannico Starmer.
Ora, partendo dal presupposto che Zelensky sia un pupazzo e che il ventriloquo di quest’ultimo sia la Gran Bretagna, non mi pare che la Terra di Albione sia molto ferrata in Storia.
Infatti nel 2002 un manipolo di terroristi ceceni irruppe nel teatro Dubrovka di Mosca, nel bel mezzo di un musical, e prese in ostaggio circa 800 persone. I terroristi sopracitati chiesero al governo di Mosca di ritirare le truppe russe impegnate in Cecenia entro una settimana. Sennò avrebbero fatto esplodere il teatro.
Il provvidenziale impiego degli Spetsnatz (le unità d’élite delle Forze Armate russe) riuscì ad eliminare tutti i terroristi causando, purtroppo, la morte collaterale di un centinaio di ostaggi.
Settembre 2004. In una scuola di Beslan, nell’Ossezia del Nord, 32 terroristi separatisti ceceni prendono in ostaggio ben 1.200 persone. Ugualmente, come nel caso precedente, chiesero il ritiro dell’ esercito russo dalla Cecenia. E ugualmente le forze speciali russe entrarono in azione. Questa volta i morti furono purtroppo quasi 300 e i feriti 700.
E durante questi due atti terroristici indovinate chi era Presidente della Federazione Russa? Vladimir Putin. Sempre lui! E non sembra si sia fatto intimidire. Anzi. Con la seconda guerra cecena (1999-2009) i russi sconfissero definitivamente le truppe separatiste e ripresero il pieno controllo della Regione.
Ora non voglio entrare nel merito delle ragioni dei russi o dei ceceni però, ed è un dato di fatto, attualmente nel conflitto russo ucraino i combattenti più implacabili e fedeli a Putin sono i militari appartenenti al 141° reggimento motorizzato “Achmat Kadyrov”. Tutti provenienti dalla Cecenia.
Quindi alla luce di quanto detto finora quale risultato vorrebbero ottenere Zelensky e i suoi burattinai, seminando morte durante la parata del 9 Maggio?
A “naso” penso che la Russia possa accumulare, seduta stante, un numero ragguardevole di unità militari tale da poter azzerare gli indugi e dare la spallata finale all’Ucraina, conquistando Kiev arrivando fino a Odessa.
In questo caso cosa farebbe la NATO?
Si scaraventerà armata di tutto punto sul suolo russo?
Con quali armi? E con quali uomini?
La NATO ha previsto una spesa di almeno 800 miliardi per riarmarsi entro 5 anni con lo scopo di fronteggiare un’assurda e improbabile invasione russa dell’Europa, pronosticata per il 2030.
Quindi, per una questione di logica, se la NATO non sarebbe tecnicamente in grado di fronteggiare la Russia entro 5 anni come potrebbe farlo entro 5 giorni?
E gli USA?
Donald Trump si è sempre proclamato un “presidente di Pace” e si è vantato di non aver mai innescato una guerra durante il suo precedente mandato.
Però, in quanto membro della NATO, sarebbe capace di sostenere e dare manforte all’Europa in un probabile e scellerato scontro aperto contro Mosca?
Ricordiamo che gli Stati Uniti le hanno prese in Vietnam, in Iraq e in Afghanistan. E la Russia non è minimamente paragonabile a questi tre paesi.
Immaginiamo lo Zio Sam che ponga i propri stivaloni sul suolo russo. In breve tempo le bare dei caduti statunitensi ad essere rimpatriate potrebbero aggirarsi tra le 200 e le 300 unità al giorno. E il Vietnam, in confronto, sarà visto come una scampagnata.
Uno scenario non proprio auspicabile per un sedicente “presidente di Pace”…
Quindi bisogna sperare che gli avvertimenti in stile mafioso veicolati da Zelensky si dimostrino solo una squallida boutade perpetrata da un personagetto disperato e alla canna del gas.
Ma se qualcuno pensasse davvero di innescare una Terza Guerra Mondiale, quel “qualcuno” si ricordi che il boomerang scagliato contro l’avversario potrebbe tornare indietro utilizzando la stessa traiettoria del cosiddetto “uccello Padulo”.
P.S.: Curioso notare che allo scoppio della Grande Guerra la Russia, la Francia e la Gran Bretagna si ritrovarono alleate nella coalizione della Triplice Intesa…
Alessio Paolo Morrone
Lascia un commento