NON CI SCALDIAMO CON LE PAROLE: FIRMIAMO CONTRO LE SANZIONI ALLA RUSSIA PER RIPRENDERCI IL GAS

Non c’è proprio niente da fare: “il bue dà sempre del cornuto all’asino”. È nella sua natura, è più forte di lui.
Così, a poche ore dalla grande parata sulla Piazza Rossa per l’80° anniversario della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica, l’Unione Europea ha deciso di lanciare l’ennesima provocazione: un gesto pensato per riscaldare gli animi e impedire che si possa finalmente chiudere quella che è stata, a tutti gli effetti, la più grande debacle militare della storia del Vecchio Continente: la guerra in Ucraina.
E sempre secondo la “teoria del bue”, Ursula von der Leyen ha voluto lanciare il suo strale anche contro i costruttori di pace — ossia contro chi, come noi, anziché usare i piedi, preferisce usare il cervello.
Il 7 maggio 2025, durante la plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, ha dichiarato:
“Alcuni continuano a dire che dovremmo riaprire il rubinetto del gas e petrolio russi. Questo sarebbe un errore di proporzioni storiche. E non permetteremo che accada.”
Parole che ignorano deliberatamente l’unico vero errore storico commesso finora: quello degli Stati Uniti a guida democratica e dell’UE, che con provocazioni continue e una russofobia ormai dilagante hanno spinto Mosca tra le braccia di Pechino, desertificando l’economia dei Paesi europei e condannando l’intero continente all’impotenza e all’irrilevanza geopolitica.
Allo stesso modo, la von der Leyen non spiega perché insista tanto sul cosiddetto “ReArm Europe”.
Forse per far ripartire l’economia tedesca? Certamente.
Ma è tutto? No.
La verità è ben più scomoda: risiede nella cecità e nella presunzione di chi mente consapevolmente pur di nascondere i propri fallimenti, frutto di decisioni ideologiche e disconnesse dalla realtà.
La guerra in Ucraina è ormai persa: gli eserciti che hanno ceduto i propri armamenti a Kiev si ritrovano oggi senza mezzi, senza commesse per la ricostruzione e — soprattutto — senza alcuna concessione per lo sfruttamento delle immense risorse naturali ucraine, che andranno, come da me più volte previsto, agli Stati Uniti e alla Cina.
E già questo risultato basterebbe a indurre l’intera classe dirigente europea a ritirarsi a vita privata.
E invece no. Costoro si sentono uomini e donne per tutte le stagioni.
Dopo aver affossato l’automotive, rincorrendo cervellotiche politiche “green”, ora pensano bene di tagliare completamente i ponti commerciali con la Russia — il principale Paese detentore di materie prime al mondo — per:
- A. Elevare la Cina, maggiore potenza manifatturiera globale, a proprio partner commerciale;
- B. Acquistare gas e risorse fossili da chiunque, fosse anche il Qatar, che ce lo fa pagare 40 euro al megawattora.
E non si tratta solo di parole: la von der Leyen lo giura.
Esiste una tabella di marcia per interrompere completamente le importazioni di energia dalla Federazione Russa entro il 2027.
Una follia pura, aggiungo io.
Anche perché — come riportato da fonti ben informate, tra cui Reuters — il gas russo è parte delle trattative tra Stati Uniti e Russia per la pace in Ucraina.
L’accordo prevederebbe che Washington acquisti gas naturale da Mosca per poi rivenderlo all’Europa.
E allora mi chiedo: se ciò fosse vero, perché non acquistarlo direttamente in grandi quantità da Gazprom, come giustamente abbiamo fatto fino al 2022?
E se poi dovessimo sostituire i rapporti commerciali con la Russia con quelli con la Cina, in nome del conflitto ucraino, qual è la differenza etica tra questi due Paesi, se — come ormai riconosciuto da tutti — Pechino riporterà Taiwan sotto il proprio controllo entro il 2027?
Dunque, poiché il bene e il male assoluto sono categorie filosofiche, e il mondo non si regge sulla filosofia, l’unico vero male da combattere è la follia di chi vuole ridurci in braghe di tela, mentre la maggioranza degli italiani lavora come un mulo per portare a casa un tozzo di pane.
Per questo è nostro dovere lottare affinché le sanzioni alla Russia siano revocate immediatamente e il gas di Gazprom riacquistato.
Perché a fine mese, i vaneggiamenti della von der Leyen — e di chi la sostiene — non ci portano da mangiare.
Invito pertanto tutti i lettori a visitare il seguente link:
Per scaricare il modulo di adesione alla Petizione Nazionale, che mira a ottenere:
✅ La revoca delle sanzioni contro la Russia
✅ La riapertura dei flussi energetici con Gazprom
📢 Facciamo sentire la nostra voce.
Non permettiamo ad altri di decidere il nostro futuro.
Lorenzo Valloreja
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