MOLTI NON LO HANNO ANCORA CAPITO, MA TUTTI I NOSTRI SERVIZI PRIVATI (LIDI, MERCATI, TRASPORTI, ECC.) HANNO ANCORA UN ANNO DI ITALIANITA’, ALLA FACCIA DELLE BELLE INTENZIONI.

Recita un antico adagio popolare: “quando sono tanti i galli che cantano, non si sa quando è alba”.

Parafrasando il tutto in estrema sintesi: troppi centri decisionali creano dannosa incertezza.

E qualche volta, anche autolesionismo come nel caso della famosa direttiva Bolkenstein del 2006, imponente la messa a gara di ogni concessione di servizio. Se infatti,ad esempio i nostri balneatori e concessionari di utilizzo dei lidi (parliamo di 30.000 concessioni in Italia) erano faticosamente riusciti a ottenere un differimento della sua efficacia stabilente in pratica il passaggio delle concessioni da piccole imprese solitamente familiari a colossi internazionali del turismo, ora il Consiglio di stato ha annullato tutto: contrordine, non nel 2033 ma nel 2023 le concessioni saranno poste sul mercato (globale).

Dato che dalla magistratura si è chiesta la, ancora proverbiale, grazia ottenendo giustizia non resterebbe ai nostri balneatori che bussare all’uscio dei politici dei rispettivi territori; impensabile rivolgersi a quelli del governo nazionale, così filoeuropei.

Ebbene, qualche risposta vi è, tra un certo malcelato imbarazzo e la necessità di dire “qualcosa di italiano” per non alienarsi importanti bacini elettorali. E anche con una certa sincerità preoccupata e partecipe, che non mi permetto di mettere in dubbio; ma quali le soluzioni? Francamente, al di là della retorica più o meno raffinata, non capisco proprio che cosa si voglia mettere in campo per il 2023, per contrastare una specie di confisca commerciale delle nostre spiagge da Rapallo a Pizzo Calabro, e da Pachino a Lignano.

Sentite cosa ha detto il senatore Luciano D’Alfonso, presidente della Commissione Finanze del Senato a un incontro a Pescara della categoria, per fare il punto della delicata situazione: “ Puntate sulla vostra storia e sui vostri progetti e incasserete lingotti d’oro….. Niente lamenti o ululati, dovete puntare sulla vostra storia balneare e sui progetti che parlano anche il vernacolo dei territori…“. Un sindaco invece propone che a gestire le gare siano i Comuni, forse illudendosi e sopravvalutando la loro capacità di opposizione all’eurocrazia.

Belle parole, bei propositi, apprezzabili incoraggiamenti. Ma almeno accennare al dato di fatto che dall’ Europa troppo spesso, chi fa impresa si debba difendere, pur incassando fondi il giorno prima, non si potrebbe?  

A. Martino

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