ALTRO CHE RAGAZZINI MANDATI SADICAMENTE AL MACELLO. I SOLDATI NORDCOREANI SONO CONSIDERATI EROI DA PUTIN E DA KIM, E LE LORO PERDITE SONO STATE CONTENUTE.

Dopo mesi di notizie più o meno fake sulle truppe nordcoreane operative sul fronte del Kursk a fianco dell’alleato russo, ora sembra che disponiamo di dati e spunti di analisi molto più concreti. Ne abbiamo anche sentite (e anche noi riferite, certamente) affermanti tutto e il contrario di tutto.

I militari di Kim carne da cannone, stranamente e per una sorta di sadismo dei russi, sprecata nei primi giorni di dispiegamento in prima linea? Diserzioni in massa e panico dilagante?

Ragazzini inesperti ma (come si ammise in un secondo momento) “motivati e fanatici” ovvero coraggiosi? Contro i panzer di Zelensky armati di soli fucili d’assalto (abbastanza irrazionale e stupido, in effetti)? “Omini verdi” in movimento buoni come bersagli per tirocinio sui droni?

Sembra che le cose non stiano affatto così.

Dice un lancio di ANSA: “Circa 600 soldati nordcoreani sono stati uccisi combattendo a fianco delle forze russe nella guerra contro l’Ucraina, ha affermato oggi un parlamentare ed esperto di intelligence sudcoreano.

“Finora le perdite di truppe nordcoreane sono stimate a circa 4.700, di cui circa 600 morti”, ha dichiarato ai giornalisti il deputato Lee Seong-Kweun, membro della commissione parlamentare per l’intelligence, dopo un briefing con le autorità militari di Seul”.

Ebbene, la fonte (il nemico giurato – fratello della Corea del sud “democratica”) è sicuramente attendibile nel suo avere tutto l’interesse a dipingere a tinte fosche il bagno di sangue cui l’ “amato leader” di Pyongyang costringe la gioventù della Repubblica popolare democratica di Corea. Seicento caduti sono pur sempre seicento vite umane (che farebbero dismettere, in questo momento, a qualunque governo italiano qualsivoglia animo pugnace), ma indubbiamente perdite contenute a fronte della effettiva inesperienza operativa dei loro comandi, e della straordinaria letalità della guerra odierna per le fanterie; non siamo all’epoca di Napoleone in cui una palla di cannone atterrata su fango o neve fresca era spesso inoffensiva.

Ma non basta. Più o meno contemporaneamente, dopo tante smentite ufficiali, il Cremlino ha pubblicato un filmato immortalante sodati nord-coreani in azione a fianco dell’esercito russo nella regione di Kursk, lungo il fronte settentrionale della guerra contro l’Ucraina. Nelle immagini — rilanciate dalla tv di Stato russa — si vedono soldati in mimetica nordcoreana impegnati in manovre d’artiglieria e logistica, con didascalie inneggianti alla «cooperazione antimperialista». Il presidente Vladimir Putin ha celebrato alla televisione  «l’eroismo e la disciplina dei soldati della Corea del Nord che combattono per la sicurezza collettiva». E da Pyongyang, l’agenzia KCNA ha riportato le parole di Kim Jong-un, che annuncia l’erezione di «un monumento ai martiri nord-coreani caduti in terra russa» e valuta «un viaggio sulla Piazza Rossa per onorare gli alleati».

Ovvia l’allusione alla seria possibilità che presenzi alla parata per l’anniversario della resa del Terzo reich, analogamente al leader cinese Xi Jin Ping; pare persino con rappresentanze militari dei due paesi a partito unico dell’Estremo Oriente. Sarebbe tutto ciò un segnale molto forte per Trump, come a dire “non riuscirai a dividerci”, con la postilla da parte di Putin “mi spiace, ma l’America resta sempre l’America e di te non posso fidarmi più di tanto”.

A. Martino

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