CHIETI E PROVINCIA SI CANDIDANO AD AMSTERDAM O AMBURGO D’ITALIA, FRA CUBISTE IN PIAZZA NELLA NOTTE DI NATALE E PREMI A PORNOATTORI

Chieti godeva del poco glorioso appellativo di “città camomilla” da quando fu scelta, per rassicuranti requisiti di ordine pubblico, come sede per il processo per l’omicidio Matteotti.

E’ tra l’altro, sede di una assai partecipata processione del Venerdì Santo, con confraternite incappucciate in stile spagnolo e uno struggente, potente coro esecutore di un famoso Miserere. In realtà, cappucci a parte, la processione ha origine ben più antiche del Viceregno della monarchia spagnola, risalendo pare al nono secolo d.C.

Da qualche decennio però, se i fedeli partecipano o almeno assistono raccolti e devoti al passaggio del sacro corteo scortante il simulacro del Cristo Morto, alle loro spalle transitano passanti come se nulla fosse e insegne e luci dei negozi non sono più spente come una volta. Può anche benissimo accadere che, assistito allo “spettacolo” gli apparenti devoti, affluiti anche da centri vicini, essi poi discutano del locale dove finire in allegria la serata. Questo, ripeto, accade il Venerdì Santo.

D’altronde, non vi è nulla di particolarmente clamoroso o scandaloso: è solo uno dei tanti, tantissimi segni di secolarizzazione che poi, come la goccia che per giorni e per anni scalfisce la roccia, è ormai scristianizzazione. Ce ne siamo occupati tante volte. Poi certo, ci sono delle contraddizioni o delle insopportabili ipocrisie come l’emozione per l’aggravamento della salute di Benedetto XVI Papa emerito, a suo tempo definito come il “pastore tedesco”.

Alla Vigilia di Natale, proprio a Chieti abbiamo avuto la più plastica (e maliziosamente fisica) conferma di tutto ciò: nella centralissima Piazza Giovanbattista Vico, nella notte della Vigilia, in cui tra l’altro in Veneto capita che un vescovo non dica la Messa della Natività perché…ha programmato male la sveglia e dorme fra i proverbiali sette guanciali (altro che veglia in preghiera) non si è rappresentato un presepe vivente, e neanche un più laico ma non laicista Babbo Natale (in fondo camuffamento di San Nicola) ha distribuito strenne. Bensì delle prorompenti ragazze, in abiti ovviamente succinti e dalle forme per nulla irrilevanti, si sono esibite al cubo (nel senso che han fatto da cubiste), calamitando la comprensibilissima attenzione di centinaia di ragazzi, che con le loro amiche si sono entusiasticamente lanciati nella danza tra luci psichedeliche e musica house e altro a tutto volume (con minore entusiasmo dei residenti).

Se a ciò si aggiunge il riconoscimento postnatalizio tributato dal Comune di Ortona (in provincia sempre di Chieti) al pornoattore stellare Rocco Siffredi posto così sullo stesso piano di suoi concittadini come Francesco Paolo Tosti o molti della dinastia artistica dei Cascella, sembra proprio che i colli e il lido teatini stiano aspirando al rango di Amsterdam, o del Land di Amburgo. Altro che città camomilla, sede di quello che una volta fu uno dei più grandi seminari: dal Miserere di Saverio Selecchj a I want your sex di George Michael. E poi dicono che in  “provincia” non si sa stare al passo con i tempi…..

A. Martino

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