MA QUESTI MORTI IN MARE NON INTERESSANO A NESSUNO?

Sembra che i morti a mare dei barconi naufragati davanti le coste libiche non interessino a nessuno, se non a suscitare una breve indignazione a chi ha ancora un briciolo di coscienza. 

Nessuno indaga perché questi barconi partono con mare “formato” e con barche o gommoni, che non sono in grado di affrontare la traversata del Mediterraneo. 

È ovvio che debba esserci un’organizzazione logistica ben precisa. 

Grosse imbarcazioni che partono dai vari punti della costa, carichi di persone con al traino le piccole imbarcazioni che poi al momento opportuno ed in prossimità di chi “dice di essere lì per salvare vite umane” vengono riempite di persone e lasciate alla deriva. 

Così come tante volte documentato da vari servizi e testimonianze? 

Ma nessuno indaga e tantomeno ferma questi orrori. 

Così, quando a vario titolo, si sbagliano gli appuntamenti, i morti sono assicurati e magari distolgono l’attenzione da altri fatti ben più preganti.

Non è un caso, dunque, che il numero dei migranti sia aumentato così a dismisura nell’ultimo anno e cresca ancora nell’anno in corso. 

Ma si sa, e non si dice: il valore della vita umana cambia secondo il mercato.

Se sei bianco, nero o giallo, cristiano, ebreo o musulmano, italiano, europeo, americano o extracomunitario, con buona pace dei perbenisti che si dichiarano antirazzisti, che sfoderano tutto il loro razzismo a tema, secondo l’uso ed il bisogno. 

Silenzio sui morti cristiani, in alcune aree del Mediterraneo,  clamore momentaneo per il naufragio provocato?

Silenzio sulle stragi in varie zone africane, clamore sulla accidentale caduta del personaggio di visibilità.

Così come, clamore e spiegamento di forze per chi si reca a pregare, e consenso per le migliaia di persone che festeggiano la propria squadra contravvenendo ad ogni ordine emanato da chi ha imposto certe discutibili e inaudite regole. 

Ma questo è il mercato. 

Il mercato degli esseri umani? 

Chissà quanto vale la vita di ciascuno di noi? 

Lo scopriremo solo morendo? 

Ettore Lembo

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