BERGOGLIO E IL CONCILIO CHE SI FECE CARNE

Come Benedetto XVI, anche Francesco I ha lasciato questo
mondo con un timing perfetto, cioè in un giorno particolare e con un
significato altamente simbolico.
Infatti papa Ratzinger morì il 31 Dicembre del
2022, proprio alla fine dell’anno.
Mentre Bergoglio è deceduto esattamente il giorno
seguente la Pasqua di Resurrezione del Signore. Ovvero il Lunedì dell’Angelo,
comunemente chiamato “Pasquetta”. Nella fattispecie si ricorda la
manifestazione dell’Angelo alle donne che si recavano al Santo Sepolcro.
Orbene a “cadavere ancora caldo”, come si
suol dire brutalmente, mi sento di condividere alcune considerazioni
riguardo Jorge Mario Bergoglio e il suo pontificato.
Come spesso accade chi muore viene automaticamente
“canonizzato”. Nel senso che del defunto si tende a ricordarne
prevalentemente i pregi piuttosto che i difetti. Anche se il de cuius fosse
il mostro di Milwaukee. E se questa dinamica viene applicata ad un Pinco
Pallino qualsiasi, figuriamoci applicata al Vicario di Cristo! Che, forse non
tutti lo sanno, è la condizione peculiare del Papa in quanto successore di
Pietro.
Comunque a pochi minuti dalla comunicazione
ufficiale del decesso di papa Francesco i media mainstream e il web sono
letteralmente andati in tilt per l’immenso profluvio di commenti a riguardo.
Secondo il mainstream Bergoglio sarebbe da
canonizzare seduta stante, ancor prima del funerale. Mentre nel web si sono
palesati anche i perplessi, i critici, i detrattori e persino gli odiatori seriali
di Bergoglio.
Come tutti i pontificati anche quello di Francesco
è stato caratterizzato da luci ed ombre. Personalmente ritengo che le ombre,
purtroppo, abbiano decisamente sovrastato le luci. In questo giudizio mi baso
su ciò che Gesù afferma nel Vangelo di Giovanni. E che cioè i cristiani sono
NEL Mondo ma non DEL Mondo. Sarebbe a dire che i cristiani devono vivere nel
Mondo però cercando di discernere ciò che il Mondo offre. E quindi accettarne
il bene e rifiutarne il male. Insomma non farsi fagocitare dalla mondanità. E
questo precetto vale per tutti i cristiani. Soprattutto per il Sommo Pontefice.
Però è indubbio che Bergoglio, fin dall’inizio del
suo mandato, si sia letteralmente tuffato a capofitto nel Mondo con un doppio
carpiato con avvitamento.
Lo si comprese immediatamente allorquando egli, a
pochi giorni dall’insediamento, rispose con la celeberrima frase “Chi sono
io per giudicare?”, in riferimento ad una questione riguardante
l’omosessualità.
Ma il ruolo del Pontefice è proprio quello di
giudicare! Ma non puntando il dito e giudicando il prossimo gratuitamente e
senza cognizione di causa. Bensì aiutare tutti i cristiani a discernere il Bene
dal Male, come detto prima.
E in quanto Vicario di Cristo il Papa ha il
DOVERE di giudicare e condannare qualsiasi atto o persona che si ponga
contro la Legge Naturale, che poi sarebbe la Legge Divina. È come se un giudice
di Cassazione dicesse:”Chi sono io per giudicare?”. E gli si potrebbe
rispondere:”E quindi cosa ci fai seduto in tribunale indossando una
toga?”
Quindi fin da subito il papa argentino si è
impegnato con particolare dedizione a demolire, mattone dopo mattone, ciò che
rimaneva dei ruderi ormai irriconoscibili della Chiesa uscita dal Concilio
Vaticano II.
Non starò qui a descrivere nel dettaglio i danni
che ha fatto il Concilio e che si riverberano tuttora.
Per brevità diciamo che arrivati ad un certo punto
della Storia per gran parte della popolazione mondiale si convinse che l’Impero
Sovietico fosse una sorta di Moloch ineluttabile, inscalfibile e destinato
all’imperitura eternità. E quindi si partiva dal fatto che anche la Chiesa, che
proveniva da quasi 2000 anni di Storia, si sarebbe dovuta confrontare
giocoforza con una sorta di mostro geopolitico immenso che aveva infettato il
Mondo con le proprie ideologie moderniste e anticristiane.
In sintesi, con il CV II, la Chiesa Cattolica cessa
di fatto di essere il Sole intorno a cui ruota la Terra ma il Sole stesso che
ruota intorno alla Terra. E quindi la Chiesa non dovrà più insegnare, ma imparare
dal Mondo e dalle sue molteplici contraddizioni e aberrazioni. Le basi di una
Chiesa “fluida”, quindi. E teniamo conto che il CV II fu aperto nel
1962 e concluso nel 1965. Perciò in un periodo in cui i Valori fondamentali del
cristianesimo erano relativamente ancora ben radicati nel globo terracqueo.
Per cercare ulteriormente di fornire una sintesi
del CV II potremmo dire che gran parte dei vescovi e dei cardinali del periodo,
invitati a redigere i documenti conciliari, erano imbevuti di progressismo.
Ovvero quell’idea per la quale ogni novità sia buona a prescindere.
Va da sé che agli occhi di questi individui una
Chiesa che andava avanti da secoli e secoli risultava piena di ragnatele e
puzzava di polvere, muffa e naftalina.
Però questa teoria si è schiantata più volte con la
realtà.
Pensiamo al fatto che la temutissina Unione
Sovietica si squagliò e si spense come una candela nel giro di 70 anni.
Poi pensiamo al Green Deal e alla presunta
innovativa auto elettrica, che avrebbe dovuto sostituire in breve tempo i
vecchi motori diesel e a benzina.
Per non parlare del tappo attaccato alla
bottiglia….
Quindi abbiamo visto che il Mondo cambia, si
contraddice e si corrompe continuamente. E la Chiesa conciliare si è appiattita
al Mondo.
Però a partire dal papato di Giovanni XXIII (ovvero
colui che aprì il Concilio) i pontefici si cimentarono comunque in una sorta di
costante equilibrismo fra Tradizione cattolica (la Chiesa di sempre) e
progressismo (le istanze rivoluzionarie e radicali). Almeno fino a Benedetto
XVI. Dopo di lui si può dire che “il Concilio si fece carne” con
l’avvento di Francesco.
Come tutti sappiamo Bergoglio salì al soglio
petrino in condizioni a dir poco ambigue, irrituali e totalmente eccezionali.
Infatti il Pontefice regolarmente regnante, Joseph
Ratzinger, rassegnò le sue “dimissioni” da Papa, come un
Amministratore Delegato qualunque, nel 2013. Per gravi ragioni di salute, si
disse. Fatto sta che papa Ratzinger continuò a parlare, scrivere e concedere
udienze per i seguenti nove anni.
Comunque tutto ciò che i primi papi post conciliari
cercavano faticosamente di dissimulare fu definitivamente e brutalmente esposto
da Bergoglio, come abbiamo visto. Infatti egli si dimostrò un
ultra-turbo-progressista, calpestando la Tradizione Cattolica e condannando
apertamente tutti quei cattolici che guardavano alla Chiesa preconciliare,
ovvero alla Chiesa di sempre, come detto prima. In compenso egli ha sempre
lodato e sostenuto con entusiasmo tutte le altre religioni o pseudo religioni
presenti sulla faccia della Terra. A partire dalla Massoneria…
Per farla in breve. Se il Concilio Vaticano II
fosse un seme piantato nel 1962, Bergoglio ne è stato il frutto più maturo.
Comunque il fatto che Francesco sia stato il papa
più amato, osannato e celebrato in assoluto da tutti gli atei e i non cattolici
sparsi nel Mondo dovrebbe farci capire qualcosa.
Infatti non meraviglia che lungo tutto il suo
pontificato Francesco si sia appiattito pedissequamente a tutte le istanze
delle élite globaliste riguardanti immigrazione, ambiente, vaccini e LGBTQ+.
Ma onor del vero bisogna ammettere che comunque,
riguardo il conflitto russo ucraino, egli riuscì a dire qualcosa di leggermente
difforme dalla narrazione mainstream. Inoltre ebbe il coraggio di
stigmatizzare il genocidio del popolo palestinese per mano degli israeliani.
Per il resto basta sfogliare la celeberrima Agenda
2030, il “vangelo secondo Davos”, per rendersi conto di come
Bergoglio l’abbia messa in pratica punto per punto.
Concludendo possiamo comunque rallegrarci per un
motivo. E cioè il fatto che Bergoglio non si sia “dimesso” come fece
il suo predecessore. Ciò ha evitato che l’istituzione pontificia possa essere
svilita e abbassata al rango di una mediocre Società per Azioni.
Infine, con dispiacere, son costretto a dare una
stilettata nel cuore a tutti i papaboys in servizio permanente
effettivo.
Prima di tutto il Papa non è Cristo sceso in Terra
ma è il Vicario di Cristo, come abbiamo già visto in precedenza. E quindi, in
quanto uomo, è perfettamente in grado di dire o fare fesserie come il
sottoscritto e tutto il genere umano.
Inoltre la frase “È tornato alla Casa del
Padre”, con cui è stata annunciata la morte di Bergoglio, non ha alcun
senso e neanche alcuna logica a livello prettamente cattolico.
Infatti quando qualcuno muore rende l’anima a Dio.
E Dio giudicherà ciò che quest’anima ha compiuto durante il suo cammino
terreno.
Non è scritto da nessuna parte che chi muoia vada
automaticamente in Paradiso.
Poiché oltre a quest’ultimo esistono anche il Purgatorio
e l’Inferno. E purtroppo non siamo noi a decidere dove collocarci. Possiamo
solo limitarci a pregare per l’anima del defunto.
Una santa, di cui non ricordo il nome, ebbe una
visione dell’Inferno. E vide che era letteralmente lastricato di zucchetti
viola, rossi e anche qualche zucchetto bianco. Ciò vuol dire che alla
dannazione eterna ci possono finire pure vescovi, cardinali e papi.
Quindi in questa vita potremmo esimerci dal
giudicare ma nell’altra vita non potremo evitare di essere giudicati.
Alessio Paolo Morrone
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