AGGIORNAMENTI SUL CONFLITTO RUSSO-UCRAINO. ATTACCHI IN TERRITORIO RUSSO E L’ INSOPPORTABILE MACRON RILANCIA, IN PRATICA, L’IPOTESI GUERRA NUCLEARE.

Emmanuel Macron torna in una intervista, sull’ipotesi, ormai per nulla peregrina, di invio di soldati “occidentali” in Ucraina (o piuttosto sulla loro presenza massiva e ufficiale, dato che Mosca afferma che già vi siano). O meglio, non parla apparentemente di NATO ma proprio di soldati francesi. Enuncia, o piuttosto esplicita, un concetto nuovo: “non siamo in guerra con la Russia ma non possiamo lasciarla vincere” (testuali parole).

Il presidente francese, strenuo sostenitore dell’ideologia di stato LGBT ma forse ancor più dell’aborto recentemente inserito in costituzione come diritto umano fondamentale (vedi uno dei miei ultimi articoli) pare spingere coscientemente e inquietantemente verso la terza guerra mondiale o quanto meno atomica. Delle due l’una: o crede che la Russia non oserà mai mettere in atto i suoi avvertimenti, o controminacce, o questo individuo in tutta sincerità spregevole fino a un sentire patologico, agisce su esplicito mandato dell’elite tecnofinanziaria che lo ha insediato all’Eliseo. Molto probabile la combinazione di entrambe le circostanze. Sarebbe infatti questo il vero “grande reset”, con una radicale scrematura della popolazione mondiale cui sopravvivrebbe solo una non sparutissima elite, ospitata nei bunker della cupola globalista (un po’ come nel film Greenland di Ric Roman Waugh, 2020).

Delirio complottista? “Propaganda russa”? Per quanto mi riguarda, più banalmente, ansia per la possibile fine della civiltà così come dipanatasi attraverso i millenni, e dolore impotente per la sorte dei propri figli a cui la storiella “dell’aggressore e dell’aggredito” potrebbe seriamente togliere il domani. D’altronde, i Macron, i Biden, i Sunak e decidete voi chi altri sono stati piazzati lì dai loro bravi “popoli sovrani” che probabilmente, per tanta stupidità o un pugno di dollari o euri in stipendio di statale, non meritano granché un futuro. Dall’altra parte ci sarebbe un dittatore, una “autocrazia”? Probabile, ma a questo punto, finire carbonizzato lascia abbastanza indifferente dinanzi a tale disputa a prescindere da qualunque appartenenza di tifo.

Novità sul campo: tra il 12 e il 14 marzo, attacchi con missili e unità di mercenari filoucraini attorno a Belgorod, sembra respinti da forze regolari russe affiancate da unità del ministero dell’interno. Centrata un’automobile, con morte dello sfortunato conducente. Belgorod (a nord-ovest del Donbass) è una specie di città martire della Russia, bersagliata sin dai primissimi giorni di guerra da raid e ritorsioni dimostrative ucraine. Mi pare singolare che le forze russe non siano mai riuscite a metterla in sicurezza: qualche russo potrà amareggiarsi dinanzi a tale riflessione, ma mi sembra assurdo che Mosca, che non riesce a mettere in sicurezza una propria città di confine, mediti di attaccare in modo suicida l’Europa

Attentati a raffinerie di petrolio russe, e fittissimi scambi di droni (in massima parte abbattuti) tra le parti. Gravi difficoltà della marina russa sul Mar Nero, con perdita di gran parte della flotta di superficie a partire dal 2022.

A. Martino  

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