OGGI È IL 10 FEBBRAIO, È LA GIORNATA DEL RICORDO, MA, AL DI LÀ DI UN CERTO STERILE FORMALISMO, IL PAESE È ANCORA CURVO SU PERCORSI CHE NON GLI APPARTENGONO E POLITICHE SUICIDE.

Anche quest’anno, come dal 2004, oggi ricorre la “Giornata del Ricordo”, una  solennità civile nazionale istituita per ricordare  i massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata. À  

Una vera e propria disgrazia che riguardò ben 15 mila italiani assassinati dai partigiani titini nelle profondità carsiche delle foibe.

Uomini e donne colpevoli del solo fatto di essere italiani e che pertanto dovevano essere eliminati per dimostrare, alla comunità internazionale, che le terre irredente dell’Istria e della Dalmazia non erano più abitate in maggioranza da “mangia spaghetti”, quanto da slavi.

Così circa 350 mila italiani, a seguito del trattato di pace di Parigi, dovettero lasciare, dalla sera alla mattina, le loro case, le loro terre, i luoghi dove, per secoli e secoli, i loro antenati erano cresciuti ed avevano prosperato, e che solo trent’anni prima, a seguito della vittoria dell’Italia nella I Guerra Mondiale, erano stati uniti alla madre Patria.

In altri termini, il processo di unificazione, che era stato quasi concluso a seguito della Grande Guerra, ora risultava nuovamente riaperto senza che nessuno, però, avesse voglia di portarlo a termine.

Nel 2007, a seguito del Trattato di Lisbona, l’Europa è diventata quella che conosciamo e nessuno dei nostri Padri Costituenti, nel lontano 1947, avrebbe mai potuto immaginare che l’Italia, nel corso terzo millennio, a poco a poco, si sarebbe liquefatta dentro questa entità senza anima, né storia, che è l’Unione Europea, mandando così in soffitta, anche con un certo dispregio, l’irredentismo e la Causa Nazionale.

Oggi però al Governo c’è Giorgia Meloni e con essa il partito di Fratelli d’Italia, formazione che, non fosse altro per la presenza della Fiamma Tricolore nel proprio logo, dovrebbe ben conoscere certi valori ed invece bisogna registrare con grande amarezza che, al di là di uno sterile formalismo lessicale, nulla è stato fatto e credo, ahimè, si farà per riportare la questione dell’irredentismo e della italofonia di quelle terre, nell’agenda Politica Nazionale.

L’attuale maggioranza di centro-destra ha puntato tutte le proprie fiche sul tavolo della NATO e della fedeltà alla causa dell’Integrazione Europea, non ricevendone sostanzialmente nulla! Se non quanto era già stato pattuito con i precedenti governi (vedi PNRR).

Di contro, però, l’Esecutivo Meloni si è dovuto impegnare all’inverosimile con Zelensky rompendo ogni rapporto con il vecchio amico russo, condotta, quest’ultima, che ha causato una marea di problemi alla nostra economia, non ultima la galoppante inflazione.

Tanta fatica per nulla: l’onnipresente Zelensky piccato per la sua esclusione al Festival di Sanremo ha creato le condizioni per non incontrare né con un bilaterale formale, né nella cena all’Eliseo la nostra Premier la quale si è dovuta accontentare di un breve colloquio voluto dal Presidente ucraino in segno di gratitudine per gli sforzi che l’Italia continua a mettere in campo.

Insomma un Paese come l’Italia è ora costretto a correre dietro all’Ucraina, ragion per cui la Meloni  si è ripromessa di recarsi a Kiev prima dello scoccare dell’anniversario del primo anno di guerra.

Ma se questo si è avuto seguendo la NATO, seguendo l’UE non si è ottenuto di meglio.

Infatti, nonostante il Trattato del Quirinale, la Francia si è permessa di tenere incontri con la Germania, senza una nostra delegazione, sia riguardo al dossier Ucraina (vedi cena dell’Eliseo) che in merito all’Inflation Reduction Act di Joe Biden (vedi volo a Washington dei Ministri delle finanze francese e tedesco).

Dunque cosa occorre ancora alla Meloni per capire che il “Trattato del Quirinale” va necessariamente stracciato?

L’Europa è irriformabile e la NATO è una trappola!

Stiamo forse pagando pegno, nei confronti di Parigi, per il “Piano Mattei” tanto sbandierato dall’attuale Esecutivo?

Se così fosse, cioè se avessimo il nemico in casa, vale a dire la Francia, cosa che tra l’altro, noi, abbiamo sempre sostenuto, c’è poco da stare a discutere!

Il toro va preso per le corna!

La linea pro Washington e Ucraina è affollatissima e arida di soddisfazioni, dunque, meglio stare con la Russia ed il resto del mondo, anche perché, volendo essere cinici al 100%, l’emergenza terremoto in Turchia ha reso opaca l’intermediazione di Erdogan e quindi potremmo cogliere questa finestra per rientrare in gioco.

E, al di là di questo, dovremmo farlo perché, l’ordine internazionale attuale, non ci consentirebbe mai di riaprile il dossier delle frontiere orientali e, un azionista di maggioranza come Fratelli d’Italia, che si rifà apertamente a certi valori, dovrebbe essere più attento a certe esigenze che alla Guerra in Ucraina.

Diversamente, ai voglia a promuovere film su Norma Cossetto o intitolare piazze ai Giuliani/Dalmati …

Personalmente il tifo lo voglio vedere sugli spalti degli stadi, no nelle aule Parlamentari … già soffro di gastrite … e questo sarebbe francamente troppo per me.

Lorenzo Valloreja

One Response to OGGI È IL 10 FEBBRAIO, È LA GIORNATA DEL RICORDO, MA, AL DI LÀ DI UN CERTO STERILE FORMALISMO, IL PAESE È ANCORA CURVO SU PERCORSI CHE NON GLI APPARTENGONO E POLITICHE SUICIDE.

  1. Massimo ha detto:

    Bel commento.

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