TOTOQUIRINALE? NOI VE L’ABBIAMO DETTO PER PRIMI, GIA’ 3 ANNI FA’: DRAGHI AL QUIRINALE E … UDITE, UDITE, LA CARTABIA A PALAZZO CHIGI

Finalmente – e lo diciamo, non per il bene del Paese, ma, per la salvezza dei nostri stomaci ormai rovinati dagli innumerevoli conati di vomito dovuti alla situazione politica attuale – tra qualche giorno, avremo Draghi al Quirinale, ponendo così fine a tutto questa pantomima.

Noi lo avevamo pronosticato fin dal 2019 e non perché siamo dei maghi ma molto più semplicemente perché, a differenza di molti, siamo in grado di leggere la realtà e possiamo permetterci il lusso di dire la verità, indicando, contemporaneamente, per quel che ci è possibile, la via d’uscita da questa tragedia.

D’altronde Draghi è a Palazzo Chigi perché sono gli stessi poteri che hanno abbattuto Gheddafi in Libia e fatto cadere Berlusconi nel 2011, ad averlo voluto lì, ed oggi, l’ex Presidente della Banca Centrale Europea, si trova nella condizione di dover finire necessariamente il lavoro iniziato da Mario Monti, cioè quello di svendere il Paese alle potenze straniere e magari con l’ausilio del tanto decantato PNRR, vero e proprio uovo di colombo per i più somari, vera e propria cortina fumogena per i più smaliziati.

Sta di fatto che Super Mario, anche in questa occasione, fungerà da Mosè della situazione, sarà, infatti, il primo uomo della storia repubblicana a passare direttamente da Piazza Colonna al Colle più alto come se nulla fosse, creando così un importante precedente che aprirà, in sostanza, le porte ad un semipresidenzialismo di fatto.

Ecco perché l’attuale Esecutivo ha fatto di tutto, al di là del picco di contagi, affinché la scuola riaprisse in presenza dopo le feste di Natale: per non ammettere di aver sbagliato nella gestione dell’emergenza.

È fondamentale per Draghi in questo passaggio, sia a livello nazionale, che internazionale, mantenere un profilo impeccabile ed autorevole, costi quel che costi, anche a prezzo della menzogna e, per onestà intellettuale, in questo caso, bisogna dar ragione al Presidente De Luca.

Infatti, sarebbe stato più intelligente far fare 3 settimane di DAD ora, piuttosto che costringere i ragazzi alla didattica a distanza più in là e per più giorni, perché, sempre per onestà intellettuale, è questo che avverrà. Solo che, in quella circostanza, non sarà più Draghi ad avere la patata bollente tra le mani ma la Cartabia, vero capro espiatorio e cerniera del sistema.

Nello specifico, se Marta Cartabia diventasse Presidente del Consiglio, con la sua presenza garantirebbe:

  • La prosecuzione della legislatura fino al 2023;
  • Un Governo direttamente filoguidato dal Colle e quindi avallato dall’UE;
  • L’elezione del primo Premier donna della storia repubblicana che fungerebbe anche da apripista alla successiva nomina, post-elezioni, di Giorgia Meloni a Capo del Governo.

Quindi, stando così le cose, l’elezione di Mario Draghi al Quirinale è pressoché inevitabile … infatti, andrebbe bene a tutti, tranne che a noi …

Lorenzo Valloreja

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