CI SONO VITTORIE E VITTORIE, COME CI SONO SCONFITTE E SCONFITTE. QUELLA DEL RASSEMBLEMENT NATIONAL, ALLA FINE DELLA FIERA, STA SICURAMENTE NEL MEZZO.

Premesso che gli elettori hanno sempre ragione, qualunque sia il voto che essi esprimano, non è detto che il verdetto uscito dalle urne sia altrettanto indicativo della volontà popolare. Infatti, in Francia, così come in Gran Bretagna, in Italia e in ogni altra democrazia compiuta, sono proprio i sistemi elettorali a deformare la realtà e a vanificare il voto dei cittadini.

Risulta pertanto scorretto definire debacle elettorale il risultato ottenuto in Francia dal “Rassemblement National”, che ha ottenuto, fino a prova contraria, un esito straordinario: stiamo parlando di più di 10 milioni di preferenze assegnate a un partito che alle politiche del 2022 ne aveva prese all’incirca 3,5 milioni, cioè ha guadagnato, in soli 2 anni, circa 6 milioni e mezzo di sostenitori.

La distorsione, come abbiamo detto, è tutta nell’assegnazione dei seggi: 89 nel 2022 con il 17,3% dei voti contro i 142 di oggi con però il 37,06% di preferenze. Infatti, ad una percentuale più che raddoppiata dei voti per l’RN non ha corrisposto un adeguato raddoppio dei seggi, mentre “Ensemble”, il partito di Macron che al primo turno aveva a malapena raccattato 2 seggi contro i 38 del “Rassemblement”, grazie al giochino delle alleanze e desistenze si è visto assegnare in seconda battuta ben 150 seggi, con poco più del 23% dei consensi finali: 8 deputati in più rispetto ai parlamentari della Le Pen, pur avendo preso 14 punti percentuali in meno rispetto a questi ultimi.

La tecnica della desistenza non è altro che una forma di bullismo politico vero e proprio, dove una forza che, dal 1972, si è sempre presentata legittimamente e ininterrottamente a tutte le competizioni elettorali francesi, è stata ostracizzata e ghettizzata come se fosse la personificazione del male assoluto, mentre il vero pericolo per i francesi, in tutti questi anni, è stato rappresentato dal “VERTICALISMO” di Macron. Credendosi Giove Capitolino, Macron si sente titolato a decidere letteralmente della vita e della morte del proprio popolo, arrivando persino a volerlo spedire a combattere in Ucraina. Questa follia sottolinea come la Francia, cacciata dall’Africa, sia solo alla ricerca di provocazioni per coprire la propria crisi strutturale.

Ora, però, a Parigi, regna il caos, in quanto l’Assemblea Nazionale è divisa in tre tronconi: da una parte abbiamo la coalizione di sinistra del “Nuovo Fronte Popolare” di Jean-Luc Mélenchon, con 182 deputati; al centro i macroniani con 150 parlamentari; e a destra, come abbiamo già detto, Jordan Bardella con 142 onorevoli.

Macron, per continuare a governare senza intoppi, dovrebbe far nascere un governo tecnico, assoluta novità per i transalpini, coinvolgendo il proprio partito e i pezzi più moderati sia della sinistra (ad esempio i socialisti) che della destra (cioè i repubblicani che non hanno seguito Eric Ciotti nell’alleanza con la Le Pen), escludendo però le ali estreme. Questo, però, significherebbe anche l’apertura di una stagione di tensioni sociali di cui non si sa dove si andrebbe a parare e il cui primo assaggio lo abbiamo avuto giusto ieri con gli scontri avvenuti a Parigi tra la polizia e i “beur” sostenitori di Mélenchon.

Questi ultimi sono stati il vero punto di svolta per la vittoria del “Nouveau Front Populaire”. Infatti, la volontà del Rassemblement National di voler eliminare lo “Ius Soli”, unitamente alla presa di posizione di Marine Le Pen contro Hamas e ricambiata con l’apprezzamento del Ministro israeliano della Diaspora, Amichai Chiklier, non hanno fatto altro che spingere i filo palestinesi, che in Francia sono tantissimi, tra le braccia di Mélenchon, il quale ha avuto sempre parole molto critiche verso lo Stato di Israele tanto da essere considerato, da svariati osservatori politici, un vero e proprio antisemita, e quindi rappresentativo per chi vede Israele come il fumo negli occhi.

Jean-Luc questo lo sa, ma ciò che non ha considerato è che la comunità islamica in Francia è sempre più presente e numericamente preponderante. Se il sistema non sarà in grado di assimilarla, ben presto essa costituirà un proprio partito e cercherà di cambiare lo Stato Francese secondo le proprie esigenze, portando nel cuore dell’Europa l’integralismo islamico. Una problematica che, di contro, darà sempre la stura e nuova linfa a partiti come quelli della Le Pen.

L’unico dato confortante di questa competizione è che a trionfare sono state due forze apertamente contro la guerra e l’intervento francese in Ucraina, nonché critiche nei confronti di questa Europa, cioè il NFP e l’RN che insieme rappresentano il volere del 62% degli elettori ed avrebbero teoricamente, con i loro 320 deputati, la maggioranza assoluta. Ergo, Macron dovrebbe rivedere completamente la propria politica estera, anche se in Francia la politica estera è ad esclusivo appannaggio del Presidente della Repubblica e quindi Emmanuel potrebbe continuare nelle sue follie, situazione quest’ultima che darebbe sempre la possibilità al clan Le Pen di prepararsi e rafforzarsi in previsione delle Presidenziali del 2027.

Quindi l’onda del cambiamento disegnata dai sovranisti è tutt’altro che morta. L’ingresso quattro giorni fa in Gran Bretagna di Nigel Farage, per la prima volta, nella Camera dei Comuni – insieme ad altri quattro suoi colleghi di partito, forti del 14% dei consensi – è lo stesso film visto in Francia ieri. Ci saremmo aspettati francamente un risultato che potesse incidere di più riguardo al conflitto in Ucraina, ma il sistema di questi due Paesi lo ha impedito.

Siamo certi, tuttavia, che la scossa che verrà a novembre dagli Stati Uniti porterà i benefici sperati sia per quel che concerne la pace che per la fine di determinate scelte scellerate volute da Bruxelles, dove l’UE, come Macron, crede di poter governare il popolo e gli eventi grazie a dei semplici cavilli burocratici, non capendo però che sta solo mettendo in pressione una pentola portata già ben oltre la soglia di esplosione.

Lorenzo Valloreja

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *