LA MESSA IN AMMOLLO AL LARGO DI CROTONE, STRAORDINARIO SIMBOLO DI ECLISSE DEL SACRO

Un tizio che immerso in acqua, volge i palmi delle mani in su e anche qualche oggetto, come per abbronzarsi meglio l’interno delle braccia.

Davanti a lui un materassino galleggiabile, sul quale forse ha poltrito, come milioni di teste d’uovo (si fa per dire per non essere censurato fa Facebook) fino a pochi minuti prima.

Un magistrato del laicissimo stato italiano, che paradossalmente cerca di insegnare a un prete cosa significhi fare il prete, e cosa sia il vilipendio della religione.

Una Curia, che più che condannare la dissacrazione della santa Messa, opera fumosi ragionamenti culturali.

Tutto ciò si ricompone in un fatto tra il grottesco e il blasfemo, avvenuto sulla spiaggia di Alfieri (località di Crotone) dove un parroco trentaseienne assistente più o meno spirituale di un campo di volontariato della ONG catto-pensierounicista Libera (quella di don Ciotti, se non sbaglio) nella locale pineta, ha avuto l’idea di celebrare Messa in un luogo decisamente fresco: cioè, standosene a mollo, ovviamente in mutande (del genere “costume da bagno”) e usando un materassino gonfiabile in luogo dell’altare.

Scalpore e scandalo presso i cattolici locali, e conseguente, rapido interessamento della magistratura (il che mi ha davvero sorpreso, devo ammettere), ipotizzando la competente Procura a carico del bizzarro prelato il “vilipendio verso una religione”, pallida evoluzione normativa in chiave mondialista del vecchio “vilipendio verso la religione di stato”. Ma di solito, che io sappia, la religione cattolica o comunque i simboli cristiani, non sono mai tutelati (vedi “forme di espressione artistica”).

Don Mattia Bernasconi ha chiesto scusa sul sito della sua parrocchia milanese: “ Vi scrivo poche ma sentite righe per chiedere scusa per la celebrazione di domenica 24 mattina nelle acque del mare di Capo Colonna… Non era assolutamente mia intenzione banalizzare l’ Eucarestia né utilizzarla per altri messaggi di qualunque tipo”.

Dal suo canto, la Curia di Crotone ha dichiarato che “ la celebrazione eucaristica, e in generale la celebrazione dei sacramenti, possiede un suo linguaggio particolare che è giusto rispettare e valorizzare, senza rinunciarvi con troppa superficialità”.

Banalizzare, linguaggio particolare….flebili scuse o ramanzine solo pro forma e che si potrebbero leggere anche sul Corriere della sera o La Repubblica. Se a ciò si aggiunge la visita del Papa in Canada che parrebbe chiedere scusa per la evangelizzazione del grande paese nordamericano, e la sua insistita anticipazione su dimissioni che prima o poi verranno, facendo del papato una mera “presidenza dei vescovi cattolici”, il quadro è chiaro. Si conferma che siamo nel postcattolicesimo, e ben oltre la secolarizzazione: siamo alla totale desacralizzazione.

A. Martino

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