SEMBRA CHE PER GIORGIA MELONI, LA “GAFFE” CORRA SUL FILO RICHIAMANDO VAGAMENTE UN VECCHISSIMO FILM CON BURT LANCASTER…O A “CORRERE” E’ LA SINCERITA’?

Il terrrore corre sul filo è un film del 1948 di Anatole Litvak, con interpreti principali due giovani attori lanciatissimi nel panorama stellare hollywoodiano: Barbara Stainwyck e Burt Lancaster.

Fu tra i primi noirs di grandissimo successo, in cui una donna, involontariamente, intercetta una telefonata in cui si pianifica un omicidio.

Facendone il verso a proposito di una ormai celebre telefonata intercorsa tra Palazzo Chigi e due “burloni” russi, si potrebbe dire La gaffe corre sul filo, ove il francesismo non sta per la sua autentica accezione di caduta di stile, buona educazione etc., ma in quella più moderna di dire cose che “non si possono dire”. Un po’ come nel caso del principe consorte britannico (il marito di Elisabetta II), che aveva il vizio (pessimo negli ultimi decenni col politicamente corretto) di tendere a dire semplicemente quello che pensava. Come quando, da buon ufficiale di marina, chiese a dei caraibici se fossero discendenti di pirati; il che ovviamente, non si può chiedere perché altrimenti si riacutizza la ferita della “illegalità” in cui vivevano gli avi, e baggianate varie seguenti.

E’ insomma capitato che Giorgia Meloni, a settembre, tratta in inganno sulla identità dell’interlocutore ritenuto leader di una organizzazione internazionale di stati africani, si sia abbandonata a dichiarazioni euroatlantisticamente non ortodosse, come la “stanchezza” della opinione pubblica riguardo al sostegno al governo ucraino contro la Russia. Dall’altra parte del telefono vi erano la coppia di comici russi Lexus e Vovan, non nuovi a queste “azioni di disturbo”, peraltro fatte negli anni anche da altri “buontemponi” a carico di svariate personalità del panorama globale.

Interessanti le dichiarazioni di Lexus a Adn Kronos: “ Nessuna operazione segreta, non c’è Putin o il Cremlino dietro. Siamo due persone che hanno bucato la sicurezza. Giorgia Meloni non si è accorta che era uno scherzo. La telefonata è durata circa mezz’ora…..La chiamata è arrivata al nostro numero, che abbiamo lasciato come contatto. Non darò tutti i dettagli, perché nessuno deve avere alcun danno: questa è la nostra regola. Potete fare tutte le domande al premier Meloni….. Abbiamo un’esperienza enorme in questo tipo di telefonate, non solo Meloni ha parlato con noi. Abbiamo telefonato al segretario generale della Nato, abbiamo parlato con la commissaria Mogherini e con tante altre figure istituzionali. Tante persone leggono i nostri social e suggeriscono di chiamare questa o quella persona. Abbiamo tantissime persone dall’Italia che scrivono e dicono ‘chiamate Meloni….”.

“….Il livello di sicurezza (alludono a quello di Palazzo Chigi, ndr) è medio, se paragonato ad altre situazioni. Io vivo in Russia, fare uno scherzo di questo genere al nostro presidente Putin può essere considerato un atto contro il paese che è impegnato in un conflitto militare. Le strutture del cerimoniale del presidente sono molto severe. La stessa cosa vale per il presidente degli Stati Uniti. In questi paesi, come in Cina, la sicurezza funziona meglio….”.

Apprezzamento sullo stile e le caratteristiche dialogiche della presidente Meloni: “….La vostra premier è una persona viva, ha una sua posizione, non ha paura di spiegare. Non ha voluto nascondere quello che pensava. I burocrati in genere parlano senza dire niente, Meloni invece è riuscita a spiegare il suo punto di vista. Gli altri politici non sono tutti così. Altri parlano come i robot, Meloni si è dimostrata una persona viva…..”.

Peccato però, e questo lo dico io, che tanta estroversione e sincerità, finora, non si  sia esplicata nelle sedi decisionali euroatlantiste, apparendo la nostra premier come dominata (lo ripetiamo) da ansia di prestazione di fedeltà a NATO, America e UE. Forse, la “stanchezza” è anche quella di chi non vede concretizzarsi i frutti di tanto rigido atlantismo e filoucrainismo, ma solo i suoi notevoli costi geopolitici ed economici? Forse, invidia verso un Orban che pur aderendo a NATO e UE con relativi vantaggi, fa in pratica tutto o quasi quello che gli pare? Forse, tentazione di contendere a Erdogan il Sultano (socio NATO) ed Emmanuel Macron la leadership mediterranea, almeno innalzando i distinguo politici e dialettici?

Comunque sia, la diffusione di parte della telefonata (i comici potrebbero divulgarne il resto) ha provocato la caduta di una testa di consigliere diplomatico di Palazzo Chigi.

A. Martino  

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