MENTRE MOLTI MEDICI ITALIANI FUGGONO A DUBAI, PER VEDERSI GARANTIRI 20 MILA EURO AL MESE PIÙ ALTRI BENEFIT, C’È CHI – IN ABRUZZO, A 99 ANNI SUONATI – CONTINUA A FARE IL DOTTORE GRATIS PER LA SUA GENTE

Nelle ultime settimane si è fatto un gran parlare, presso tutti gli organi d’informazione, su come  il nostro Paese sia afflitto da una grande penuria di medici ed infermieri, carenza, quest’ultima, che si è ulteriormente aggravata a seguito della fuga di molti ospedalieri verso i Paesi del Golfo: Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi, Dubai e Kuwait; i quali sono in grado di garantire ai nostri dottori stipendi che vanno dai 14 ai 20mila Euro al mese, più interprete, casa, scuola e autista a disposizione.

E manco a dirlo, tutti questi giornali si sono schierati con i nostri medici in fuga, sostenendo che qui in Italia il personale ospedaliero è sottopagato e sfruttato. Affermazioni, queste, in parte certamente vere, ma che sottolineano, come sempre, un malessere tutto italiano: quello cioè del piangersi sempre addosso …

La nostra critica, si badi bene, è, quanto mai, scevra da ogni volontà di discreditare l’Italia e gli italiani: il nostro, infatti, è uno dei pochi veri giornali sovranisti del Paese, sempre proteso a difendere il buon nome e gli interessi della Patria, ma ciò non ci obbliga ad essere dei “militonti”, né tanto meno ad affermare delle falsità per difendere la narrativa decadente di certi salotti buoni e perché no, anche qualunquisti.

Chi scrive, ad esempio,  è docente presso la scuola pubblica italiana e figlio di artigiani, e quindi conosce molto bene le giuste rivendicazioni di entrambi gli operatori di questi due settori.

Ebbene, se esaminiamo queste due categorie, dobbiamo essere anche onesti nell’affermare che, se, da un lato, gli artigiani, giustamente, si lamentano per l’eccessiva tassazione e dell’asfissiante burocrazia a cui sono sottoposti, è pur vero che, tra loro, alcuni evadono le tasse in maniera scientifica; così come, se è vero che agli insegnanti, per esercitare la propria professione sono chiesti, dopo anni di sacrificio sui libri, percorsi di abilitazione contorti e tortuosi e non di meno, poi, hanno a che fare con famiglie e ragazzi che, spesso, definire maleducati è solo un eufemismo, è altresì vero che alcuni di loro tendono a fare il minimo sindacale o si recano a scuola solo perché hanno bisogno di quella busta paga.

Ora se qualcuno appartenente a queste due categorie ha il coraggio di smentire quanto da me poc’anzi affermato o è cieco, o è in malafede, o è un ortodosso difensore degli interessi corporativi!

Certo, le cose non vanno in queste Paese, ma la risposta per farle funzionare non può essere né un atto di lassismo, né l’iscrizione al circolo dei furbetti!

Le cose si possono cambiare e migliorare, se vi è una rivoluzione, certamente non  copernicana, alla base della società e non imposta dall’alto.

Ecco perché la risoluzione del problema dell’occupazione degli italiani non può passare attraverso la fuga di 500 mila giovani, in età fertile, verso l’Australia, piuttosto che il Nord Europa o il Nord America, poiché quelle persone sono state formate dal nostro sistema anche grazie alle tasse versate da ognuno di noi. È dunque, d’obbligo, per questi cittadini, restituire alla Patria quanto essa ha fatto per loro e questo può accadere solo attraverso la costruzione di un futuro che deve necessariamente avvenire all’interno dei confini nazionali.

Ma se questo è valido per i cosiddetti giovani, lo è ancor di più per gli “Over”!

Come si può dunque consentire a così tanti italiani di trascorrere la propria vecchiaia in Portogallo, piuttosto che a Cipro o in Romania, così come in Bulgaria o Croazia?

Quelle sostanziose pensioni che oggi vengono erogate a questi signori sono pagati con i contributi degli attuali lavoratori italiani, è giusto, quindi, che se devono fare la spesa, fare una visita medica, o una vacanza, questi soldi, nella stragrande maggioranza dei casi, siano riversati sul territorio nazionale, nell’economia locale e non all’estero!

Ricapitolando, se un Paese, come l’Italia, che spende un botto di soldi, per formare i propri giovani, fa poi fuggire questi ultimi, verso altre Nazioni, unitamente ai pensionati – precludendosi così il giro economico che, inevitabilmente, ognuno di essi, produce – che futuro potrà mai attendersi se non quello del fallimento e della scomparsa???

Pertanto, se è vero che i soldi fanno sempre comodo e piacciono a tutti, ed è dunque legittimo per il lavoratore avere il desiderio di spostarsi la dove le condizioni risultano essere migliori, è altresì vero che non tutto può essere possibile perché l’essere umano non è una bestia ed in quanto tale deve pur avere dei limiti morali ed etici.

Nello specifico, gli stipendi dei medici italiani è senz’altro più basso di quello dei loro colleghi esteri, ma è pur vero che  risultano essere ancora dei signori stipendi: un medico base, uno di famiglia, della mutua per intenderci, grazie alla carenza di colleghi, e quindi sfruttando il massimale del numero di pazienti che ha, può percepire anche 6 mila Euro mensili netti …

Certo, questa cifra, se paragonata ai 20 mila che offre Dubai, sono veramente ben poca cosa, ma di certo non lo è qui in Italia, dove la stragrande maggioranza delle gente vive con soli 1500 Euro netti al mese, cioè parliamo di una capacità di spesa di ben 6 volte superiore alla media …

Qualcuno potrebbe dirmi, ma i medici hanno studiato!, molto bene, anch’io sono laureato, anzi plurilaureato, eppure io in vita mia non ho mai percepito mensilmente simili cifre.

Quanti laureati fanno i “bidelli” o incartano i panini a McDonald’s?

Lo so, è ingiusto, ma noi dovremmo rispondere a queste ingiustizie creando le occasioni affinché ognuno possa realizzarsi in Italia secondo i propri talenti e non fuggendo non si sa dove, altrimenti assisteremo sempre più a scene dove, mentre noi importeremo i medici cubani per i nostri poveri italiani, i nostri andranno a curare gli sceicchi a Dubai … e pensare che una volta esisteva il giuramento d’Ippocrate!

Ma si sa, non sta cambiando solo il clima, anche l’animo umano sta mutando e per spiegare questo concetto vi voglio lasciare con questa storia reale.

A Villa Santa Maria, un paesino della Provincia di Chieti famoso per l’omonima Scuola Alberghiera, vive un medico di 99 anni, Antonio Castracane, classe 1924, che da 75 anni si prende cura, ininterrottamente e gratuitamente, dei suoi pazienti.  

Ogni mattina, compresa la domenica, alle 7,30 il dottore apre il suo ambulatorio di via Roma 45 a Villa Santa Maria e inizia la sua giornata di lavoro, costellata di tante visite, anche a domicilio, che gli vengono continuamente richieste.

Se qualcuno non ha i soldi per le medicine, il Dottor Castracane, gliele paga lui.

Certo non pretendiamo dai nostri medici tanto spirito francescano ma, almeno, il sorriso rassicurante che il Dottor Antonio sa regalare a tutti, si.

 Ecco, l’Italia, per riprendersi, avrebbe certamente bisogno di 100, 1000, 10000 medici così.

Dunque, chi ha orecchi per intendere, intenda!

Lorenzo Valloreja

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