BOTTA E RISPOSTA TRA CROSETTO E PRIGOZHIN: SAREBBE UN “MUDAK”, DICE PRIGOZHIN.

Guido Crosetto “testa di c.” secondo il capo della Wagner (una specie di amministratore delegato, dato che come sappiamo il capo militare è un altro). A quanto pare infatti, il termine “mudak” in russo corrisponderebbe più o meno alla suddetta per nulla lusinghiera definizione.

E’ la risposta alle supposizioni del nostro ministro della Difesa, e non solo sue, circa mene russe miranti all’esplosione di una “bomba” migratoria al largo delle coste italiane: l’ultima velina politico-giornalistica in tema di rapporti talo-russi ovviamente al minimo storico dopo la entusiasta (ma relativamente modesta) partecipazione italiana alle forniture ucraine per la sua guerra su commissione.

Purtroppo, la realtà “reale” da noi già messa in luce è che da anni, nonostante chiacchiere, continui editti e inasprimenti di pena contro gli scafisti etc., per diversi fattori (buonismo parte integrante della ideologia di stato, squallidi interessi socioeconomici, tendenza all’estinzione demografica etc.), sembra proprio che la sostituzione etnica sia un destino certo non umanamente irreversibile, ma politicamente quanto indubbiamente tracciato, specie dopo la rinuncia a un ruolo nel Mediterraneo e (atto della massima gravità e servilismo) il tradimento di Gheddafi a opera di Berlusconi.

Queste le parole del cosiddetto “cuoco di Putin”, al secolo Yevgheny Prigozhin, al netto dei poco simpatici apprezzamenti personali su un membro del governo. Il duello “dialettico” ha qualcosa che strappa il sorriso, data la fisionomia e fisicità abbastanza analoga dei due : e devo dire che il nostro Crosetto fa la sua “porca figura” con l’espressione alquanto più truce e la stazza persino superiore (chi ha detto che gli orsi russi sono i più grandi e feroci?). Ma forse, e piuttosto, siamo clamorosamente dinanzi a due copie (belle o brutte non so) dello zio Fester.

Crosetto dovrebbe guardare meno in altre direzioni e occuparsi dei suoi problemi, che probabilmente non è riuscito a risolvere. Noi non siamo al corrente di ciò che sta succedendo con la crisi migratoria, non ce ne occupiamo, abbiamo un sacco di problemi nostri di cui occuparci“.  

In un audio postato sul canale Kepka Prigozhina, Prigozhin ha pure ironizzato sull’enfasi crescente, a livello di terminologia militare, che in Italia si dà alla sua compagnia mercenaria:

Prima si parlava di compagnia privata Wagner poi a un tratto è diventato gruppo Wagner, ora invece viene fuori che è una divisione Wagner, e l’Italia è la prima ad usare questa parola in tanti anni”.

A. Martino

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