LA RABBIA DI UN INSEGNANTE CONTRO LA FIGLIA DI GIORGIA MELONI, FOLLE COME UNA SOCIETA’ DOVE NESSUNO (NEANCHE CHI SIEDE IN CATTEDRA) APPARTIENE A CASTE DI SANTI O DI EROI.

L’autore dell’inqualificabile, demenziale post su un social auspicante alla figlia di Giorgia Meloni tutto il male possibile analogamente alla ragazza di Afragola, è stato individuato nella persona di un certo docente della scuola statale. Sembra che si tratti di un insegnante di lingua tedesca in una scuola della Campania. Forse, le opere di Karl Marx e Friedrich Engels lo hanno troppo fascinato.

Giusta ira del ministro Valditara, e chissà quali conseguenze di un gesto così dissennato, privo di un senso fosse pure radicalmente ideologico ma con un minimo di razionalità, e suicida (qui la mettiamo sul pratico) a livello sociale e professionale. La persona in oggetto si dice profondamente rammaricata di quanto scritto (non credo però che abbia agito come in trance, o posseduto da qualche entità diabolica ma ormai, nella mostruosa realtà odierna, non escludo più nulla)

Penalisticamente poi, non saprei che pensare. L’auspicio del male di una persona, sarebbe minaccia? Ingiuria?

Ma il diritto, si sa almeno da parte del sottoscritto, tra le scienze è la più inesatta e potrebbe magari tollerarsi un “se ti incontro ti spacco la faccia” dovuto,si dirà, al caldo o al pubblicitario “logorio della vita moderna” nei confronti di un “fesso qualunque”; d’altro canto, qualora la parte offesa sia eccellente, anche il romanesco “li mortacci tua” potrebbe assumere un agghiacciante rilievo penale se rivolto al soggetto”sbagliato”. Insomma, fossi nell’ineffabile docente, non dormirei per niente sonni tranquilli. Sembra infatti che oggi due giugno, nonostante la giornata festiva dedicata all’istituzione della repubblica, a Viale di Trastevere stiano già decidendo i provvedimenti nei confronti del docente.

Potrebbe anche scusarsi con Giorgia Meloni: ma che dirle, dato che da sue successive dichiarazioni continua a dirsi sì dispiaciuto ma tuttora convinto delle sue idee? Ma di quali nello specifico, e cosa c’entrano con le maledizioni a una bambina? Chiaramente, un simile dialogo non porterebbe a nulla o forse peggiorerebbe la situazione con l’ipotizzare un qualche trattamento sanitario obbligatorio.

Dubbi giuridici a parte che lascerebbero il tempo che trovano dinanzi a un procedimento deontologico-disciplinare probabilmente doveroso a parte la inusitata celerità e speditezza, questo caso mi fa ricordare quello della insegnante che anni fa, quando un carabiniere cadde per servizio a Roma, commentò “uno di meno” e fece osservazioni lombrosiane sulle foto dello sventurato, colpevole a quanto pare, di una tendenza al sorriso e di una solarità impressagli sul volto; se avesse avuto la classica faccia da duro, immagino come avrebbe commentato.

A quanto pare quindi, nelle scuole, non tutti gli insegnanti sanno essere operatori di pace e mettere fra parentesi, vivendole in ambiti extrascolastici, le loro posizioni ideologiche più radicali (legittimamente assunte) rendendosi conto che certi sfoghi irrazionali contro una indubitabile cappa (per dirla alla Veneziani), a volte oggettivamente disumani quindi sbagliati oltre che martirizzanti l’avversario, sono semplicemente impensabili per categorie che hanno a che fare con l’educazione e l’istruzione.

Questa società è culturalmente marcia: non esistono caste guerriere o eroiche o santi salvo quelli del calendario “bollinati” da una istituzione bimillenaria solo dopo morti e a volte persino dopo secoli, ma solo ambiti in cui bisognerebbe cercare di avere uno straccio di coerenza con i principi che vi si professano, tutto qui. Da questo punto di vista, che quando si fa scrupolosamente il proprio dovere a fronte di una busta paga mensile, si diventi automaticamente “eroi”, pure dice qualcosa sul livello di moralità in cui siamo sprofondati.

Però nel caso in oggetto, vi è stata una reazione lievemente isterica da parte delle forze di governo (il post in immagine è significativo) laddove, a mia modesta opinione, sarebbe stato opportuno piuttosto un certo compatimento e scherno.

Una volta tanto, Giuseppe Valditara non può prendersela con le famiglie. In considerazione anche della posizione (anche questa discretamente stupida) presa da un liceo di Magenta (località cara alle memorie patrie) contro un raduno dei bersaglieri, rischia di dover aprire, dopo la tutela poliziesca contro le aggressioni ai professori da studenti e famiglie, anche un fronte contro i comportamenti più o meno reprobi da parte dei docenti stessi.

Mica si finirà nelle scuole, dopo le fisiologiche e abbastanza consuete ispezioni del MIM, anche a quelle del Ministero dell’Interno?

Un bel guazzabuglio, ai livelli quasi delle ambasce del collega Giorgetti per il deficit pubblico.

A. Martino

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