TERRORE E DESIDERIO

Quando vedo e sento di migliaia di italiani diligentemente in fila per ottenere il vaccino o un tampone mi vengono in mente quelle file chilometriche davanti ai negozi composte da gente bramosa di accaparrarsi l’ultimo modello di i-phone o un paio di scarpe griffate. Molti rimarranno sconcertati da questa affermazione perchè effettivamente non c’è alcuna relazione tra un composto biologico e un bene di lusso, però è indubbio che le due categorie antropologiche appena menzionate siano spinte nel loro agire dal medesimo impulso: l’irrazionalità. Chi smania per vaccinarsi è spesso spinto da un terrore irrazionale, come l’altra categoria è mossa ugualmente da un altrettanto irrazionale desiderio di possesso.

Ora è un dato di fatto che delle calzature di marca e un manufatto altamente tecnologico non siano dei beni di prima necessità. E quindi c’è da chiedersi cosa porti tante persone a sostare per ore in fila sotto il sole, sotto la pioggia, al gelo o al caldo.

Prima di tutto è importante capire che un irrefrenabile e irragionevole desiderio di possedere un oggetto non scaturisce dal nulla , improvvisamente. Ma viene creato ed alimentato ad arte da campagne pubblicitarie veicolate massivamente e incessantemente dai mezzi di comunicazione al completo, affinchè l’uomo sprovveduto o distratto sia portato a convincersi di non poter quasi vivere senza quel dato oggetto del desiderio, in fin dei conti non necessario se non propriamente inutile. E se la potenza dei media mainstream è capace di presentare come di vitale importanza dei beni futili lo si può fare anche per promuovere una vaccinazione di massa. Basta riavvolgere il film di quell’interminabile spot pubblicitario che ci stanno propinando dal Marzo del 2020 per renderci conto che gli autori di “Matrix” e “The Truman Show” non hanno inventato un bel niente. Infatti come per l’i-phone anche il desiderio incontenibile per il vaccino va acceso e alimentato ad arte. Questa volta utilizzando il terrore, come detto prima.

Come tutti sappiamo un terrore cieco e totalizzante può impedire all’uomo di pensare e ragionare lucidamente. La dimostrazione più plastica di questo meccanismo la possiamo proprio ravvisare in ciò che è accaduto agli inizi del 2020.

Mi sembra ieri di quando di punto in bianco l’informazione globale iniziò a renderci edotti di un misterioso virus influenzale sfuggito ad un laboratorio di biologia situato in Cina e veicolato da pipistrelli utilizzati per la preparazione di pietanze esotiche locali. Ora a più di un anno dall’inizio di tale narrazione è palese di come questa storia risulti assurda se non ridicola. Ma in quel periodo nessuno di noi, in Italia, possedeva gli strumenti adeguati per poter confutare la veridicità o meno di ciò che ci veniva raccontato dalla Cina. E quindi tutti gli italiani, me compreso, potevano solo limitarsi a prendere per buono ciò che l’informazione di regime ci somministrava quotidianamente. Come i pesci rossi con le molliche di pane. E quella remota emergenza sanitaria, che già risultava inquietante, pur circoscritta ad una nazione lontanissima, improvvisamente e inaspettatamente ce la ritrovammo entro i nostri confini. Dall’oggi al domani. E se, come detto prima, vedere le immagini provenienti dalla Cina provocava negli italiani un malcelato timore, non è difficile intuire di come il panico e l’angoscia si diffusero immediatamente per tutto lo stivale. Ma il panico si trasformò ben presto in terrore e l’angoscia iniziale si tramutò in disperazione, grazie soprattutto al sapiente uso dei media mainstream operato dai fautori del New World Order e del deep state.

Nel giro di pochi giorni l’Italia tutta si trovò proiettata in un incubo. I sedicenti “professionisti dell’informazione” diffondevano incessantemente notizie ed immagini da scenario post atomico. Ospedali al collasso, gente che muore come mosche, anziani abbandonati a se stessi, cumuli di bare accatastate, fosse comuni, cremazioni a ritmi industriali e infine l’immagine iconica per antonomasia. Quella che sarà tramandata ai posteri come la sintesi visiva dell’anno 2020 in Italia: l’interminabile convoglio militare adibito al trasporto di centinaia e centinaia di salme infette destinate alla cremazione. Se poi aggiungiamo la quotidiana e martellante diffusione massmediatica di veri e propri bollettini di guerra riguardanti morti e contagi, in poco tempo nelle menti della popolazione ha iniziato a prendere forza l’idea che dal Marzo del 2020 l’unica causa di decesso in Italia fosse il covid. Non più infarti né tumori. Qualsiasi decesso doveva essere relazionato al covid e conteggiato come tale a prescindere. Un esempio su tutti. Il batterista dei Pooh Stefano D’Orazio, deceduto ufficialmente a causa del covid, in realtà era affetto da tempo da una leucemia in fase terminale. E come un terreno prima della semina va preparato, dissodato e arato così possiamo dire che il 2020 è stato il preludio della campagna vaccinale del 2021. Perchè se, come detto prima, la narrazione sull’emergenza sanitaria ha fatto passare l’idea che ormai si muoia solo di covid ne consegue che tante persone, consciamente o inconsciamente, si siano ritrovate a formulare una sorta di equazione per cui se il covid rappresenta la Morte per antonomasia il vaccino anticovid donerebbe l’immortalità! Magari non proprio in questi termini, però mi è parso di capire che molti italiani ritengano il vaccino come un passe-partout per tornare alla normalità, per poter tornare a condurre la stessa vita che si conduceva prima della pandemia. Oppure ce ne sono altri che lo considerano una sorta di elisir di lunga vita.

Ahimè! Non vorrei deludere qualcuno ma i padroni del mondo e chi per loro ci hanno detto in tutti i modi, in tutte le lingue e con dovizia di particolari che, vaccino o non vaccino, non torneremo mai più alla vita di prima. Che dovremo abituarci ad una nuova “normalità” e che dovremo convivere in eterno con distanziamento sociale, mascherine, didattica a distanza, crisi economica, disperazione e suicidi. E purtroppo devo dare brutte notizie anche a chi pensava di trasformarsi in una sorta di highlander dopo la somministrazione del vaccino. Pare infatti che questi vaccini anticovid stiano facendo più danni del covid stesso. E anzi è curioso notare che se nel 2020 chi aveva patologie pregresse moriva SICURAMENTE di covid, nel 2021 chi muore in seguito all’anticovid è perchè aveva SICURAMENTE patologie pregresse. E comunque sembra che presto o tardi moriremo tutti, a prescindere dal vaccino. Ma al telegiornale non lo dicono mai.

Alessio Paolo Morrone

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