LA REPUBBLICA NEGLI ULTIMI DUE SECOLI SARA’ PURE SEMPRE PIU’ DI MODA, MA DALLE NOSTRE PARTI NON SI CREDA CHE SIA UN AFFARE PER IL CONTRIBUENTE

Dalla Rivoluzione francese in poi, un’argomentazione tra le più forti contro le monarchie, europee e in seguito anche asiatiche (in questo caso più fondata), è stata sempre la presunta morigeratezza dei vertici repubblicani rispetto allo sfarzo parassitario e ostentato delle teste coronate e dei loro stuoli di cortigiani e dignitari vari.

In effetti, è innegabile che spesso un presidente della repubblica usufruisca di un apparato, e di sedi, molto più spartani ed essenziali delle teste coronate che lo hanno preceduto storicamente.

Ma è anche vero che pure i monarchi, in ogni epoca, hanno a volte optato per la sobrietà ed economicità.

Basti pensare oggi, alla Spagna dove in pratica la famiglia reale risiede alla Zarzuela, una specie di villone incomparabile al palazzo reale di Madrid; ma anche al penultimo re d’ Italia Vittorio Emanuele III, per cui il Quirinale era una specie di colossale sede di rappresentanza per ricevere altri sovrani e capi di stato, risiedendo egli con la moglie, la regina Elena, nella modesta Villa Ada.

E già, il Quirinale. Residenza del Presidente della Repubblica come lo fu del Re d’ Italia come prima lo era  stato del Papa Re. Ultimamente, con un pizzico di retorica populista, lo hanno ribattezzato “casa degli italiani”. Sarà, ma per carità, non prendeteli troppo sul serio: provate a entrarvi non autorizzati o non invitati, e vi ritroverete nello spazio di un’ora non nel Salone delle feste ma nel molto meno affascinante atrio di Rebibbia o Regina Coeli senza possibilità di scelta tra i due.   

Sempre secondo lo stereotipo non di genere ma d’ istituzione tanto politicamente corretto, qual’ è l’esempio più lampante di sfarzo monarchico? La monarchia britannica, ovviamente.

Ebbene, Buckingham Palace che non avrà proprio i tesori del Quirinale ma siamo lì, è costato in euro al contribuente britannico nel 2020 95 milioni di euro (cifra notevolissima), di tanto inferiore al costo del Quirinale che dal 2007 è pari a 227 milioni di euro, ma che anche, con costi in aumento rispetto al 2020, raggiunge i 371 milioni (cifre, come le seguenti, che desumiamo da Panorama del 19 maggio 2021 n.21- 2865.

A onore del vero, da anni l’amministrazione del Palazzo si sta sforzando di contenere i costi, specie con tagli al personale, ma le 713 “risorse umane” restano sempre un esercito. Come un piccolo anacronistico esercito sono i corazzieri, eredi degli splendidi e micidiali centauri di Napoleone in un’epoca di tute mimetiche e di droni.

Spiegazione alquanto criptica per non dire un pochino “supercazzolesca”: “ Dipende in larga parte dall’evoluzione della spesa previdenziale in ragione del fisiologico aumento del numero dei percettori previsti e nonostante la contestuale riduzione della spesa per il personale in attività”. Insomma, con la pensione il datore di lavoro, che a quanto pare non esce di scena, non subentrando l’ INPS o INADEL come per gran parte degli altri lavoratori pubblici o privati, ci rimette: presumo quindi dei bei vitalizi.

Tutte le spese per il personale con le varie retribuzioni, indennità gratifiche e tutto il resto possibile e immaginabile, sfiorano i 109 milioni assorbendo il 48 % della spesa globale e le pensioni del 2021, si stima, costeranno altri 102 milioni.

Citerò ancora la spesa per beni e servizi di euro ventitré milioni circa, in incremento sul 2020 probabilmente per l’emergenza sanitaria.

Per nulla irrilevanti i quasi 950.000 euro per il patrimonio artistico, culturale, ecc. .

E non dimentichiamo il “Quirinale al mare” che è la tenuta di Castel Porziano, cui il ministero della transizione ecologica ex dell’Ambiente destina quest’ anno 475.000 euro. O la spesa annua di 689.000 euro per l’autoparco.

I dipendenti della Presidenza italiana (713 come detto) sono quasi il doppio dei loro omologhi statunitensi, il cui operato, credo, ha dei riflessi mondiali superiori a quelli originati dalle stanze del Quirinale.

Certo, la Casa Bianca non ha i fantastici tesori d’arte del Quirinale, non trasuda storia e stile del Paese più bello del mondo. Ma non sarebbe ora che un sovrano senza corona dismettesse i suoi fasti e licenziasse la sua corte, peraltro tale forse da far invidia alla tanto vituperata e sfortunata Maria Antonietta, che a Versailles si poteva veder servita acqua gelata in inverno?

A. Martino  

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