OGNI VOLTA CHE DAGLI USA SI PIANGE PER LUI, ANDREY NAVALNY DOVREBBE PREOCCUPARSI SEMPRE DI PIU’

Dopo il celebre “Putin killer” di Joe Biden (un mistero come sia riuscito a guardarlo in faccia, dopo tale accusa, a Villa La Grange), dopo le tante sparate sulla svolta per i destini mondiali e della Russia in particolare se Andrej Navalny dovesse lasciare questa valle di lacrime prematuramente (non sia mai, se dentro una patria galera), in tutta franchezza, ora sì che l’oppositore e blogger russo deve temere per la sua vita.

E non dico che qualche nefandezza possa partire dalla Casa Bianca; ma di sicuro, la scomparsa di Navalny sarebbe una grossa grana non per Biden, ma per Putin. “Un giorno nero per la democrazia”, “non lasceremo solo il popolo russo”, “questo crimine va punito”. E vai con finanziamenti massicci a ONG, forum per la democrazia vari, manifestazioni sotto l’alto patronato euroatlantista, ecc. Ci sarebbe il Martire, e la via per tentare di neutralizzare l’indipendenza del gigante euroasiatico sarebbe più realistica e meno ardua.

Quindi, non è possibile che qualche zelante funzionario di intelligence a stelle e strisce, o un suo collega delle “società del gruppo” cioè i manovali ascari di un paese anglosassone o europeo, e dell’ impero euroatlantista, non faccia un pensierino al “colpaccio”?

Da questo punto di vista, la carcerazione per Navalny è la situazione meno rischiosa, con custodi sicuramente selezionati e affidabili. Che poi a costui poco importi, è un altro discorso. Il suddetto è tornato in patria con l’esatto intento di farsi mettere in galera, e così conquistarsi la pergamena di laurea più preziosa di tutta la Russia: quella di martire della “democrazia”. E lo dico con sincero rispetto verso una persona che sostanzialmente, è un idealista anche se sull’ altro lato della barricata: magari massicciamente eterodiretto, con in tasca chissà quali polizze sulla vita a favore dei familiari (mi sembra abbastanza lanciata politicamente, tra l’altro, la moglie).

So che un’analisi del genere, nessuno ha la libertà e sincerità intellettuale, fuori da L’ Ortis, per farla.

Abbastanza assurdo e ipocrita, dato che in Italia abbiamo una poco gloriosa tradizione di “tazzine di caffè” letali.

A. Martino

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