CON JOE BIDEN, “L’ INCUBO E’ FINITO”?

Joe Biden non è altro che un burattino dei coniugi Obama (Barack Hussein non rieleggibile, Michelle non era al proprio turno in base a chissà quale criterio)) e soprattutto della cupola mondialista, per riportare le lancette dell’ impero euroatlantista indietro di quattro anni.

Joe Biden è un “cattolico adulto” o meglio postcattolico, assolutamente conforme ai dettami bergogliani: vaghi richiami a un filantropismo politicamente corretto,  abortismo, omosessualismo (ultimamente si è dichiarato favorevole al cambiamento chirurgico di sesso anche per i bambini). E’ piuttosto, io direi, un satanista, nel senso non certo, credo, del celebrare messe nere o adorare il Principe delle Tenebre; ma in quello del distruggere questa civiltà portandola all’ opposto esatto di quanto farebbe pensare l’ ipocrita God bless America dei suoi primi discorsi come presidente a furor di CNN. La forte “chiesa” satanista statunitense, solo presumibilmente al suo vertice, contempla situazioni esoteriche da culto dannato e oscuro, ma in realtà il richiamarsi a tale ingombrante ispirazione, è più che altro un simbolo di ribellione a qualunque autorità, freno morale, credo religioso. I satanisti della porta accanto, insomma, non credono semplicemente a nulla. In Italia non ce ne sono ancora molti, forse perché, meno propensi a immaginarii cinematografici, gli italiani preferiscono iscriversi allo UAAR (Unione atei agnostici razionalisti) o più blandamente, a uno qualsiasi dei partiti di Sistema.

E d’ altronde, la dottrina cattolica insegna (ammessa che ancora sia trasmissibile) che caratteristiche precipue del Maligno sono la Menzogna e l’ Inganno. E da questo punto di vista almeno, le accuse di “pedofilia e satanismo” che i trumpiani duri e puri hanno scagliato e continueranno a scagliare contro l’ establishment sono veraci e sacrosante. Sleepy Joe è cattolico come Conte o Renzi o Mattarella; e ho detto tutto.

Ma non bisogna nemmeno demonizzarlo (mi corre proprio l’ obbligo di dirlo per la pesantezza semantica finora usata): è in fondo solo un logoro vecchio, reduce da quaranta anni di marpionismo di platino ma anche di tremende disgrazie private (la morte in auto della prima moglie, la malattia incurabile che si porta via un figlio), messo in mezzo per la sua ricattabilità a causa degli affari ucraini dell’ altro figlio. E’ visibilmente stanco, perché provato dalla campagna elettorale ma anche disorientato dalla feroce resistenza del presidente uscente ai brogli.

Donald Trump è una variabile imprevedibile oltre che imbufalita; i brogli, anche negli USA, probabilmente ci sono sempre stati ma ora il caos è stato indescrivibile. Voti delle basi militari scomparsi, schede elettorali a migliaia imbucate in cassetta postale come una normale letterina di trenta anni fa, compilate chissà da chi settimane prima dell’ election day, o anche dopo: un caos indescrivibile che se non ci fosse stato Trump di mezzo, avrebbe fatto gridare i vari Gruber o Mentana al “collasso della più grande democrazia del mondo”. Non è certo tipo da ammettere, il caro Donald, che “così va il mondo” come fece Gore con Bush jr nel 2000, ma per restare muto dinanzi a tanto avrebbe bisogno di massicce dosi orarie di tranquillanti. Direttamente o indirettamente, attraverso il partito repubblicano o un suo temuto movimento personale, fomenterà una opposizione durissima e viscerale dinanzi alla quale il tanto perbenista, mite e corretto Biden si aggrapperà al tailleur- pantalone d’ ordinanza nero o grigio-antracite di Kamala Harris, la vice indo-giamaico-americana avatar di Laura Boldrini che infatti, è in odore di succedergli ben prima della prossima elezione presidenziale.

Il mondo dovrebbe avere di che preoccuparsi, dell’ ascesa di questo vecchio arnese washingtoniano tolto dalla naftalina, assistito da una  badante estremista; altro che esultare all’ insegna del “covidioti e pensierounicisti di tutto il mondo unitevi”.

E’ stato il numero due del primo presidente forse non nato in America, il Barack Hussein Obama assurdo e grottesco Nobel per la pace da ventiquattromila bombe, distruttore dello stato libico con pesantissime conseguenze per una Italia ahimé succube e accodata, torturatore della pacifica Siria, sovvertitore di gran parte del restante mondo arabo.

La Cina tirerà un sospiro di sollievo con una Casa Bianca dove non si parlerà più di chinese virus , e riprenderà a schiacciare il lavoro e il commercio mondiali; via libera al 5G con scuse e stretta di mano.

La Russia si vedrà messa spalle al muro su una decina di dossier dell’agenda mondialista, primi tra i quali diritti dei gay, Ucraina e Bielorussia.

Papa Francesco benedirà raggiante, Greta Thunberg sarà ricevuta alla Casa Bianca e insignita di non so che, l’ eurocrazia non vede l’ ora di mettersi a disposizione, e la nostra locale dittatura tecnico-sanitaria forse non capirà tutto ma di certo si adeguerà.

A. Martino    

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