IL NATALE 2023 ALL’INSEGNA DELLO SCANDALO DEL PANDORO “DELLA FERRAGNI”

Una necessaria e doverosa premessa. L’Ortis, e forse ancora di più se possibile, il sottoscritto, nulla condivide dei contenuti “ideali” dell’attività dei cosiddetti Ferragnez; basti leggere il mio articolo del 2021GENDER, PROPAGANDA SOROSIANA E LGBT: IL MERCATO NON E’ ANCORA SATURO, QUINDI ECCO A VOI, SUDDITI LOBOTOMIZZATI, L’ARROGANTE E SACCENTE COPPIA MILIONARIA CHIARA FERRAGNI-FEDEZ. in cui, più o meno letteralmente, demonizzo certi atteggiamenti di Fedez, per non parlare delle vere e proprie blasfemie.

I due, anche se l’infortunio è più di lei che di lui, in applicazione del brocardo latino “simul stabunt simul cadent” sarebbero attualmente barricati in un loro lussuosissimo attico, letteralmente assediati da stampa, magistratura, Guardia di finanza e organi paragiudiziari come l’ Autorità antitrust o il Codacons (ente assolutamente privatistico ma i cui esposti o denunce, ormai, valgono molto più di quelli presentati dal povero “cittadino semplice”). O forse, assai meno drammaticamente come da certi rumors dell’ultima ora, sono semplicemente indaffarati nei loro preparativi per le vacanze di Natale.

Tutto nasce dalla storia, ormai emblematica ed epocale, del pandoro Balocco cui, in una sorta di effetto domino, hanno fatto seguito accertamenti sulle uova di Pasqua di Dolci preziosi, e una revoca di partnership commerciale da parte dell’ottica Safilo. Con effetti imprevedibili, anche a posteriori, su chissà quanti altri posizionamenti, investimenti e contratti della giovane quanto facoltosa coppia.

Le “sanguinosissime” multe finora in ballo sono di un milione avverso le società della signora Ferragni e di 420.000 euro a carico della Balocco. Se quel milione potrebbe certo creare difficoltà ma non credo distruggere la galassia Ferragnez, temo che i quattrocentoventimila euro per la Balocco (azienda che dà lavoro a circa trecento persone) possano fare invece la differenza tra la vita e la morte per un’ azienda certo primaria nel settore dolciario, ma neanche un impero come Ferrero o Nestlé. Anche quando gli utili sembrano più che soddisfacenti per un’ ottica imprenditoriale di breve termine, in realtà gran parte delle medio-grandi aziende lottano quotidianamente sul filo del rasoio di scadenze contrattuali e di linee di credito bancarie.     

La scintilla che sta provocando la implosione del singolare impero economico basato sui socials e l’influencing è ormai arcinota: la vendita di pandori Balocco durante la stagione natalizia scorsa che avrebbero dovuto comportare, ognuno di essi, una crescente offerta a una struttura ospedaliera torinese. Infatti il pandoro in edizione speciale “ferragnizzata” col suo brand fu venduto non ai normali 3,70 euro bensì, se non sbaglio, a oltre nove. La Balocco, però, aveva già provveduto, indipendentemente dalle vendite e dalla campagna più o meno filantropica, a bonificare all’ospedale piemontese Regina Margherita una pur sempre meritoria somma; conseguentemente, per calcolare l’ importo presunto irregolare in questione occorre moltiplicare la differenza tra il prezzo del pandoro “solidale” in tutti i suoi pezzi venduti  e quello del pandoro “normale” (ovviamente Balocco del 2022). Le resistenze della Chiara nazionale (purtroppo non parliamo della santa amica del patrono d’Italia) come anche del marito, dopo qualche tentativo più per orgoglio che per altro, si sono schiantate ben presto in un video (ovviamente on line) con cui la signora ha chiesto scusa più o meno alla nazione tutta promettendo una donazione riparatoria (ancora..), arrivando a commuoversi se non proprio a piagnucolare, irriconoscibile perché senza un filo di trucco (almeno mi parrebbe, ma forse ve n’è uno appositamente strappalacrime) e perché indossante una totalmente anonima felpa grigia.

Come accennava la mia premessa, vi sembrerà strano ma non traggo alcuna positività da questo disastro. Infatti, ne esce a pezzi la credibilità di tutto il sistema della “solidarietà” o “charity” (una volta si diceva beneficenza).  E poi, in totale franchezza, la clamorosa caduta di Chiara Ferragni mi agghiaccia.

E sì, perché io nella Giustizia, almeno in quella italiana, credo pochino; anche se, per la verità, la magistratura finora, non si è ancora realmente pronunciata. Diciamo quindi e piuttosto, che non capisco, diffido e temo di un Sistema che poggia su basi consistenti in visioni del mondo e della vita quasi sempre contrastanti, o addirittura opposte, alle mie.

Ed allora, mi chiedo. Se verso suoi pezzi così organici ad esso, per motivi e dinamiche che probabilmente mai si conosceranno, questo Sistema può rivoltarsi così implacabile e determinato, cosa mai potrebbe fare a un povero dissidente senza il becco di un quattrino, armato solo delle sue idealità e progetti?

Mi dà da pensare che in fondo, proprio nel periodo delle vendite di dolciumi tipicamente natalizi stagione 2023, venga fuori questa storia di un pandoro Balocco del 2022 (versione pink Christmas quanto volete, ma pur sempre pandoro Balocco). E che tutto ciò inevitabilmente colpisca gli utili di un prodotto di punta di un’azienda che recentemente perse il suo presidente Alberto Balocco nella incredibilmente sfortunata circostanza di un folgoramento per fulmine.

A. Martino

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