VERREBBE DA PENSARE COSA IMPORTI CHI DIVENTERA’ PAPA, SE UN ASILO “CATTOLICO” DEL VENETO UNA VOLTA CATTOLICISSIMO PORTA IN MOSCHEA I PICCOLI ALUNNI AD ABIURARE LA PROPRIA FEDE.

Sottomissione. Né più né meno. La citazione di uno dei maggiori successi del letterato francese Michel Houllebecq mi pare obbligata.

In esso lo scrittore (un tema potenzialmente autobiografico ab anteriori, chissà) descrive, in una Francia in pieno marasma di identità e sicurezza (anche se non proprio in guerra civile), il dilagare di conversioni all’ Islam cui alla fine del romanzo si adeguerà anche l’intellettuale protagonista.

La conversione è facile facile: basta pronunciare una certa formula dinanzi a dei testimoni.

Figuriamoci poi, se ci si reca in moschea a pregare da musulmano.

Ed è ciò che ha fatto la scuola materna, di sedicente ispirazione cattolica,  di Santa Maria delle Vittorie di Susegana (Treviso) portando i suoi piccoli alunni in un centro culturale islamico (in realtà una moschea). Nelle immagini si notano degli adulti sorridenti ( i ministri di culto islamici locali indubbiamente a ragione, il sorriso sulla faccia delle maestre con tanto di velo regolamentare non voglio definirlo) per l’apostasia dei piccoli battezzati (ve ne erano anche di islamici) indotti persino alla tipica prostrazione orante dei fedeli musulmani.

Niente contro la comunità musulmana: al loro Credo, evidentemente, credono sul serio e fanno solo del sano, dal loro punto di vista, proselitismo. Ma che vergogna, per questa sedicente scuola (post)cattolica.

Che il papa che si va ad eleggere sia bianco o nero, italiano o della Papuasia, a questo punto cosa conta? Un episodio del genere, purtroppo, è eredità non solo di Bergoglio ma di tutto ciò che è stato dalla salita al soglio del cardinale Roncalli (Giovanni XXIII).

Amaro particolare, segno sinistro dei tempi: le Vittorie della Santa Maria cui è, a questo punto indegnamente, dedicata la scuola, sono sicuramente quelle della Croce come Lepanto o delle tante lotte contro i tentativi militari di islamizzazione dell’intera Europa.

Vorrei anche ricordare che, nello stesso Concistoro in cui Benedetto XVI comunicò la sua clamorosa rinuncia, fu annunciata subito dopo la canonizzazione degli Ottocento Martiri di Otranto messi a morte nel 1480 dagli scorridori turchi per rifiutarsi di abiurare alla propria fede.

A. Martino  

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *