PAURA E DELIRIO A BERLINO. LA “GROSSE AMMUKKIATEN” DI MERZ PROVA, CON L’AIUTO DI QUALCHE BUROCRATE DELLA POLIZIA, A FAR FUORI IL SECONDO PARTITO DEL BUNDESTAG

Dopo il caso romeno e quello francese, l’apparato poliziesco-giudiziario europeo ha fatto un altro bel colpaccio. Una struttura dei “servizi segreti” detta (tradotto in italiano letterale) “difesa federale della costituzione” e per quanto riguarda me straniero, fantomatica in quanto sconosciuta almeno fuori dalla Germania (d’altronde che servizi segreti sarebbero?) ha ufficialmente bollato Alternative fuer Deutschland di essere “estremista di destra” (Rechtradikal, come si dice nella lingua di Goethe e di Mann). Sappiamo bene che essa è la seconda formazione in termini di seggi e di voti al Bundestag; e le sue preferenze, in questi mesi postelettorali, tendono a dilatarsi secondo tutti i sondaggi.

Cosa mai avrebbero combinato i militanti e simpatizzanti del secondo partito alle elezioni federali tedesche? Perpetrato una nuova notte Kristallennacht? Elaborato piani revanscisti verso i vincitori del 1945? Non sembra proprio: per la verità, a premere per la corsa agli armamenti con tanto di piano finanziario “Rearm Europe” e soprattutto, io direi, Germany, a me sembra piuttosto la loro connazionale Baronessa von Der Leyen (e verso chi dovrebbero essere rivolte contro queste armi se non contro la Russia erede di quella URSS che issò sul Reichstag berlinese la bandiera rossa con falce martello esattamente ottanta anni fa?).

Insomma, i fatti sono sinteticamente i seguenti. Una fantomatica agenzia per la sicurezza tedesca, o quanto meno, apparentemente, una creata ad hoc, sedutasi a tavolino, esamina il materiale elettorale e programmatico di questo partito, e non so che cos’altro; e ne ricava l’idea che si sia dinanzi, sostanzialmente, a una formazione neonazista. Come costola dei servizi segreti, però, non è molto: ci si potrebbe attendere chissà quale rivelazione. Il frutto dello spionaggio (giacché di questo sostanzialmente si tratta) del secondo partito tedesco consta comunque di 1110 pagine (segrete, evidentemente per coprire talpe e delatori che potranno continuare il loro lavoro) e quattro anni di lavoro. Essendo un atto di natura non giurisdizionale, in realtà, non rappresenta formalmente nulla o quasi; dicono che (questa la scuola penalistica tedesca)  dovrebbe agevolare le future intercettazioni (in quattro anni ne avranno fatte già migliaia, figuriamoci…).

Ai politici, a questo punto, la scelta (molto rischiosa) di attivare la procedura, stabilita in costituzione ma mai attivata, per lo scioglimento di un partito politico. Peccato però che AFD è ben più rappresentata in parlamento di quello che fu la Alba Dorata greca (ultimo bastione antieuropeista ad Atene). E in effetti, l’unica entusiasta all’idea è Linke.

Certo, la trovata dei falsi biglietti aerei per il rimpatrio fu di pessimo gusto, come la proposta di togliere i diritti politici agli immigrati naturalizzati. Ma l’elettorato l’ha giudicata, e probabilmente, se ha fatto perdere voti (oggi si hanno gli strumenti demoscopici per verificarlo) alle prossime elezioni lasceranno perdere.

Il problema è appunto, che le prossime elezioni potrebbero essere ancora anticipate. Il governo Merz, non ancora nel pieno delle sue funzioni anche se si è votato ormai a febbraio, nasce non solo, ostetricamente parlando, al decimo o undicesimo mese, ma debole con un cancelliere ostaggio della sinistra  e una Grosse Koalition o io direi per intenderci maccheronicamente, Grosse Ammukkiaten, semplice riedizione di quella uscente.

E pensate che a marzo, per evitare brutte sorprese, si sono inventati la bestemmia istituzionale della modifica costituzionale sul divieto di debito pubblico approvata…dal parlamento uscente e non da quello eletto. Quindi, bisogna neutralizzare una pericolosissima alternativa anti sistema (come già spiegò egregiamente quanto ironicamente il direttore de l’Ortis Lorenzo Valloreja nel suo articolo del 25 febbraio sul “firewall” di Merz contro AFD che però già si è bruciato).

Dagli USA trumpiani (imprevisti grandi amici di AFD) non hanno tardato le solidarietà non solo del solito Musk ma anche del Segretario di stato Marco Rubio e del vice della Casa Bianca JD Vance. Dice Vance su X : “ L’AfD è il partito più popolare in Germania e di gran lunga il più rappresentativo della Germania dell’Est. Ora i burocrati cercano di distruggerlo. L’Occidente ha abbattuto il Muro di Berlino insieme. Ed è stato ricostruito, non dai sovietici o dai russi, ma dall’establishment tedesco”.

Se si pensa che dietro Trump si schiera pesantemente la lobby ebraica statunitense, e che mai Israele si è preoccupata del presunto neonazismo tedesco, ciò dovrebbe bastare a tranquillizzare il regime di Berlino.

D’altronde, se si tiene conto della omosessualità assolutamente esternata senza problema alcuno dalla leader di AFD Alice Weidel, e che gli omosessuali furono una delle categorie più disprezzate e perseguitate dal nazismo, ciò dovrebbe essere un’ altra garanzia a favore di AFD. Per non parlare di una intervista del periodo elettorale rilasciata dalla Weidel in cui riteneva Hitler un “comunista” dal punto di vista delle politiche economiche, così confermando l’ultraprotezionismo e liberismo interno che infatti, fa di AFD un soggetto così interessante per il mondo trumpiano.

Ma tutto ciò non interessa più di tanto a un establishment come quello tedesco, chiuso e arroccato come pochi in Occidente (mi viene in mente di analogo piuttosto quello giapponese) e ancora più di quello italiano. L’ esigenza di Berlino è ora, semplicemente, quella di difendere le mura della città dai “barbari invasori”.

Infatti ecco la replica, che forse vorrebbe essere beffarda, di Merz agli alleati americani: “This is democracy”.

Si commenta a sua volta, e decisamente, da sé.

A. Martino

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *